Italia 26/06/2012

Olio extravergine: bene il sequestro del falso “made in italy”


”Esprimiamo il più vivo apprezzamento per l’operazione condotta dal Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, in collaborazione con la Guardia di Finanza di Siena, che ha portato al sequestro di oltre 80 mila quintali di falso olio extravergine ‘made in Italy’. In questo modo si è salvaguardato un prodotto simbolo della qualità agroalimentare italiana, tutelando sia i consumatori che gli agricoltori del nostro Paese”. Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi a commento dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Siena e denominata operazione “Arbequino”.

“In Italia il volume della frode alimentare -ha aggiunto Politi- si aggira intorno ai 4 miliardi di euro l’anno. Solo nel settore dell’olio extravergine raggiunge il miliardo e mezzo di euro. E proprio l’olio extravergine contraffatto è un grave problema per l’olivicoltura italiana, che ha visto nei mesi scorsi crollare i prezzi dell’olio extravergine e delle olive”.

“Per questa ragione ribadiamo l’esigenza -ha rimarcato il presidente della Cia- della ‘tolleranza zero” per chi sofistica e inquina gli alimenti, attentando alla salute pubblica. Allo stesso tempo, nell’apprezzare il lavoro delle forze dell’ordine, chiediamo di rendere sempre più rigorosi i controlli e di intensificare la lotta alle falsificazioni che ingannano i consumatori, penalizzano i produttori e infangano il ‘made in Italy’. E’, quindi, di grande rilevanza la tracciabilità e l’origine del prodotto. Temi sui quali ci battiamo da sempre”.

“Occorrono -ha concluso Politi- misure drastiche per contrastare l’adulterazione e la truffa nell’alimentazione. E’ necessaria la massima fermezza contro chi, attraverso azioni criminali, fraudolente e illegali, mette a repentaglio la salute dei cittadini e provoca gravi danni alla stessa credibilità del settore agroalimentare italiano.

di C. S.