L'arca olearia 11/12/2014

Da sottoprodotti dell'industria olearia a energia per le economie rurali

Un gruppo di ricercatori finanziati dall'Unione europea è riuscito a trasformare i prodotti di scarto dell'olio d'oliva in calore ed elettricità per facilitare una produzione agricola conveniente e sostenibile


Un'azienda agricola produttrice di olio d'oliva in Andalusia è stata fornita di un impianto pilota in grado di trasformare i prodotti di scarto tossici in calore ed elettricità. La struttura, costruita grazie al progetto BIOGAS2PEM-FC finanziato dall'UE, è stata completata a novembre 2014 e promette di offrire benefici economici e ambientali a una regione della Spagna prevalentemente agricola e sottosviluppata dal punto di vista industriale.

L'olio d'oliva è fondamentale per l'economia della regione. La Spagna produce il 50 % dell'olio d'oliva del mondo, il 73 % del quale viene dall'Andalusia. Nel 2013 le esportazioni di olio d'oliva dall'Andalusia valevano 1,5 miliardi di euro. La Spagna ha inoltre recentemente superato l'Italia come leader di mercato per quanto riguarda l'olio d'oliva negli Stati Uniti e in Giappone. Soddisfare la domanda mondiale - ottenendo allo stesso tempo un sistema di produzione sostenibile - è fondamentale.

La questione più importante che il progetto BIOGAS2PEM-FC ha affrontato è come risolvere il problema dello smaltimento dei prodotti di scarto dell'olio d'oliva, costoso e nocivo per l'ambiente. Questi prodotti di scarto contengono pesticidi e composti organici tossici, sono acidi e hanno un alto tasso di salinità. Gli scarti sono sempre stati gettati nelle discariche, ma non si tratta di una soluzione sostenibile a lungo termine.

Il progetto BIOGAS2PEM-FC ha quindi cercato di sviliuppare una tecnologia innovativa per trasformare gli scarti della produzione di olio in elettricità. È stato sviluppato un sottosistema in tre parti, la prima consiste in una reazione di digestione anaerobica per produrre biogas dagli scarti. Questo processo, che prevede la decomposizione del materiale biodegradabile da parte di microorganismi in assenza di ossigeno, è spesso usato per trattare i rifiuti e produrre carburanti. La digestione anaerobica è attualmente un metodo interessante per il trattamento dei rifiuti solidi, poiché il processo permette un'eccellente stabilizzazione dei rifiuti e il recupero di energia senza alcun pretrattamento del residuo.

La seconda fase comporta la trasformazione di questo biogas in un gas ricco di idrogeno, che nella fase finale potrebbe essere trasformato in elettricità con l'uso di celle a combustibile. Queste trasformano l'energia chimica da carburante in elettricità mediante una reazione chimica con ossigeno o un altro agente ossidante.

Le tre fasi sono state messe insieme per creare un impianto completo di lavorazione dei rifiuti per generare calore ed elettricità utilizzabili poi dal frantoio.

I ricercatori del progetto, che hanno ricevuto 1,1 milioni di euro di finanziamenti dall'UE attraverso il 7° PQ, ritengono che l'innovazione avrà un impatto positivo sulla produzione di olio d'oliva. Si stima che un impianto per la produzione di olio d'oliva produca fino a 30 milioni di metri cubi di acque di scarto durante l'intenso periodo annuale di produzione, che dura da tre a quattro mesi. Queste acque potrebbero essere usate per produrre biogas.

A ottobre del 2014 si è tenuto a Malaga un incontro finale del progetto per esaminare i risultati ottenuti e per visitare l'impianto pilota. Il risultato finale è un sistema modulare, affidabile, conveniente ed efficiente di generazione combinata di calore ed elettricità, adatto alla generazione sul posto di elettricità distribuita a partire dai rifiuti agricoli. La tecnologia si potrebbe inoltre applicare ad altre forme di rifiuti agricoli, offrendo una serie di potenziali opportunità commerciali.

di C. S.