Legislazione 20/10/2012

Agronomi, Agrotecnici e Periti agrari sotto il tetto del Ministero delle politiche agricole

Agronomi, Agrotecnici e Periti agrari sotto il tetto del Ministero delle politiche agricole

Cosa collega la vigilanza sugli Ordini e Collegi con il DDL stabilità? Quale fine ultimo ha il governo nei confronti del sistema delle libere professioni?


Dalla pubblicazione del D.L. n 138 del 13/08/2011 la vita dei liberi professionisti iscritti agli Ordini e Collegi professionali è profondamente cambiata.

Cinquant’anni di certezze, di comportamenti, di regole e norme legislative che avevano caratterizzato i rapporti dei prestatori d’opera intellettuale con la pubblica amministrazione ed i cittadini sono stati cancellati in un solo anno.

Riassumendo, la nuova normativa ha:

- abrogato le tariffe professionali (D.L. n° 1 del 24/01/2012), eliminando di fatto l’unico “parametro” certo, riconosciuto tra il libero professionista ed il suo committente, tariffe, peraltro, non più vincolanti dal 2006 (D.L. 223/2006 Decreto Bersani);

- modificato tutto il sistema disciplinare istituendo i Consigli di disciplina, Nazionali e territoriali, (D.P.R. 137 del 07/08/2012), con il chiaro intento di eliminare quelle difese di tipo corporativo da sempre imputate ad Ordini e Collegi professionali;

- ampliato le “garanzie” per il cliente, sia pubblico sia privato, introducendo sia gli obblighi formativi (la cui assenza costituisce ora illecito disciplinare) sia la polizza assicurativa obbligatoria (D.P.R. 137 del 07/08/2012);

- introdotto la pubblicità informativa inerente l’attività professionale, i titoli, le prestazioni ed i compensi richiesti (D.P.R. 137 del 07/08/2012).

Il governo tecnico ha sempre ribadito che i provvedimenti adottati si sono resi necessari per favorire lo sviluppo e la ripresa del sistema Italia, in quanto la precedente disciplina normativa riguardante gli Ordini e Collegi professionali costituiva un freno alla ripresa economica italiana.

Si è detto, infatti, che il sistema tariffario, cosi come il meccanismo disciplinare e formativo degli Ordini e Collegi professionali fossero fonte di sprechi che di fatto causavano un aumento dei costi ed una perdita efficienza per il sistema paese.

Pur non condividendo i motivi e le giustificazioni addotte a sostegno dei provvedimenti legislativi sopra descritti, ritengo che questi ultimi siano stati coerenti ad un disegno politico che vedeva, nell’abrogazione delle tariffe, nella formazione continua obbligatoria, nell’obbligo assicurativo, nell’introduzione della pubblicità e nella riforma del sistema disciplinare, delle norme finalizzate ad:

- un risparmio dei costi per il sistema paese;

- un aumento della concorrenza tra gli iscritti agli Ordini e Collegi con conseguenti ripercussioni sul sistema dei prezzi praticati dai liberi professionisti ai propri clienti;

- un miglioramento qualitativo delle prestazioni fornite.

Tutto ciò però appare fortemente in contrasto con quanto previsto dal Disegno di Legge di stabilita 2013 pubblicato sul sito del Governo italiano il 16/10/2012.

Si legge infatti all’art 3 comma 16, del Disegno di Legge di stabilita 2013, che:

“A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge la vigilanza sugli Ordini e Collegi professionali è attribuita ai ministeri di seguito indicati:

a) al ministero della salute è assegnata la vigilanza sull’ Ordine dei biologi, sull’Ordine dei chimici e sull’Ordine dei tecnologi alimentari;

b) al ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è assegnata la vigilanza sull’Ordine degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, sull’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali e sull’ordine dei periti agrari e dei periti agrari laureati;

c) al ministero del lavoro e delle politiche sociali è assegnata la vigilanza sull’ordine dei consulenti del lavoro e sull’Ordine degli assistenti sociali;

d) al ministero dell’economia e delle finanze è assegnata la vigilanza sull’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Tutte le attribuzioni in materia elettorale conferite al Ministero della giustizia dalla legge 18 febbraio 1989 n° 56 e dal decreto del Presidente della repubblica 25 ottobre 2005, n°221 sono attribuite al Ministero della salute.”

Ora, se tutti i precedenti provvedimenti legislativi, D.L. n° 138/2011 - D.L. n° 1 del 24/01/2012 - D.P.R. 137 del 07/08/2012, avevano come obiettivo dichiarato una riduzione dei costi per il sistema Italia, un aumento della concorrenza tra i liberi professionisti, una maggiore trasparenza nel sistema dei prezzi, un aumento qualitativo delle prestazioni erogate dagli iscritti ai Collegi e Ordini professionali, quanto riportato nell’articolo 3, comma 16 del Disegno di Legge di stabilità 2013 è in evidente contraddizione con i provvedimenti fino ad ora approvati.

Non si capisce, infatti, che vantaggio possa avere, in termini finanziari e di efficienza, il sistema Italia dalla suddivisione tra numerosi ministeri del sistema di vigilanza degli Ordini e Collegi professionali.

Ciò infatti non è coerente in termini di:

- costi ed efficienza, in quanto si passa da un organo di vigilanza unico (il ministero della giustizia) a ben cinque ministeri (ministero della giustizia, ministero dell’economia e delle finanze, ministero del lavoro e delle politiche sociali, ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ministero della salute) con nuove sedi e nuovo personale da formare;

- omogeneità nella vigilanza, poiché troppi soggetti vigilano e rispondono su situazioni analoghe o identiche;

- coerenza, atteso che fino ad ora tutti i provvedimenti assunti vanno verso una riduzione dei centri decisionali (vedi soppressione Enti e provincie).

E’ evidente che tutto ciò stride con i provvedimenti, contenuti all’interno del Disegno di legge di stabilità, che sono indirizzati al contenimento della spesa ed alla riduzione dei costi.

Inoltre, la funzione di vigilanza sugli Ordini e Collegi professionali svolta dal Ministero di Giustizia in tutti questi anni, è sempre stata vista come sinonimo di garanzia da tutti i partecipanti alla varie elezioni dei Consigli Nazionali.

Il recentissimo esempio dell’elezione del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili è l’ultimo in ordine di tempo dove il Ministero di Giustizia, quale organo di vigilanza, dovrà esprimersi sui risultati elettori.

Decisione che potrà avvalersi dell’esperienza maturata in tutti questi anni dagli uffici ministeriali aventi funzioni di assistenza e supporto sia ai procedimenti elettorali sia ai ricorsi elettorali.

Ancora non si conoscono i motivi che hanno determinato il permanere al Ministero della Giustizia di alcuni Ordini e Collegi: Agenti di cambio, Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, Attuari, Avvocati, Geologi, Geometri e Geometri laureati, Giornalisti, Ingegneri e Periti industriali e Periti industriali laureati e l’esclusione degli altri.

Allora bisogna porsi delle domande:

- cosa possiedono questi Ordini e Collegi rispetto agli altri per rimanere sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia?

- se ciò non è casuale, perché viene fatto?

- quale fine ultimo ha il Governo nei confronti del sistema ordinistico delle libere professioni?

Tutto ciò è molto preoccupante per i liberi professionisti italiani perché lascia presagire un fine, un obiettivo non espressamente dichiarato la cui vera finalità non è dato conoscere.

di Roberto Accossu

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

Commenti 0