La voce dei lettori 18/12/2010

Epap: quanta pazienza potremo ancora avere?

Altri 9 milioni di euro persi e una cassa di previdenza che fa acqua da tutte le parti. Le pensioni dei libero professionisti sono legate indissolubilmente con la capacità degli enti previdenziali di produrre rendimenti elevati e costanti


Gentile Direttore,
sono ormai trascorsi sei mesi dall’insediamento dei nuovi membri degli organi direttivi dell’EPAP - la nostra cassa previdenziale - e nessun commento è stato fatto sui risultati del bilancio 2009.
Mi sarei aspettato dai nuovi eletti un giudizio, un’opinione, delle osservazioni, delle domande, una richiesta di chiarezza sui dati riportati nel conto economico del bilancio 2009.
Invece, il silenzio regna sovrano.
Mi chiedo: se ad una perdita di 38.334.777 euro segue una nuova perdita di 9.202.100 euro, è mai possibile che nessuno dei nostri rappresentati abbia sentito il dovere di comunicare agli iscritti questa notizia e di cercare di individuare delle responsabilità?
Quanti soldi deve ancora perdere la cassa prima che qualcuno dei nostri rappresentanti senta il dovere di imputare delle responsabilità a coloro che indirizzano ed operano le scelte finanziarie?
Leggo il comunicato del Presidente dell’EPAP n° 14/10 del 06/12/2010 e la mia preoccupazione aumenta: una lunga dissertazione nella quale si parla diffusamente dei modi e delle motivazioni della svalutazione dei crediti, ma nella quale non vi è alcun commento sulla perdita di bilancio (ed anzi, di tale, rilevante perdita, non viene neppure fatta mai menzione!)
La mia domanda è semplice: se le perdite del 2008 erano imputabili alla crisi finanziaria, le perdite del 2009 a cosa sono imputabili?
Alcune risposte sono in parte emerse dagli articoli apparsi su Italia Oggi ed Il Sole 24 Ore, nei quali si evidenzia la percentuale dei titoli “cosiddetti strutturati”.
Le indiscrezioni riportate sui giornali in merito ai lavori della Bicamerale di controllo degli enti gestori forme di previdenza obbligatoria, sono molto pesanti sull’utilizzo di queste forme di investimento finanziario tanto da definirli “una scommessa speculativa”.
Da quando è nata l’EPAP ho sempre perorato la scelta di avere una nostra cassa previdenziale ma ora, per la prima volta, ho dei dubbi.
Dubbi di natura strettamente economica, espressi anche dalla Bicamerale, la quale sottolinea che è “opportuna, da parte di chi è intenzionato a utilizzare tali strumenti finanziari, oltre che un’adeguata competenza anche un’attenta valutazione del rischio di massima perdita che può derivare. E’ infatti necessario che gli strumenti finanziari innovativi non servano a coprire perdite già acquisite, con il rischio di un effetto amplificativo”.
Sensazione non solo mia, visto il numero di ricongiunzioni attive avute nel 2009 € 915.179 contro € 2.893.536 del 2008, (pag . 34 del bilancio 2009).
Ciò significa che la fiducia nell’EPAP sta scendendo sempre più tra tutti gli iscritti.
I nostri risparmi (chiamati contributi obbligatori) valgono sempre meno e non vorrei che il bilancio 2010 portasse altre amare sorprese.
Presidente Pirrello, mi risponda, mi dica che mi sto sbagliando, che nel 2010 l’EPAP ha recuperato i 47.536.877 euro che ha perso negli ultimi due anni e, forse, potrò cambiare idea sul trovarmi una forma contributiva complementare all’EPAP, perché continuando come negli ultimi due anni non c’è futuro per noi iscritti.
Cordiali saluti e auguri di Buone Feste

Dott. Agr. Roberto Accossu

Gentile Dott. Accossu,
purtroppo c'era da attendersi questo nuovo pesante risultato e questo perchè le stesse persone tenderanno a ripetere gli stessi errori, ivi compresa la scarsa trasparenza e comunicazione che ha contraddistinto la precedente gestione.
Nulla è cambiato, nonostante le promesse elettorali. Passata la festa, gabbato lo santo...
Non vedo rosee prospettive neanche per l'imminente futuro. Pirrello era e resta presidente, nonostante l'azione lobbistica dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, guidata dal Conaf, che, volendo portare un gruppo compatto al governo dell'Epap, speravano così di scalzarlo da quella posizione.
Un auspicio durato lo spazio di un mattino, o meglio lo spazio della prima riunione del cda dell'Epap, durante il quale è avvenuta la prima scissione, proprio nel gruppo granitico degli agronomi, cosa che ha consentito a Pirrello di garantirsi il posto di comando.
Purtroppo dovremo temere per le nostre pensioni di libero professionisti.
A inizio dicembre ha fatto scalpore, tanto da essere ripresa da tutti i principali quotidiani, la precarietà delle future pensioni dei liberi professionisti che ammonterebbero al 25% o meno del loro ultimo stipendio.
Considerando che il contributo annuale di un iscritto Epap è pari a 2500 euro, la sua pensionhe sarà di 500 euro/mese... un po' poco.
Tutta colpa della legge, ribadiranno i vertici dell'Epap, che ci obbliga a rivalutare il montante sulla base dell'indicizzazione Istat.
Una facile scusa, un ottimo modo di nascondersi dalle proprie responsabilità.
Già, perchè se l'Epap fosse in grado di garantire rendimenti elevati e costanti, al pari di quanto accade per sistemi di previdenza privati, anche legati ad alcune categorie, come i dirigenti commerciali che, nonostante la crisi, hanno saputo mantenere rendimenti a due cifre, sarebbe possibile un'azione sul parlamento affinchè la rivalutazione del montante possa venire svincolata dalla sola rivalutazione Istat ed essere agganciata ad altri parametri, assai più favorevoli, per una previdenza equa, ai professionisti.
Così non è, evidentemente.
L'Epap perde soldi, molti, tanto che cominciano a sorgere dubbi sulla stessa sostenibilità economica dell'ente che in pochi anni è stato capace di dilapidare un patrimonio costruito in anni di “buona economia”.
Dalla crisi, sempre indicata come la causa di tali disastrosi risultati di bilancio, non siamo ancora usciti. Da qui il mio pessimismo.
Auguri, a noi tutti.

Alberto Grimelli

di T N