Associazioni di idee 01/07/2016

Le solide radici del CNO sono i suoi 135 mila associati

Il CNO festeggerà i suoi primi 50 anni con un convegno e una serata di gala a Roma. La vera forza del Consorzio, però, sta nei territori e in Finoliva, capace di commercializzare l'olio extra vergine di oliva italiano dei soci ma anche di fornire consulenza


Il CNO (Consorzio Nazionale Olivicoltori) è arrivato ai suoi primi 50 anni e festeggerà a Roma, il prossimo 6 luglio, con il convegno "Le differenze sono valore - Strategie, biodiversità, mercato".

Alla tavola rotonda, presieduta dal Presidente del CNO Gennaro Sicolo, parteciperanno molti esponenti della filiera olivicolo-olearia, tra cui Giuseppe Masturzo di Federolio e Giovanni Zucchi di Assitol, ma anche il Presidente di Legacoop Agroalimentare, Giovanni Luppi e Dino Scanavino come Presidente della CIA.

A onorare i 50 anni del CNO anche esponenti del Ministero delle Politiche agricole, lo stesso Ministro Maurizio Martina dovrebbe essere presente, ma anche Luca Bianchi, capo dipartimento Qualità del Mipaaf.

Inoltre da Bruxelles interverrà Paolo De Castro, Presidente dei socialisti europei alla Commissione agricoltura, e parteciperà al dibattito il senatore Dario Stefano, presidente della Giunta per le elezioni e immunità parlamentari.

A intervenire anche ospiti internazionali, come i greci Vasileios Zambounis e Ioannis Koufoudakis, oltre a esponenti del mondo della ricerca come Antonio Moschetta dell'Università di Bari.

Come tiene però sempre a sottilineare Gennaro Sicolo, presidente del CNO, la forza del Consorzio non sta a Roma ma nei territori. Il CNO riunisce 24 organizzazioni di produttori, di livello provinciale, interprovinciale e regionale. Gli olivicoltori aderenti sono 135.000 e gestiscono complessivamente circa 140.000 ettari di oliveti. Con il marchio “Terre del Sole”, il CNO distribuisce sette diverse referenze di prodotti. Inoltre partecipa alla struttura industriale Finoliva Global Service, la quale è partner di aziende leader nel settore della distribuzione organizzata e della trasformazione alimentare.

Fin dal 1969 il CNO si è dedicato all'attività di sostegno imprendotoriale dei soci, pensando inutile e sterile limitarsi alla sola gestione dei contributi Pac.

Il CNO non ha mai pensato, però, a fare solo pratiche burocratiche e domande PAC. Proprio nel 1969 la prima esprienza di concentrazione e commercializzazione del prodotto dei soci, con la contrattazione in forma collettiva, per delega degli agricoltiori, delle olive da olio e da mensa e con il conferimento dell'olio di oliva per l'imbottigiamento e la vendita, realizzati per in Toscana, a Rieti, in Abruzzo ed in Calabria.

Trent'anni dopo, nel 1999, nasce invece Finoliva per erogare prestazioni a tutto campo per ciò che riguarda i servizi agronomici, le analisi chimico-fisiche, lo stoccaggio della materia prima, il confezionamento medesimo, la consulenza commerciale e la predisposizione e gestione di piani di sviluppo di settore e, infine, la commercializzazione diretta dell’olio di oliva confezionato.

La sfida del CNO, per i prossimi cinquant'anni è racchiusa tutta in quattro principali linee d'azione:

1) la riorganizzazione dell'intera struttura centrale e periferica che dovranno lavorare in primo luogo nell'ambito della concentrazione e della commercializzazione della produzione dei soci singoli e collettivi (le cooperative di base);

2) il rafforzamento del ruolo dei territori e quindi delle singole OP, le quali diventeranno attori sul mercato di riferimento e centri aziendali nei quali saranno svolte le funzioni di mercato;

3) il potenziamento del ruolo del CNO come interlocutore del Governo nazionale e dell'Unione europea per i programmi specifici settoriali. In tale ambito, rientra il compito di contribuire all'attuazione del Piano olivicolo nazionale;

4) il rafforzamento del ruolo del CNO nell'ambito degli organismi internazionali, in particolare del COI, per promuovere un sistema legislativo armonizzato a livello globale, per contrastare le pratiche sleali nella filiera, per favorire una differenziazione della qualità dell'olio extra vergine di oliva che premi davvero la migliore produzione.

Oggi infatti le OP e le AOP sono chiamate ad essere protagoniste nel mercato, tramite la gestione economica della produzione degli associati, la collaborazione di tipo progettuale dentro la filiera con gli altri operatori e la messa in atto di interventi per la regolazione del mercato.

di C. S.