Associazioni di idee 29/07/2015

Emergenza Popillia japonica in Lombardia e Piemonte


L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha scritto al ministro Maurizio Martina per aggiornarlo sulla diffusione dello scarabeide Popillia japonica in Lombardia e Piemonte.

Si tratta di un insetto da quarantena che, come ha evidenziato Fava, “dopo Xylella fastidiosa, rischia di diventare un’altra grave problematica fitosanitaria in grado di arrecare danni significativi all’agricoltura italiana, alle aziende vivaistiche e all’ambiente naturale ed urbano”.

L’allerta è elevata, alla luce del “fortissimo incremento della popolazione di P. japonica, registrato nel corso di questa estate, anche nelle aree lungo il Ticino dove per primo è comparso l’insetto”. Dal monitoraggio compiuto, denuncia Fava, “la superficie dell’area infestata è aumentata rispetto allo scorso anno”.

I Servizi fitosanitari della Lombardia e del Piemonte si sono attivati immediatamente, con un piano di lotta comune, presentato anche al Servizio fitosanitario centrale. Il piano di contrasto, ha scritto Fava, “prevedeva anche un cofinanziamento nazionale per consentire di implementare, su più vasta scala, le azioni programmate”. Ma “tale proposta non è mai stata presa in considerazione né approfondita” e “fino ad ora tutte le attività sono state realizzate senza alcun aiuto ministeriale, con risorse unicamente regionali”.

Il rischio per il 2016 è “una crescita esponenziale della popolazione di P. japonica, con prevedibile comparsa di danni alle coltivazioni e alla flora spontanea” e in possibili “gravi conseguenze per le aziende vivaistiche delle zone infestate, che rischierebbero misure di blocco della commercializzazione”.

Inoltre, denuncia Fava, “anche a livello nazionale potrebbero esserci ricadute molto negative in quanto, malgrado l’impegno finora profuso dai Servizi fitosanitari regionali, che verrà comunque garantito anche nel 2016, non siamo in grado di escludere il rischio di diffusione P. japonica nel resto della Unione europea”, con un ulteriore calo di credibilità del Servizio fitosanitario italiano nei confronti della Commissione europea, degli Stati membri e dei Paesi terzi che importano i nostri prodotti vegetali, già messa alla prova dalla gestione dell’emergenza Xylella fastidiosa in Puglia”.

Per l’anno prossimo, dunque, “le attività di contenimento delle popolazioni dell’insetto dovranno essere sensibilmente incrementate”, con “costi di alcuni milioni di euro, che richiederebbero una compartecipazione nazionale”.

L’assessore lombardo Fava ribadisce la propria disponibilità a collaborare con il Piemonte e ritiene “necessario che il Ministero presidi il rapporto con il Comitato fitosanitario permanente della Commissione europea, sia per evitare l’adozione di possibili misure di esecuzione con contenuti eccessivamente penalizzanti per il nostro territorio sia per proporre e concordare specifici piani di lotta che possano attivare un cofinanziamento comunitario”.

di C. S.