L'arca olearia 03/03/2015

Un eccesso d'azoto ritarda la maturazione delle olive

Un eccesso d'azoto ritarda la maturazione delle olive

Una ricerca spagnola mette in evidenza gli effetti di lungo periodo di una concimazione azotata troppo abbondante: riduzione delle antocianine e anche del contenuto in olio del frutto


L'azoto è l'elemento minerale con i costi, per unità fertilizzante, più bassi. Per questo, di solito, si tende ad utilizzarlo in abbondanza, nella convinzione che un eccesso è comunque meglio di una carenza.

In realtà una concimazione azotata troppo abbondante in primavera può provocare squilibri vegeto-produttivi, con formazione di succhioni e polloni, eccessiva competizione dell'attività vegetativa con la fioritura.

I possibili problemi, però, si potrebbero ripercuotere decisamente oltre la primavera, secondo uno studio spagnolo, arrivando fino alla maturazione delle olive e oltre.

Per comprendere l'effetto della concimazione azotata sulla maturazione delle olive, su cultivar Picual, sono state somministrate, a partire dal 1993, diverse dosi di concime azotato, da un minimo di 0 di a un massimo di 1 kg di azoto ad albero.

Nel 2010 sono stati selezionati alcuni alberi sulla base della concentrazione d'azoto a luglio. Sono stati individuati sei alberi con una concentrazione fogliare di azoto inferiore allo 1,4%, definita come soglia di carenza, e sei alberi con una concentrazione di azoto nelle foglie superiore a 1,7%, concentrazione eccessiva.

E' stato evidenziato come la maturazione delle olive fosse ritardata dall'eccesso di azoto.

In particolare si evidenzierebbero livelli significativamente più bassi di cianidina-3 rutinoside, l'antocianina responsabile della pigmentazione nera. E' un composto che si accumula durante la maturazione e il cui contenuto è decisamente inferiore nelle olive i cui alberi mostrano un eccesso d'azoto rispetto a quelle carenti.

Un eccesso d'azoto, inoltre, porterebbe a un accumulo d'olio significativamente inferiore rispetto alle piante carenti dell'elemento. Secondo i ricercatori l'azoto indurrebbe infatti un rallentamento dell'attività lipogenetica, ovvero della formazione e dell'accumulo dell'olio nei frutti.

Un alto contenuto di azoto, causato da un eccesso di fertilizzazione, ha insomma un impatto economico significativo per l'azienda olivicola, non solo a causa dell'aumento delle spese di potatura ma anche della riduzione delle rese.

di R. T.