Italia 19/02/2011

Lobbing e pressing, dagli Usa il no al fronte anti-ogm

Svelato da Wikileaks i meccanismi di moral suasion che portarono ad arenarsi il progetto di un decreto italiano contro le colture trangeniche


Fu l'ambasciatore statunitense in Italia Michael Sembler a bloccare il decreto anti ogm che l'allora Ministro Alemanno stava per varare.

Un'azione di lobbing, come ha riconosciuto lo stesso Alemanno, perfettamente lecita e legale.
Si sa che ogni stato ha i propri interessi e utilizza la diplomazia per cercare di realizzare i propri obiettivi.

Allora, per gli Stati Uniti, l'obiettivo era boicottare il decreto anti ogm italiano che rischiava di minare la politica a favorer del transgenico che l'amministrazione Bush promuoveva e patrocinava.

Fu così che l'ambascitore Sembler andò a trovare l'onnipresente sottosegretario Letta che, seduta stante, telefonò al presidente Berlusconi il quale rassicurò che il decreto, così come formulato, non avrebbe ricevuto il via libera dal Consiglio dei ministri.
Fu quindi il sottosegretario Letta, secondo quanto si legge dai dispacci pubblicati da Wikileaks, a trovare l'escamotage per far naufragare il progetto senza che nessuno dei protagonisti ci rimettesse la faccia.

"Ci fu una pressione politica degli Stati Uniti, peraltro trasparente, tanto che ne parlai con il ministro dell'agricoltura americano- ha dichiarato Alemanno- ma il governo italiano su mio impulso non accettò quella pressione e lo stesso fecero le regioni e il Parlamento italiano''.

Il decreto fue infine promulgato anche se non proprio nella sua forma originale che prevedeva il blocco totale nei confronti degli ogm ma dando un "contentino" agli americani, ovvero inserendo la possibilità di coltivazione di prodotti transgenici previo varo di un decreto che definisse i principi e i limiti della coesistenza, sentito il parere della Conferenza delle Regioni.

Sappiamo com'è andata a finire.
La discussione sulla coesistenza è arenata in Conferenza delle Regioni e, sebbene il ministro Galan, minacci talvolta di varare il decreto anche senza le regioni, tutto resta nell'immobilismo più assoluto.

di Graziano Alderighi