Associazioni di idee 27/06/2017

No all'accordo Ceta con il Canada


Sono ormai numerose le realtà della società civile, del mondo sindacale, produttivo e dell’ambientalismo che esprimono forti preoccupazioni sugli impatti economici e sociali del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada con la sottoscrizione del documento “Free And Air Alla Ricerca di un commercio libero e giusto”. Prestigiose le firma in calce al documento: Coldiretti, Cgil, Legambiente, Adusbef, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Fairwatch e Greenpeace.

Adesso il livello del confronto si alza ed oggi un presidio di agricoltori di Coldiretti è partito alla volta della Capitale per un sit-in in Piazza del Pantheon a pochi passi dal Senato. Nutrita la delegazione toscana che ha visto presenti agricoltori provenienti dalle provincie di Lucca, Massa Carrara, Livorno e Pisa guidate dai direttori delle Coldiretti provinciali Ascolese e Fantini. Obiettivo sensibilizzare i decisori per un esame approfondito dell’accordo che presenta aspetti controversi ed effetti dirompenti sull’ordinamento democratico, l'uguaglianza di fronte alla legge, l’occupazione, il settore agricolo e agroalimentare, i diritti dei consumatori e dei lavoratori, il settore dei servizi, il principio di precauzione, la salute e l’ambiente.

Il livello del confronto si stende però anche su tutto il territorio nazionale e stamani Tulio Marcelli e Antonio De Concilio, rispettivamente Presidente e Direttore di Coldiretti Toscana, hanno incontrato il Presidente della Giunta Regionale Enrico Rossi ed il Sindaco di Firenze Dario Nardella, per consegnare ad entrambi una proposta di delibera da inserire l’ordine del giorno nella prima Giunta utile delle rispettive amministrazioni per una discussione ed una condivisione dell’azione di Coldiretti per un commercio libero e giusto e per un’Europa libera dal CETA.

L’accordo CETA non fa dormire sonni tranquilli al mondo agricolo toscano ha detto Marcelli. “Questo accordo è un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare che colpisce il vero Made in Italy e favorisce la delocalizzazione, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza, delle ricadute sanitarie e ambientali, oltre che occupazionali”.

“Sebbene l’accordo autorizzi l’accesso al mercato canadese di 171 prodotti ad indicazione geografica dell’UE tra cui figurano 41 nomi italiani (rispetto alle 289 denominazioni Made in Italy registrate), queste dovranno coesistere con i marchi canadesi registrati. Ad esempio, il nostro Prosciutto Toscano – continua Tulio Marcelli - potrà entrare nel mercato canadese con il suo nome ma sarà venduto assieme ai prodotti d’imitazione canadese. Come del resto il vino Chianti made in Italy che dovrà stare fianco a fianco al Chianti Made in Canada”. L’accordo mette a rischio anche le scelte UE ed italiane su OGM e, indirettamente, carne ormonizzata.

“Non siamo contrari ai trattati, ma occorre che in questi sia riservata alle produzioni agroalimentari una particolare attenzione che ne tuteli la distintività – dice Antonio De Concilio direttore regionale di Coldiretti Toscana - e possa garantirne la salubrità, la protezione dell’ambiente e la libertà di scelta dei consumatori. Il Ceta non elimina l’ambiguità in cui versano le indicazioni geografiche italiane - precisa De Concilio – al contrario interviene a vantaggio delle lobby su una situazione caratterizzata dal 90% per cento dei formaggi di tipo italiano consumati in Canada di produzione locale. Poi ci preoccupa in modo particolare la situazione del grano perché il Canada è il principale esportatore di grano in Italia. Con il Ceta – continua De Concilio – si uccide il grano duro italiano con il crollo dei prezzi favorito dall’azzeramento strutturale dei dazi per l’importazione dal Canada, dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia perché accusato di essere cancerogeno. Sono questi i motivi che ci hanno imposto di avviare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori, a cominciare da tutti i parlamentari, che sono chiamati ad esaminare ed a decidere sulla definitiva approvazione del trattato. E’ per questo che chiediamo il massimo livello di riflessione a tutti i livelli istituzionali – conclude De Concilio – ed abbiamo chiesto al Presidente Rossi la disponibilità a sostenere la nostra azione tesa ad un approfondimento su una materia così delicata per cittadini ed imprenditori agricoli e non solo”.

di C. S.