Italia 24/04/2010

Periti agrari allo sbando? Una gestione da commissariare? L'ombra del tribunale

Insofferenza verso il presidente nazionale Andrea Bottaro per la discutibile gestione della categoria. Condannato in primo grado per minacce con proiettile marca fiocchi cal. 7,65 all'indirizzo del presidente degli agrotecnici Roberto Orlandi, il Presidente non ci sta e si difende




Abbiamo ricevuto in gran ritardo una lettera in Redazione con data primo marzo, ma, si sa, su Poste italiane tutti ormai sanno che è impossibile fare affidanmento.

Si tratta di una lettera di dura denuncia, che riporta in calce il riferimento a un gruppo di Periti Agrari dell’Albo di Roma, i quali “non osano firmarsi per paura di ritorsioni”.

Abbiamo fatto le opportune verifiche per appurare la verità dei fatti e abbiamo così deciso di pubblicarla, non integralmente, perché laddove non potevamo accertarci di alcune accuse non ci è sembrato giusto riportarle.

Va detto però sin da subito, e a scanso di equivoci, che la categoria dei periti agrari non ne esca in fondo molto bene. Ma questo lo sapevamo già: Andrea Bottaro è presidente nazionale dal 1994, per l'esattezza, con risultati sotto gli occhi di tutti, visto che nessuno sente più parlare dei periti agrari.

La categoria esiste, è vero; ma è come se fosse invisibile: non hanno una voce pubblica, segno evidente che Bottaro potrebbe anche lasciare la presidenza se non è in grado più di dare quella visibilità a una professione agricola pur così determinante.

Ma veniamo alla lettera.

Siamo un gruppo di cinque Periti Agrari iscritti all’Albo di Roma. Da tempo contestiamo il nostro presidente nazioale Perito agrario Andrea Bottaro per la gestione fallimentare della categoria, peraltro improntata a poca trasparenza e molto personalismo e nepotismo”.

Fin qui l’esordio della lettera. Ovviamente il signor Bottaro potrà sempre dire la sua, qualora avesse dalla sua parte qualche giustificazione per il suo operato che io giudico quanto meno evanescente, se non altro perché le uniche categorie che si rendono visibili sono gli agrotecnici e gli agronomi. Ma questa è un’altra storia, che si può certamente approfondire qualora i periti agrari ne sentissero l’esigenza.
Torniamo alla lettera.

Nella nostra contestazione siamo collegati a nostri colleghi del Nord Italia, molto attivi, ma a livello provinciale siamo ostacolati dal Presidente del Collegio di Roma, Perito agrario Vincenzo Santoro (…)

(…) Il 23 gennaio 2010 i nostri colleghi del Nord Italia hanno roganizzato un incontro a Lonato di Brescia, per parlare del futuro (…) in quell’incontro sono uscite cose clamorose.
In quella sede infatti è stato strappato il velo su discorsi che giravano da tempo: e precisamente che il nostro Presidente Bottaro sarebbe stato ‘condannato’ in Tribunale per avere minacciato il Presidente di una categoria concorrente (quella degli Agrotecnici) inviandogli messaggi di minaccia ed anche un proiettile di pistola!
A Lonato è stata effettivamente mostrata la sentenza che condanna il Presidente Bottaro.

A Lonato i Periti Agrari presenti hanno sottoscritto un documento che chiede al Signor Ministro della Giustizia (che vigila sugli Albi professionali) di commissariare il Collegio Nazionale e rimuovere Bottaro.

E’ peraltro l’unico modo per fargli lasciare quella poltrona che occupa da venti anni e dalla quale, di sua volontà, mai si schioderà.



Il testo della lettera lancia dure accuse, che qui non riportiamo perché evidentemente riteniamo doveroso che i Periti Agrari escano finalmente allo scoperto e dimostrino di avere il coraggio di esporsi con i propri nomi e cognomi; poi, si sa, possono anche chiedere di non renderli pubblici i nomi, ma in Redazione è preferibile che non giungano lettere anonime.

D’altra parte, finché c’è questo clima di paura la situazione non potrà certo cambiare.
La mia sensazione è che se non vi sia mai stata una reale opposizione a Bottaro e al suo gruppo. Come potrà mai cambiare un simile scenario?

Io, dal di fuori, senza conoscere quel che ruota attorno a una gestione che comunque giudico statica e poco visibile, non fosse altro per il fatto che dei periti agrari non si sente mai parlare in giro, quasi non esistessero, segno di una pessima attività di comunicazione, e ciò nonostante tali professionisti siano numericamente una presenza significativa.

La lettera prosegue denunciando il grande potere di Bottaro nel “neutralizzare la richiesta di commissariamento del Collegio Nazionale”. E prosegue, sostenendo che da parte dell’attuale Presidente vi sia “una ferrea censura”.

Sta di fatto che la rivista “Il Perito Agrario” è soltanto un’insieme di fogli tenuti assieme da una copertina, ma di qui a parlare di una rivista ce ne vuole. E' una riovista contenitore, senza taglio giornalistico; e questo è decisamente un punto debole, che certo non giova alla categoria, soprattutto oggi, in una società vocata alla comunicazione.

Ma ecco quanto si legge ancora nella lettera:

Il nostro Consiglio nazionale è stato perquisito e dei computer sequestarti. Ma su questa rivista non è uscita una riga di questi fatti e neanche della condanna del Bottaro. Gli iscritti al nostro Albo sono perciò tenuti all’oscuro di tutto.

Perché questo sistema salti, l’unico modo, è che la stampa si occupi del caso. Ne parli. Accenda un riflettore su questa vicenda. Solo così la politica se ne occuperà, le coperture non saranno più sufficienti, i Periti Agrari iscritti all’Albo saranno informati. (…)


La speranza – è scritto nella lettera – è che “Teatro Naturale” si faccia carico di dare risalto a questa denuncia. Lo abbiamo fatto, fortemente convinti che era necessario farlo. Chiediamo tuttavia, pur nella riservatezza dei nomi, che dietro ad ogni lettera ci sia comunque una firma, un indirizzo, un recapito telefonico, almeno in tal modo sarà possibile costruire qualcosa di diverso.

La battaglia per dare un segnale di svolta a una categoria così importante è necessaria e doverosa. Ma occorre essere più determinati e uscire allo scoperto. Noi di “Teatro Naturale” siamo al fianco dei Periti Agrari che sognano e desiderano avere un Collegio nazionale diverso, più democratico e trasparente.

Intanto, per quanti ignorano la vicenda, riportiamo alcuni documenti che ci sono giunti, e altri che abbiamo pescato in Rete, con la posizione del diretto interessato.

Non tocca a noi giudicare le questioni giudiziarie, che hanno tempi lunghi e percorsi complessi; certo è che se si denuncia una scarsa trasparenza da parte della Presidenza nazionale, c'è da immaginare che questa scarsa capacità di rendere pubblico lo stato della realtà non giova in alcun modo alla categoria.
Indipendentemente da tutto, un Presidente che sia in carica dal 1994 mi sembra comunque una scelta poco felice.
Di chi è la colpa? Dello strapotere di Bottaro che ha la forza di convincere tutti a convogliare su di lui le prefernze o di coloro che continuano a votarlo senza
capirne il perché?
O forse non esiste una valida alternativa, se finora non si è risciuti a lanciare un segnale di discontinuità?

Il dibattito è aperto. Accogliamo volentieri su Teatro Naturale i contributi di quanti vorranno intervenire. Andrea Bottaro compreso, Senza censure, evidentemente.


LA CONDANNA DI ANDREA BOTTARO

Il decreto penale di condanna in primo grado è firmato in data 17 novembre 2009, dal giudice Trerè e depositato dal cancelliere Sergio Bandini.

Nel punto a) si legge che Andrea Bottaro è imputato perché “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, minacciava di un ingiusto male Orlandi Roberto inviandogli una busta da lettere contenente la seguente scritta minatoria dovevi fermarti quando ti è stato detto. Fossi in te ci penserei” ed un proiettile marca fiocchi cal. 7,65”.

Mentre nel punto b) si legge di altre “azioni esecutive del medesimo disegno criminoso mediante l’uso del telefono, per petulanza od altro biasimevole motivo”, con “molestia e disturbo a mezzo di innumerevoli telefonate e sms.

La pena pecuniaria di 570 euro è stata inflitta in sostituzione della pena detentiva pari a giorni 15 di reclusione.


COMPROMESSA L’IMMAGINE DELLA CATEGORIA

Purtroppo, si legge in un documento comune redatto in seguito all’incontro interregionale del 23 gennaio scorso tenutosi a Lonato, in provincia di Brescia, il Decreto penale di condanna “ha gravemente intaccato l’immagine e la dignità di rappresentanza di tutta la categoria in tutta la Nazione”.

E putroppo, come prosegue la nota, il decreto penale di condanna “ha determinato anche il coinvolgimento della sede nazionale del Collegio, in quanto risulta che gli strumenti informatici e telefonici del Collegio nazionale siano stati visionati, indagati e/o asportati da parte delle Forze dell’Ordine.” (...)

Considerando che il decreto di condanna ha determinato “un grave nocumento in tutto il territorio nazionale”, arrecando anche “un grave danno economico alla categoria” i sottoscrittori del documento (il Presidente del Coordinamento dei Collegi provinciali dei Periti agrari e Periti agrari laureati della Regione Piemonte e Valle d’Aosta, i presidenti dei Collegi provinciali di Brescia, Pavia, Como, Lecco, Verona, Vicenza, Treviso, Torino e Valle d’Aosta; nonché l’Assemblea provinciale del Collegio dei Periti agrari e Periti agrari laureati della provioncia di Brescia; nonché, infine, i Consigli dei Collegi provinciali di Brescia, Pavia, Como, Lecco, Mantova, Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Valle d’Aosta, Vercelli, Treviso, Verona, Vicenza) chiedono al ministro della Giustizia on. Angelino Alfano l’immediato intervento per la valutazione di una urgenete azione di commissariamento del Collegio nazionale dei Periti agrari e Periti agrari laureati, o di provvedimento volto a tutelare l’immagine, la credibilità, la dignità e gli interessi di rappresentanza della categoria (…)


UN DOCUMENTO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

Ed ecco l'Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02765, pubblicato il 24 febbraio 2010, seduta n. 341: link esterno


LA COMUNICAZIONE UFFICIALE DEL PRESIDENTE BOTTARO

Ai Presidenti dei Collegi provinciali dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati

Gent.mi Presidenti,

Vi scrivo, con qualche momento di ritardo perché impegnato, anche il giorno di sabato, nelle azioni istituzionali che per me hanno sempre avuto la priorità, per informarVi delle ultime vicende processuali che mi hanno visto, mio malgrado, incolpevole protagonista.

Per arrivare ad oggi ricordo che tutto ha inizio il 14 febbraio 2008 quando ricevo dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì un decreto di perquisizione ed un avviso di garanzia per i reati di cui agli artt-612, 339 c.p. in cui si ipotizzava che io potessi essere stato il mittente di un plico, contenente una lettera minatoria ed un proiettile, indirizzato due anni prima al signor Orlandi Roberto e recapitato presso l’ufficio di presidenza degli agrotecnici di Forlì.

Dopo un anno di indagini il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Forlì dott. Marco Forte, convinto dalle indagini scrupolosamente condotte della mia totale estraneità ai fatti contestati, chiedeva l’archiviazione del procedimento a mio carico al Giudice per le Indagini Preliminari dott. Giovanni Trerè che accoglieva tale richiesta.

La parte offesa, signor Orlandi Roberto, si opponeva a tale archiviazione e,
conseguentemente, in data 12 maggio 2009, veniva celebrata l’udienza camerale, al termine della quale il GIP dott. Giovanni Trerè, rigettava l’opposizione presentata del signor Orlandi Roberto e dichiarava la mia innocenza conclamando la mia totale estraneità a tutta la vicenda.

Il signor Orlandi Roberto, tramite il suo legale, presentava allora una denuncia nei miei confronti per dei messaggi telefonici, a suo dire minacciosi, ricevuti nell’aprile del 2005 e che erano stati inviati da un numero telefonico nella mia disponibilità. Di uno di questi messaggi egli stesso dichiarava di averne trascritto il testo su di un foglio.

A quel punto il Tribunale di Forlì, apriva nei miei confronti, ed a mia insaputa, un procedimento penale nuovo ed emetteva un Decreto Penale di Condanna nei miei confronti per due capi di accusa, di cui il primo (avere inviato una busta contente un proiettile ed un messaggio minatorio) era lo stesso per il quale era stata chiesta dal PM e concessa dal GIP l’archiviazione ed ero stato dichiarato totalmente estraneo, ed il secondo per avere inviato dei messaggi il cui contenuto era provato dalla denuncia del signor Orlandi Roberto.

Il mio avvocato prontamente impugnava il Decreto Penale chiedendo che si celebrasse anziché un processo ordinario, un rito abbreviato al solo fine di rendere più rapido il giudizio successivo. Avremmo infatti potuto opporci al Decreto Penale di Condanna chiedendo il rito ordinario confidando così nella sicura prescrizione per il reato di minacce stante i tempi della giustizia italiana.
Abbiamo invece chiesto il rito abbreviato condizionato all’acquisizione del fascicolo del procedimento che mi aveva visto scagionare da ogni accusa poiché la prova della mia estraneità a tutta la vicenda è contenuta nelle carte in quel fascicolo.

La prima udienza si svolgeva il 19 marzo 2010 presso l’aula per le Udienze Preliminari del Tribunale di Forlì tenuta dal Giudice Dott.ssa Luisa Del Bianco che preliminarmente, eccepita l’improcedibilità nei miei confronti per il capo A (avere inviato nel 2006 all’Orlandi una busta contenete una lettera minatoria ed un proiettile) in quanto già dichiarato estraneo alla vicenda dallo stesso Tribunale di Forlì con ordinanza di archiviazione N.R.G. GIP 4047/08 del 13 maggio 2009, accoglieva l’istanza dall’avvocato dell’Orlandi di mutamento del capo di imputazione.

Quindi chiedeva al PM di modificare il capo di imputazione solo per i fatti relativi alle minacce aggravate ed alle molestie e rinviava all’udienza del 9 aprile 2010.

In quella data proseguiva il processo a mio carico e dopo le arringhe del Pubblico ministero, della parte offesa, nel frattempo costituitasi parte civile, e del mio difensore, il Giudice per le Indagini Preliminare del Tribunale di Forlì Dott.ssa Luisa Del Bianco, derubricava il reato di minacce aggravate in minacce semplice e per questo mi condannava alla multa di euro 30,00 (più il denaro alla costituzione di parte civile pari ad € 8.000,00 su 10.000,00 richieste ed € 2620,00 su € 2.660,00 richieste per spese legali).

Il Giudice, nell’occasione, non ha tenuto conto delle ragioni addotte a prova
della mia innocenza e che si concentravano fondamentalmente sul fatto che non vi era da nessuna parte la prova del contenuto del messaggio telefonico ricevuto dal signor Orlandi Roberto e dunque che lo stesso fosse minaccioso.

Conclusioni: hanno indagato sulla mia vita per circa un anno in maniera anche invasiva e non hanno trovato neppure un indizio per potermi accusare di qualcosa che non avevo commesso, dichiarandomi alla fine estraneo ad ogni fatto: sono stato infatti nuovamente e definitivamente dichiarato estraneo alla vicenda riguardante l’invio al sig. Orlandi di una busta contenente una lettera minatoria ed un proiettile.

Per condannarmi per minacce semplici sono state utilizzate dichiarazioni mai
provate e che si basano esclusivamente sulle affermazioni dell’Orlandi.

Resto in attesa di conoscere le motivazioni che il Giudice di Forlì depositerà
nei prossimi giorni ma il mio avvocato ha già avuto mandato di impugnare, in tutte le sedi opportune, una condanna che reputo ingiusta e lesiva del mio onore per il semplice fatto che sono innocente e non smetterò di lottare per dimostrarlo anche a difesa della Categoria dei Periti Agrari e del Collegio Nazionale messi in piazza da chi poteva chiedermi un chiarimento che sarebbe stato puntuale, preciso ed immediato.

Grazie a coloro i quali mi hanno sostenuto in questa faccenda penosa. Ma grazie anche a coloro che invece, pur conoscendomi, mi hanno attaccato perché mi offrono l’occasione di poterli smentire dimostrando la mia estraneità ai fatti e questo anche se sarà necessario continuare a ricorrere alla autorità giudiziaria.

Andrea Bottaro
12 aprile 2010



La fonte relativa alle posizioni espresse da Andrea Bottaro è il blog "Periti Agrari Liberi": link esterno

Leggi direttamente dal blog per ulteriori approfondimenti: link esterno

Il sito ufficiale del Collegio Nazionale dei periti agrari: link esterno

di Luigi Caricato