L'arca olearia 10/04/2015

Nel caos di Xylella fastidiosa scende in campo anche l'Efsa

Nel caos di Xylella fastidiosa scende in campo anche l'Efsa

L'Unione europea ha interessato sempre marginalmente l'Autorità per la sicurezza alimentare a cui sono stati commissionati solo due studi dal 2013 a oggi. Nell'opinione scientifica che verrà consegnata alla Commissione anche osservazioni sulla pluralità di patogeni associabili alla sindrome del disseccamento rapido


Il Direttore Generale di Efsa, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, Bernhard Url, ha scritto una lettera in data 1 aprile 2015, ad Antonia Battaglia, di Peacelink, nella quale sottolinea che all’Efsa non è mai stato chiesto di produrre un parere scientifico sulla eziologia, quindi sul rapporto di causa-effetto, della malattia del disseccamento rapido degli ulivi in Puglia.

L’Efsa, che ha lavorato sulla questione Xylella a partire dal 2013, su richiesta della Commissione Europea ha già prodotto un primo parere nel novembre del 2013 e uno studio più ampio nel gennaio 2015, completato a marzo 2015 da una lista delle piante che possono ospitare la Xylella fastidiosa.

Nella lettera, il direttore chiarisce "che l’Efsa non ha ricevuto il compito di fornire un parere scientifico sull’eziologia della malattia stessa. Ciononostante – prosegue Url- nella sua opinione scientifica", l’Efsa ha notato che "le ricerche hanno dimostrato che gli ulivi con i sintomi (del disseccamento rapido, ndr) erano in genere colpiti da un complesso di infestanti, comprendenti la Xylella fastidiosa, da diverse specie di funghi appartenenti al genere Phaeoacremonium and Phaemoniella, e dalla Zeuzera pyrina", un lepidottero.

In aggiunta, la lettera con la quale la Commissione Europea chiede all’Efsa un nuovo urgente parere scientifico sulla vicenda in Puglia, sottolinea che l’azione di Peacelink e il materiale fornito hanno rimesso in questione l’intera politica europea di controllo della malattia, che consiste nella distruzione delle piante infette, sulla base del presupposto che non esistano altri trattamenti efficaci.

"Abbiamo ricevuto dalla Ong italiana Peacelink informazioni scientifiche e tecniche secondo le quali Xylella fastidiosa non è la causa del fenomeno del declino degli ulivi in Italia meridionale ma solo un elemento endogeno presente negli ulivi, che non è attivo o aggressivo a meno che una serie di funghi (…) non infettino le piante e creino le condizioni favorevoli per lo sviluppo della Xylella fastidiosa. Allo stesso tempo la Ong italiana sostiene che esistono possibilità di trattamento per questi funghi." scrive ancora la Commissione nella sua lettera all’Efsa.

L’Efsa si è impegnata a fornire il nuovo parere scientifico, sulla base delle informazioni fornite da Peacelink, entro il 17 aprile, come richiesto dalla Commissione stessa.

Intanto l'Autorità per la sicurezza alimentare ha pubblicato sul proprio sito alcune risposte alle domande più frequenti a proposito di Xylella fastidiosa.

Quali sono stati i principali risultati dei lavori di valutazione del rischio dell'Efsa?

Il gruppo di esperti scientifici dell’Efsa sulla salute dei vegetali ha concluso che X. fastidiosa rappresenta un grave rischio per il territorio dell'Unione europea, perché le piante ospiti e i vettori sono presenti in tutta l'Unione europea e ci sono regioni con condizioni ambientali ad essa favorevoli. Focolai infettivi di questo patogeno hanno portato a gravi perdite di agrumi in Sud America e di uva in Nord America.

X. fastidiosa ha una gamma molto estesa di ospiti, che comprende molte piante coltivate o comuni in Europa. L'organismo può colpire parecchie colture in Europa, come gli agrumi, la vite e gli alberi da frutto con nocciolo (mandorlo, pesco, susino), ma anche specie arboree e piante ornamentali, come la quercia, il platano e l’oleandro.

Il ceppo di X. fastidiosa presente negli ulivi in provincia di Lecce è molto omogeneo, e identico a una variante che infetta gli oleandri in Costa Rica. In provincia di Lecce X. fastidiosa è stata associata alla sindrome del disseccamento rapido dell’ulivo. Le indagini hanno mostrato che gli ulivi sintomatici erano generalmente colpiti da un complesso di parassiti e agenti patogeni tra cui X. fastidiosa, varie specie fungine appartenenti ai generi Phaeoacremonium e Phaemoniella, e la Zeuzera pyrina (falena leopardo). Ad oggi il ceppo pugliese di X.fastidiosa ha infettato piante di olivo, mandorlo, ciliegio, rosmarino, oleandro, mirto, alaterno (Rhamnus alaternus), ginestra odorosa (Spartium junceum) Westringia fruticosa (Westringia fruticosa), Polygala a foglie di mirto (Polygala myrtifolia), mimosa a foglie strette (Acacia saligna), pervinca minore (Vinca minor) e pervinca rosea (Catharanthus roseus).

Tutti gli insetti che si nutrono della linfa contenuta nello xilema in Europa sono considerati potenziali portatori di X. fastidiosa. I membri delle famiglie di insetti Cicadellidae, Aphrophoridae e Cercopidae sono vettori nelle Americhe e devono quindi essere considerati potenziali vettori in Europa. La sputacchina Philaenus spumarius è stata individuata come vettore nella provincia di Lecce.

Le due principali vie d’ingresso di X. fastidiosa in un’area precedentemente indenne sono il commercio di piante per la messa a dimora infette, e la presenza di insetti vettori nelle forniture vegetali.

Quali sono le raccomandazioni del gruppo di esperti scientifici dell'Efsa sulla salute dei vegetali?

Il gruppo di esperti ha raccomandato di continuare e intensificare le attività di ricerca in tema di gamma degli ospiti, epidemiologia e controllo del focolaio pugliese di X. fastidiosa. Sulla base delle conoscenze acquisite tramite tali ricerche, le incertezze potranno essere considerevolmente ridotte e potrà essere condotta una valutazione più approfondita del rischio e delle misure di attenuazione per il ceppo pugliese di X. fastidiosa.

Si stanno effettuando ulteriori studi?

L'Efsa sta rispondendo a tutte le richieste di consulenza scientifica che le pervengono in merito dalla Commissione europea, e resta pronta a rispondere a richieste successive. E’ per noi una priorità affrontare la minaccia da Xylella fastidiosa per le piante e l’ambiente in Europa.

Inoltre l'Efsa sta finanziando due progetti esterni di ricerca con l'obiettivo di ridurre le incertezze individuate nella propria valutazione del rischio.

Il Centro di Ecologia e Idrologia (CEH) del Regno Unito ha esplorato la possibilità di utilizzare un modello per valutare la potenziale diffusione di X. fastidiosa dalla zona focolaio in provincia di Lecce, nell’ambito di un più ampio progetto finanziato dall’Efsa volto a produrre un repertorio di modelli matematici per prevedere la diffusione di organismi esotici nocivi ai vegetali nell’UE. Tale modello potrà essere ulteriormente sviluppato una volta disponibili i risultati delle ricerche epidemiologiche su X. fastidiosa in Puglia. Questo studio sarà pubblicato ad aprile 2015 sul sito web dell'Efsa. Un altro progetto pilota finanziato dall’Efsa, a cura della sede di Bari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sta studiando la gamma degli ospiti del ceppo pugliese di X. fastidiosa. Tale studio sarà concluso e pubblicato sul sito web dell'Efsa entro la fine del 2015.

di C. S.