Associazioni di idee 08/08/2014

Embargo Russia, Guidi: "Bruxelles faccia sentire la sua voce"


“Le guerre commerciali e gli embarghi non servono, anzi rischiano di compromettere ancora di più le economie mondiali”. È questo il secco commento di Confagricoltura alla dura presa di posizione di Mosca che ha previsto un embargo durissimo applicato a molti prodotti agroalimentari originari anche dall’Europa, tra i quali ortofrutta, carni bovine, suine e pollame, prodotti lattiero-caseari ed ittici, varie preparazioni alimentari anche a base di carni (tra cui i salumi).

“Siamo molto preoccupati per l’evoluzione della situazione e per le ripercussioni che tale decisione può avere per gli equilibri di mercato e per l’agricoltura e l’agroalimentare italiano ed europeo – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi -. Gli scambi commerciali sono uno strumento di crescita e di sviluppo, non devono divenire una base di contenzioso tra Paesi che vincola i commerci, determina squilibri di mercato e, in ultima analisi, mette a rischio le imprese, pregiudica la stabilità ed il progresso delle economie”.

“Sono a rischio miliardi di euro in beni che ogni anno l’Europa commercializza in Russia – ha ricordato Guidi - . La bilancia commerciale agroalimentare UE-Russia è largamente in attivo e nel 2013 ha superato la soglia dei 10 miliardi di euro”.

Confagricoltura fa presente che, tra i principali prodotti esportati dall’Europa verso Mosca, c’è l’ortofrutta (prima voce dell’export europeo con quasi due miliardi di euro esportati); seguono, subito dopo, carni, bevande - tra cui il vino, che comunque non è oggetto dell’embargo e prodotti lattiero caseari. Tutti comparti essenziali nei quali l’Italia è leader ed anche protagonista delle esportazioni.

“Il divieto di esportare prodotti ortofrutticoli – commenta infine il presidente di Confagricoltura – impatta su questo comparto in una fase delicatissima considerata la crisi della frutta estiva. Domani è prevista a Bruxelles una riunione del mondo agricolo con la Commissione europea per discutere di eventuali rimedi alla difficile situazione, è urgente che l’Europa faccia sentire con forza la sua voce”.

di C. S.