Bio e Natura 24/02/2014

Una nuova politica nazionale per le foreste italiane

I boschi, sempre di più, rappresentano per il nostro Paese una importante occasione di crescita e sviluppo imprenditoriale sostenibile, costituendo la base, non delocalizzabile, di un sistema economico


Ad un mese dalla Giornata internazionale del bosco promossa dalla FAO sulla scia del convegno nazionale “Politiche forestali e sviluppo rurale per la programmazione 2014-2020” la gestione forestale sostenibile e la valorizzazione della funzione economica, ambientale, culturale e sociale dei boschi rimangono i principali temi delle politiche di sviluppo e tutela del territorio. I boschi, sempre di più, rappresentano per il nostro Paese una importante occasione di crescita e sviluppo imprenditoriale sostenibile, costituendo la base, non delocalizzabile, di un sistema economico che nella produzione di beni ecocompatibili e servizi ecosistemici può trovare ampie opportunità di crescita e innovazione.

La materia forestale rimane un tema d’interesse strategico trasversale a diverse politiche (economica, ambientale, sociale, culturale). Si osserva una crescente sovrapposizione di competenze e ruoli a livello nazionale, regionale e locale con incertezze, contenziosi e appesantimento negli iter burocratici a svantaggio degli operatori del settore e della efficacia delle politiche. È urgente, promuovere e dare continuità alla gestione attiva del patrimonio forestale, quale strumento indispensabile per lo sviluppo delle filiere produttive legate ai prodotti legnosi e non legnosi, la tutela del territorio e la salvaguardia ambientale e paesaggistica, la conservazione delle componenti bio-culturali del territorio italiano, la protezione e prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi. Tutto questo nell’obiettivo di contribuire, alla crescita economica e sociale delle aree interne, rurali e montane del nostro paese.
La programmazione di settore e la pianificazione territoriale devono valorizzare e incentivare le funzioni del territorio forestale, prendendo in considerazione anche i valori storico-culturali che rappresentano il terzo pilastro della Gestione Forestale Sostenibile. Nei processi di pianificazione è necessario considerare il bosco non come un sistema chiuso al suo interno, ma come una delle componenti dei sistemi territoriali in grado di dialogare con tutti gli attori, i fattori, e i processi coinvolti nel governo del territorio.
Per la conservazione e salvaguardia della biodiversità è indispensabile aprire al concetto di diversità bio-culturale che rappresenta la sintesi delle componenti naturali e culturali che il paesaggio agro-silvo-pastorale italiano rappresenta. Gli strumenti di tutela e le strategie nazionali per la conservazione della natura, devono considerare tali valori, riconoscendo l’origine culturale della nostra biodiversità e il ruolo della gestione forestale quale efficace strumento di tutela, conservazione e valorizzazione del paesaggio. Tutto questo richiede una attenta revisione degli strumenti di tutela, adeguandoli alle reali caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio nazionale ed al dettato costituzionale.
Il potenziale economico dei boschi italiani rimane inespresso e il mercato del legno mostra tendenze preoccupanti alle quali è necessario reagire rapidamente sfruttando al meglio tutte le potenzialità economiche e produttive dei boschi migliorando la struttura e le capacità organizzative nonché l’efficienza produttiva delle filiere forestali nazionali.
In questo contesto è necessario favorire e diffondere il miglioramento tecnologico, lo sviluppo dell’innovazione e della ricerca, semplificare i processi autorizzativi e la normativa di settore. Si tratta d’iniziative indispensabili per garantire una efficace e diffusa gestione nonché la razionale utilizzazione delle risorse forestali, anche in funzione energetica, modificando la generale situazione di sottoutilizzazione dei boschi italiani che ci vede in forte ritardo rispetto ai livelli dei principali partner europei. In questo contesto appare ormai largamente condiviso che i boschi non gestiti e formazioni che si sviluppano dopo fenomeni di generalizzato abbandono di aree agricole e pastorali, che procedono al ritmo di decine di migliaia di ettari all’anno, non sono un valore né dal punto di vista paesaggistico e ambientale, né da quello economico. Anche per questo motivi gli strumenti normativi devono poter prevedere la trasformazione delle superfici forestali in considerazione della molteplicità dei valori espressi dal paesaggio rurale.
La possibile risoluzione delle problematiche fin qui esposte deve passare attraverso un’azione politica che porti, in tempi brevi, ad azioni concrete superando la contrapposizione creatasi negli anni passati fra le esigenze di conservazione e le necessità di produzione, aspetto che trova adeguata soluzione nella gestione multifunzionale delle risorse forestali. Vi è, quindi, l’improcrastinabile necessità per il nostro Paese, di dare avvio a un nuovo percorso politico che ponga particolare attenzione al patrimonio forestale nazionale e alla sua gestione attiva, garantendo un efficace coordinamento istituzionale per la materia forestale. Si auspica, pertanto, l’istituzione di un soggetto sovraordinato alle competenze ministeriali e che possa mediare, valutare e migliorare le proposte normative e le azioni dei vari Ministeri competenti in materia forestale (Agricoltura e Foreste, Ambiente, Beni culturali e Sviluppo economico).

Vi è quindi l’urgenza di dare avvio a un più incisivo percorso politico, nazionale e regionale, che nel lungo periodo possa garantire la competitività e la qualità ambientale incentivando e promuovendo la continuità nella gestione attiva del patrimonio forestale nazionale. In quest’ottica si rende necessario dare piena attuazione alla Strategia forestale nazionale definita dal Programma Quadro per il Settore Forestale (PQSF), e prevedendo:

1) la creazione di una Struttura di governo ed indirizzo per le Foreste presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, punto di riferimento e di indirizzo per le politiche forestali nazionali e regionali in attuazione degli impegni internazionali e comunitari sottoscritti dal Governo italiano;

2) la semplificazione e l’aggiornamento delle normative e dei regolamenti forestali e degli iter autorizzativi al fine di garantire una diffusa e sostenibile gestione attiva del territorio e del patrimonio forestale;

3) il coordinamento delle competenze amministrative a livello regionale e locale, con l’individuazione di un unico referente pubblico territoriale in materia forestale;

4) lo sviluppo di moderne linee guida nazionali per una diffusa pianificazione e gestione attiva delle proprietà forestali (pubblica e privata), al fine di garantire la prevenzione dai rischi naturali, climatici e antropici, la valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico, la diffusione di modelli imprenditoriali innovativi, il miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni forestali, una adeguata formazione degli operatori forestali.

Fonte: Inea

 

di C. S.