Mondo Enoico 24/04/2014

Contro la botrite una nuova difesa, tutta naturale

Isolati dalla Fondazione Edmund Mach dei lieviti utilizzabili contro la botrite da uve in appassimento per la produzione di vin santo. Questi ceppi potrebbero essere utilizzati nelle ultime fasi della maturazione, quando i comuni trattamenti anticrittogamici non sono più praticabili


Il Vino santo trentino potrà diventare un prodotto ancora più sostenibile grazie al risultato di una sperimentazione condotta dalla Fondazione Edmund Mach, pubblicata proprio questi giorni sulla rivista scientifica “European Food Research and Technology”, che ha valutato la potenziale applicazione di microrganismi isolati da uve di Nosiola, poste in appassimento per la produzione di Vino santo trentino, come agenti naturali di biocontrollo per fronteggiare alcune avversità dell’uva, comela Botrite.

Secondo gli esperti di San Michele l'applicazione di questi ceppi in fruttaio o in vigna, soprattutto nelle ultime fasi della maturazione, potrebbe contribuire a ridurre l'incidenza dei danni da Botrite quando i comuni trattamenti anticrittogamici non sono più praticabili.

La sperimentazione è stata condotta da Raffaele Guzzon e Roberto Larcher del Centro di Trasferimento Tecnologico in collaborazione con Elena Franciosi del Centro di Ricerca e Innovazione.

“L'idea che ha guidato la sperimentazione –spiega Guzzon- è che microrganismi che siano cresciuti in un ambiente dove comunemente è presente Botrytis cinerea, sebbene in forma di "muffa nobile" si siano evoluti attivando dei meccanismi di autodifesa e inibizione verso questa muffa, utili per prevenirne lo sviluppo in contesti dovela Botriterappresenti un rischio per la qualità delle produzioni”.

Il lavoro è stato svolto in collaborazione con quattro cantine trentine che hanno fornito le uve nel2010 haprevisto la caratterizzazione molecolare e fisiologica della microflora isolata sulle uve in appassimento, giungendo all'identificazione di alcuni ceppi di lievito con una potenziale attività di bio controllo controla Botrite.

Ne deriva che le uve tradizionali, comela Nosioladestinata alla produzione di vin santo trentino, rappresentano una interessante fonte di biodiversità le cui possibili applicazioni appaiono ad oggi promettenti e quanto mai attuali.

di C. S.