Mondo Enoico 14/05/2015

L'irrigazione dell'uva da tavola, goccia a goccia

L'irrigazione dell'uva da tavola, goccia a goccia

I fabbisogni dell'uva da tavola sono diversi rispetto a quelli delle uve da vino. L’obiettivo del viticultore è un grappolo con acini di maggiori dimensioni e, pertanto, è essenziale il mantenimento dell’ingrossamento durante la fase di sviluppo con l'irrigazione


L’irrigazione si pone alla pari di altre pratiche agronomiche nel dare un sostegno fondamentale alla produttività e alla qualità merceologica dell’uva da tavola.

I sistemi irrigui a goccia proposti da Netafim sono utilizzati in Italia e nel mondo per la loro garanzia di affidabilità e precisione nel reintegro idrico. Oggi i sistemi con gocciolatori autocompensanti e le specifiche tecniche antisifone e anti intrusione delle radici, permettono un’irrigazione con ali gocciolanti solidali ai sostegni di supporto, oppure in subirrigazione.

Sin dalle prime fasi di sviluppo, la vite necessita di appoggi per sostenere il fusto e favorire l'accrescimento verticale fino a una determinata altezza. L'impianto, in questa fase, sarà completato con un sistema di microirrigazione a goccia per la nutrizione idrica e minerale delle viti (fertirrigazione o Nutrigation), cui seguirà la copertura con reti antigrandine. Grazie all’altissima uniformità di erogazione, le ali gocciolanti Netafim sono oggi lo strumento ottimale che il mercato della microirrigazione mette a disposizione del viticoltore professionista.

I fabbisogni delle uve da tavola sono diversi rispetto a quelli delle uve da vino, poiché si ricercano parametri merceologici, estetici e d’integrità che sono altri rispetto a quelli squisitamente organolettici orientati alla vinificazione. Contrariamente alle uve da vino, l’obiettivo del viticultore è un grappolo con acini di maggiori dimensioni e, pertanto, è essenziale il mantenimento dell’ingrossamento durante la fase di sviluppo dell’acino.

Le restituzioni idriche cambiano a seconda della varietà: sono minori nelle varietà precoci e maggiori in quelle tardive. Talvolta, il periodo del raccolto è determinato dalle richieste del mercato ed è necessario mantenere i frutti sulle viti per periodi prolungati nonostante il loro stadio fisiologico di maturazione. L’irrigazione delle varietà precoci dopo il raccolto solitamente ha lo scopo di mantenere il fogliame in un buono stato fisiologico, consentendo, di conseguenza, la formazione di zuccheri di riserva per la stagione seguente e la maturazione del tralcio. Un’eccessiva irrigazione dopo il raccolto, tuttavia, può stimolare uno sviluppo vegetativo indesiderato. Durante tale sviluppo non deve verificarsi una differenziazione effettiva nei germogli né una maturazione incompleta del tralcio, che potrebbe non sopravvivere alle temperature invernali e indebolire la vite.

In Italia la scena è dominata dalle produzioni di Puglia e Sicilia, regioni che immettono sul mercato il 90% della produzione nazionale pari a circa 12 milioni di quintali.
Una realtà emergente è la Sardegna, dove la produzione di uva da tavola è estesa su una superficie di 1.700 ettari con una produzione di circa 130.000 quintali. La diffusione dei nuovi impianti, con nuove cultivar, ha contribuito a migliorare lo standard qualitativo delle produzioni e ad ampliare il periodo di raccolta. Com’è noto, l'uva da tavola preferisce clima temperato caldo, mitigato dal mare, con terreni di medio impasto tendenti al sabbioso, specie quando si vogliono ottenere produzioni precoci. Tali caratteristiche pedoclimatiche sono presenti nell'areale di maggiore coltivazione dell'uva da tavola in Sardegna: quello del Golfo di Cagliari. L'introduzione delle cultivar Victoria e Black Magic ha consentito, grazie all'ausilio delle coperture con film plastici, di raccogliere e commercializzare l'uva prodotta in Sardegna già dalla metà di giugno. Dal mese di settembre vengono raccolte le uve più tardive delle cultivar Red Globe (rossa con semi) e Italia (bianca con semi). Una realtà in crescita che si propone sul mercato locale, anche in vista dell’afflusso turistico, e osserva con interesse anche un futuro di possibile attore di mercato per esportazione.

NETAFIM

di Alberto Puggioni

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