Formazione 17/01/2009

Dove "non" volano le api

Una “scomparsa” ch'è vissuta come emergenza planetaria. In un seminario a San Rossore, le cause e i rimedi possibili per la salvaguardia e la valorizzazione dell’apicoltura e della biodiversità


Le api, da tempo immemorabile figure familiari dell’immaginario collettivo, considerate sacre in molte civiltà, produttrici della “dolcezza” per eccellenza e modello studiato e ammirato di organizzazione sociale, stanno “scomparendo”.

A centinaia di miliardi, in tutti i continenti. O sono trovate morte, o non ritornano più nelle arnie. All’inizio, qualche anno fa, sembrava una delle solite “fisiologiche” epidemie, dovuta a fattori ormai ben conosciuti, come la Varroa: governi e istituzioni scientifiche hanno ignorato o sottovalutato le prime grida di allarme degli apicoltori. Poi, dal 2007, a partire dagli Stati Uniti, si è percepito che si trattava di qualcosa di ben più grave, per la quantità delle api scomparse e per i killer che potevano essere chiamati in causa: pesticidi, riscaldamento globale, onde emanate dai telefoni cellulari, Ogm, neoticonoidi presenti dentro i prodotti per la concia del mais, stress dovuto a molteplici altre fonti. Si è cominciato a percepire anche, e forse soprattutto, che – vera o no la “profezia” attribuita ad Einstein secondo cui “Quando le api spariranno, all’umanità resteranno quattro anni di vita” – la scomparsa delle api può mettere profondamente in crisi non solo la produzione di miele o di fiori o di frutta, ma l’intero già precario equilibrio ecologico e biologico del pianeta.

I governi, l’Unione europea, le istituzioni di ricerca nazionali e internazionali hanno finalmente preso consapevolezza della serietà dell’allarme, ma le prime iniziative – di sostegno agli apicoltori e di ricerca delle cause e dei rimedi - sono ancora in ritardo rispetto alla rapidità impressionante con cui la crisi avanza e all’entità dei danni, economici e ambientali, che si vengono a produrre.

Il seminario di San Rossore vuole essere un appuntamento di condivisione e di aggiornamento dei dati e delle caratteristiche della crisi ma soprattutto un momento di stimolo, per operatori, ricercatori e governi, per accelerare la ricerca delle sue cause e adottare i provvedimenti più idonei a fronteggiarla: nell’ambito di un’attenzione particolare all’aspetto della biodiversità, il “filo rosso” che legherà i seminari del 2009 della Commissione Agricoltura.

SEMINARIO
Dove non volano le api

Sabato 24 gennaio, Tenuta Presidenziale di San Rossore, Pisa
Sala Gronchi

9.30
Saluto

Giancarlo LUNARDI
Presidente dell’Ente Parco San Rossore-Migliarino-Massaciuccoli

Introduzione e presidenza dei lavori
Luca Paolo TITONI
Consigliere Segretario della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio regionale della Toscana

9.45 -11.20
La riduzione della popolazione e dei prodotti dell'apicoltura: la situazione, le indagini sulle cause

Nazareno Renzo BRIZIOLI - Giovanni FORMATO
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana

Jane RICHARDSON
Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA)

Maria Grazia MAMMUCCINI
Direttore dell'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione nel settore agricolo forestale (ARSIA)

Francesco PANELLA
Presidente UNAAPI; Vice-Presidente Gruppo “Miele” del COPA - COGECA

Manuela GIOVANNETTI
Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie, Università di Pisa

Laura BORTOLOTTI – Cecilia COSTA
CRA API – Unità di apicoltura e bachicoltura


11.20-12.00
I rimedi possibili: le politiche e gli strumenti regionali, nazionali e dell’Unione Europea per il monitoraggio del fenomeno, la ricerca coordinata delle cause e delle soluzioni, le politiche per sostenere e promuovere il settore e la biodiversità

Tommaso SIMBOLO
MIPAF - Dipartimento delle filiere agricole e agroalimentari

Stanislav JAS
COPA - COGECA

Laurent LOURDAIS
Commissione Europea, DG AGRI

12.00
Coffee-break


12.20
Dibattito
Coordinato da Pier Luigi MEUCCI Direttore dell'Agenzia per l'informazione del Consiglio regionale della Toscana

13.20
Conclusioni

Aldo MANETTI
Presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale della Toscana

Astrid LULLING
Membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo e relatrice della Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 novembre 2008 sulla situazione delle api


Info: Segreteria organizzativa Commissione Agricoltura del Consiglio regionale della Toscana
Tel. 055/2387538; 2387336; 2387296
Fax 055/2387425
e-mail: seconda@consiglio.regione.toscana.it



PER APPROFONDIRE
Risoluzione del Parlamento europeo del 20 novembre 2008 sulla situazione nel settore dell'apicoltura
Il Parlamento europeo – visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,

A. considerando che, in tutto il mondo, e in particolare in Europa, il settore dell'apicoltura sta incontrando gravissime difficoltà,

B. considerando che l'apicoltura ha effetti benefici su tutto l'ecosistema e che essa è essenziale, in particolare, per l'ecosistema agricolo,

C. considerando che è fondamentale conservare la biodiversità, cui l'apicoltura contribuisce in modo determinante con l'attività dell'impollinazione incrociata,

D. considerando che l'apicoltura è praticata in Europa da millenni e che è parte integrante del suo patrimonio culturale e agricolo,

E. considerando gli effetti benefici a livello nutrizionale e medico dei prodotti dell'apicoltura,

F. considerando la varietà e l'elevato livello qualitativo del miele e degli altri prodotti apicoli quali la pappa reale, la propoli, il veleno e la cera d'api, prodotti dall'apicoltura europea grazie all'esperienza dei suoi apicoltori e alla diversità del clima,

G. considerando che il settore è penalizzato dalla concorrenza sleale dei prodotti provenienti da paesi terzi, importati nel mercato comunitario,

H. considerando che, mentre il miele può essere importato da varie regioni del mondo, l'impollinazione può essere garantita soltanto dalle api, che devono essere presenti in numero sufficiente,

I. considerando la grave minaccia di contrazione del patrimonio apicolo a seguito della notevole diminuzione delle risorse di polline e nettare,

J. considerando il drammatico calo delle colonie d'api nel mondo,

K. considerando che tra i fattori all'origine della crisi sanitaria apicola sono da annoverare la presenza continua nelle arnie del parassita Varroa, la sindrome dello spopolamento degli alveari e la diffusione del Nosema ceranae,

L. considerando che il 76% della produzione alimentare destinata al consumo umano dipende dal settore dell'apicoltura,

M. considerando che l"84% delle specie vegetali coltivate in Europa dipende dall'impollinazione,

N. considerando che nell'impiego dei biocidi si ignorano troppo spesso le prescrizioni e le buone prassi,

O. considerando che non esistono ancora metodi per e radicare talune malattie delle api che comportano una riduzione della loro capacità di resistenza e la perdita di arnie,

1. ritiene fondamentale reagire senza indugio alla crisi sanitaria apicola in modo appropriato e con strumenti efficaci;

2. è del parere che occorra far fronte alla concorrenza sleale dei prodotti dell'apicoltura provenienti da paesi terzi per effetto, tra l'altro, di costi di produzione inferiori, in particolare per quanto riguarda i prezzi dello zucchero e della manodopera;

3. invita la Commissione ad intensificare quanto prima la ricerca sui parassiti e sulle malattie che stanno decimando le api, nonché su altre cause potenziali quali l'erosione della diversità genetica e le colture geneticamente modificate, mettendo a disposizione ulteriori risorse di bilancio a tale fine;

4. ritiene fondamentale rendere obbligatoria l'indicazione del paese d'origine del miele d'api sull'etichetta,

5. invita la Commissione ad introdurre, nell'ambito della "valutazione dello stato di salute" della Pac, misure volte a creare zone di compensazione ecologica (quali i "maggesi apicoli"), in particolare nelle grandi regioni delle colture seminative; e chiede che queste aree siano situate nelle parti più difficili da coltivare, dove piante quali la phacelia, la borragine, la senape selvatica o il trifoglio bianco potrebbero svilupparsi e rappresentare importanti fonti nettarifere nella zona di raccolta delle api;

6. invita il Consiglio e la Commissione a prendere in debita considerazione la salute delle api, le possibilità di commercializzazione dei prodotti delle api, nonché l'impatto economico sul settore dell'apicoltura in tutte le discussioni e le future misure legislative concernenti la coltivazione nell'Unione europea di colture geneticamente modificate;

7. chiede alla Commissione di promuovere le misure necessarie per limitare i rischi di un'impollinazione insufficiente, tanto per gli apicoltori quanto per gli agricoltori, la cui produzione potrebbe aumentare considerevolmente;

8. chiede alla Commissione di garantire il controllo e la sorveglianza della qualità delle acque di superficie, essendo le api molto sensibili a qualsiasi deterioramento dell'ambiente;

9. chiede alla Commissione di avviare una ricerca sul nesso tra la moria delle api e l'utilizzo di pesticidi quali tiametoxame, imidaclopride, clotianidin e fipronil, per adottare le misure del caso quanto all'autorizzazione di tali prodotti;

10. invita la Commissione a coordinare tutte le informazioni attualmente a disposizione degli Stati membri riguardo a tale situazione; è del parere che la Commissione debba cooperare con le organizzazioni riconosciute ai fini dello scambio delle informazioni scientifiche in loro possesso concernenti gli effetti dei pesticidi sulle api;

11. reputa indispensabile introdurre l'obbligo di analizzare il miele importato per rilevare l'eventuale presenza di bacilli della peste americana;

12. esorta la Commissione a proporre un meccanismo di aiuto finanziario per le aziende del settore, in difficoltà a seguito della moria del loro patrimonio apicolo;

13. auspica che la Commissione integri la ricerca e la lotta contro le malattie delle api nella sua politica veterinaria;

14. chiede alla Commissione di invitare tutti gli Stati membri ad assegnare aiuti immediati al settore apicolo;

15. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.





Fonte: Angela Crescenzi, Orazio Cellini

di C. S.