Italia 18/12/2010

Arte da Mangiare, meeting point per “Gusto e Sapori” al Salone dei fiori

Il diario per emozioni di Enzo Lo Scalzo. Tante le proposte culturali a Milano e in Lombardia. Il nostro, è il Paese dei miracoli




E’ stato veramente un piacere condiviso reciprocamente con la direzione di Sogemi presentare al Salone dei Fiori, che in caso di ripetizione di simili eventi potrebbe anche diventare un open space di ripresa e creazione di opera d’arte per i creativi, un “angolo di cultura” in mezzo ai banchi di presentazione e vendita di prodotti tradizionali alimentari lombardi e nel contorno di decine di stand ricolmi di fiori. Il mercato milanese è il più importante della penisola: arrivano da ogni angolo del globo per ridistribuzione ai punti di proposta al pubblico a ridosso d’ogni campanile della penisola. Villaggio o metropoli che sia.

Mamma quante proposte in un unico periodare: se non le elencassi, me le dimenticherei, essendo un osservatore distratto, capace di volare da soggetti gustosi a... temi più pensierosi...

L’occasione presentata è stata raccolta al volo da Ornella Piluso, fondatrice di “Arte da Mangiare” e dagli amici di Agorà Ambrosiana che si risveglia d’incanto ogniqualvolta la “città infinita” le offre spunti d’iniziative simpatiche, aperte, trasparenti, pubbliche, positive senza barriere d’identità e ingresso! Un nuovo modo d’essere e di vivere nel mondo con il favore di un sentimento che da qualche anno Jeremy Rifkin e la sua Fondazione intercontinentale propone alla spontanea volontà d’emancipazione pacifica delle libertà individuali e collettive della popolazione del pianeta.

Dovremmo promuovere l’occasione dei fiori anche come motivazione all’ispirazione artistica per gli artisti di Arte da Mangiare, sempre che gli artisti ricerchino l’ispirazione motivante e che i fiori abbiano la potenzialità di coesionare piccole e medie comunità di gente, di uomini, donne e diversi, in una coesistenza “a favore” e “non contro”, una pro-patria, pro-domo, pro-messa!

In tre settimane il Salone ha ospitato per la prima volta la presenza di Cibo: forse la prossima volta anche i fiori potranno essere trasformati in stand e nicchie di cibo bello e buono, non solo commestibile, ma buono da mangiare, dalle insalate ai “risotti con”, dalle frittate a macedonie fiorite e a torte decorate con petali straordinari, grassi, magri, profumati, erbosi, d’ogni consistenza, colore, sapore...



Intorno potranno alleggerire la natura leggiadre mostre e mosse d’indossatrici, indossatori, pittori, scultori... con musica diffusa... con aria profumata dalla natura e dalla naturale tecnologia con cui Arte da Mangiare ha offerto ai visitatori ignari il Panettone... di quest’occasione. Ignari, perché pensavano ai morsi da dare più che ai sospiri di meditazione sulle vaghe onde profumate dell’aria... Un bicchiere di rosso, bianco o di bollicine non stonava, in nessuna postazione: gli espositori di vini e bevande erano stati raggruppati in una delle due ali della galleria, ma giungevano a sorsi alla mano tesa... o direttamente alla bocca protesa... da una parte all’altra!

Gli organizzatori hanno alleggerito l’eventuale stanchezza o attirato frequenze partecipate alle generazioni più giovani con giochi, alle generazioni anziane con una rassegna della casseoula che avrebbe meritato un “Guinness prize” alla quantità e alla qualità: in due giorni e una sera più di mille porzioni!

Lasciatemelo dire, come ricercatore e ideatore della Casseoula di San Galdino nel territorio ambrosiano, è stata VERA casseoula, quella dei contadini del Ducato di Milano, abituati a festeggiare la festa rurale del maiale da novembre a gennaio in occasione della sua immolazione: si faceva nel recipiente che spagnoli e lombardi denominarono proprio con quel nome, con le verze gelate al campo, e la lenta cottura delle ossa delle costolette pesanti e di cotenne, orecchiette, musetto, piedini e ogni cosa di consistenza morbida o molli e mucillaginose come ostriche marinate a crudo... che solo buona bonarda, o mosso barbera sapevano lavare nel tratto del gusto, meglio quando sostenute da buona grappa stura groppo...

Una bontà cucinata dai cuochi di Ristorazione Milano che alimenta ogni giorno le scuole della città e della provincia: giornalmente rispettando multietnie e concetti di salute, ma... nel buon gusto di cibo sano, naturale e d’incredibili varietà di frutta e verdura!

In quest’occasione soddisfacendo gli amanti della tradizionale pietanza ambrosiana, con i sapori naturali di verza e dei succhi di parti umili, non conservabili per la lunga stagione, fragranti di profumi naturali di giornata o quasi!

Pochi giorni prima, le verdure da pinzimonio dei Mercati Milanesi hanno fatto semplice e genuino omaggio ad eccellente olio extra vergine d’oliva che festeggiava il suo 50° anniversario proprio a Milano, al Grand Hotel Westin.

Era il 2 dicembre, con oltre 150 convenuti da tutta la penisola, senza nessuna elargizione pubblica tranne che sorgente dalla propria decisione di festeggiarne l’anniversario allo scopo di trovare insieme spazio per la presentazione di idee propositive e positive per il protagonismo italiano nel mondo dell’olio extra vergine d’oliva.

I convenuti avevano risposto con entusiasmo all’invito che Teatro Naturale, creatura senza sovvenzioni di Luigi Caricato, aveva ricordato e proposto come giacimento miliare italiano tra le risorse naturali di coltivazione per ricavarne energia e cibo dal suo succo vitale.

Il nostro è il paese dei miracoli, finché continueranno a figliare progenie di pastori e benefattori, finché statisticamente arriva il “dritto” che s’inventa furbizie e speculazioni, non sempre a norma di legge dello stato o della natura, fino a creare disastri d’immagine che si ripercuotono sulla fiducia dei “consumatori”, in tutto il pianeta. Si tratta di rischi da cui è quasi impossibile riemergere.
E’ possibile che l’extra vergine d’oliva sullo scaffale di un buon punto di vendita sia proposto al pubblico con prezzi che sventagliano da 1,89 a 18,90 Euro al kg?

Eppure la documentazione è palese, l’olio è tutto etichettato extra vergine d'oliva. Pertanto, anche un ingenuo come chi scrive, non si meraviglia che amici a Greve in Chianti quest’anno lascino le olive a morire di difficile degenerazione sulle stesse piante, senza raccolta, risparmiando anche le complesse compilazioni di documentazione di spesa per raccogliere più... perdite! Non frutti!

A ridosso dei fiori in vista, coronava l’angolo dello spazio destinato alla cultura per la mente lo schermo e il labaro di Arte da Mangiare, il generatore del panettone nell’aria, la collana Coltura e cultura edita da Art per un progetto di Bayer Crop Science in espositore che raccoglieva i dodici volumi-monografie enciclopediche editi fino ad oggi. Si tratta di una vetrina che difficilmente si vede esposta nelle librerie pubbliche ma di cui si arricchiscono invece le biblioteche d’istituti, università, scuole di specialità e centri di formazione di paesi e città d’Italia. E’ stata promossa dalla multinazionale per colmare una lacuna d’informazione nazionale, al di sopra delle parti, con verità d’informazioni e formazione per la formazione di cultura individuale, di gruppo e di nazione.

Occorre che sia resa nota al pubblico, ai compratori oltre che ai produttori e coltivatori, che possa svolgere il suo ruolo di riferimento al di sopra delle parti per ogni informazione su botanica, storia e arte, alimentazione, coltivazione, ricerca, utilizzazione, mondo e mercato per ciascuno dei “crop” coltivati. Per ogni volume hanno collaborato da 50 a 70 autori, per formare una coorte ad oggi di oltre 600 autori, specialisti, studiosi, scienziati, da università, dai campi, dai mercati, dalle varie regioni del mondo.

Una filiera di riferimento che copre oltre il 90 % della VERA AGRICOLTURA di cui si nutre il pianeta. Grazie dottor Renzo Angelini, allo staff, al management e agli azionisti di Bayer Crop Science. E’ una rilevante operazione culturale che ancora, al terzo anno, non ha ricevuto il meritato apprezzamento da parte di Milano EXPO o dei mass media. Senza polemiche, mi auguro, come italiano, che con Gusto e Sapori anche l’ideatrice di Milano EXPO abbia avuto l’occasione di avere prova della sua esistenza fisicamente disponibile per la preparazione dei 6 mesi di dibattito per il cibo in ogni territorio del mondo... nel 2015!

Mi fermo? I visitatori del portale di Arte da Mangiare troveranno pane per le loro menti nelle semine e nei raccolti che si fanno da tre anni: e ci ritroveremo ai primi di Aprile con il raccolto 2011. Agorà Ambrosiana come faceva in passato con la Delegazione Milano Internazionale dell’Accademia Italiana della Cucina ed il portale Oliopepesale (www.oliopepesale.it) che ne conserva memoria, copre senza mezzi il ruolo che altre associazioni culturali hanno trascurato, lasciando buchi d’interesse scoperti a una collaborazione attiva e spontanea con i progetti in corso. Negli ultimi dieci anni con Asa, associazione della stampa agroalimentare italiana, in parte questa messe di notizie è stata riversata come dote per i giornalisti nelle banche dati del sito Asa Press (www.asa-press.com).

L’antologia di studi, eventi, idee, report di dibattito di tutte le associazioni citate è abbastanza nutrito, la biblioteca e la raccolta capillare d’informazioni sulla storia italiana dell’alimentazione e sulla sua somministrazione è molto più ampia ed accessibile a migliaia di soci dell’Accademia italiana della cucina che si approssima al 60° anniversario. Purtroppo queste risorse non appaiono ancora coordinate e dirette verso un programma operativo mirato al progetto di EXPO, che comunque deve essere integrato con informazioni da costruire per nazione del pianeta, per continente, per condizioni climatiche. Siamo in ritardo, ma i miracoli a Milano si potrebbero realizzare...

La civiltà e la capacità di pensiero della società ambrosiana si è sempre rivelata aperta al sovraccarico di lavoro, aperto alle collaborazioni, focalizzato su obiettivi di un piano di dibattiti indirizzati a trattare e suggerire proposte e suggestioni e a testimoniare risultati recenti ed ongoing, anche con l’aiuto di mezzi che potrebbero essere organizzati ad hoc dalle osservazione del pianeta dallo spazio, con continenti e territori di difficile accessibilità, con la competizione di risorse dell’alimentazione con quelle di energia sostenibile, con la rete di empatia sfruttabile per ammortizzare picchi e fondi delle sinusoidi di sussistenza naturale e ottimizzare circolazione e indirizzo di risorse in plusvalenza o in crisi...

di Enzo Lo Scalzo