Italia 27/11/2010

L'UE dice no al cioccolato italiano

La denominazione di vendita, introdotta dall'Italia, "cioccolato puro" è stata bocciata dalla Corte di Giustizia europea


L'Italia è fuorilegge per la denominazione ''cioccolato puro'' . A stabilirlo è stata la Corte di Giustizia dell’ Ue (Unione europea) che ha denunciato l’Italia per aver violato il diritto dell'Unione. E’ stato inoltre precisato dalla Corte di giustizia che una corretta informazione dei consumatori può essere garantita tramite l'indicazione nell'etichetta dell'assenza di grassi sostitutivi.

Il diritto dell'Unione relativo all'etichettatura dei prodotti di cacao e di cioccolato armonizza le denominazioni di vendita di tali prodotti. Quando contengono fino al 5% di grassi vegetali diversi dal burro di cacao (detti sostitutivi), la loro denominazione resta immutata, ma la loro etichettatura deve contenere, in grassetto, la specifica dizione: ''contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao''. Per i prodotti di cioccolato che contengono unicamente burro di cacao è possibile indicare sull'etichettatura tale informazione, purchè sia corretta, imparziale, obiettiva e non induca in errore il consumatore.

La normativa italiana prevede la possibilità che la dicitura ''cioccolato puro'' sia aggiunta o integrata nelle denominazioni di vendita o sia indicata in altra parte dell'etichettatura dei prodotti che non contengono grassi vegetali sostitutivi e commina ammende (da 3000 a 8000 euro) in caso di violazione.

"Stupisce che la notizia relativa alla condanna del nostro paese da parte della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sull'introduzione dell'aggettivo "puro" a fianco della parola cioccolato sull'etichettatura dei prodotti italiani abbia suscitato tutto questo clamore." A dirlo è Eugenio Guarducci, Presidente di Eurochocolate, saputo della condanna definitiva dell'Italia per l'uso della dicitura "cioccolato puro" nell'etichetta del cioccolato contente solo burro di cacao, per distinguerlo da quello contenente altri grassi vegetali.
"Tutto sommato -prosegue Guarducci- si tratta di una notizia ormai nota agli addetti ai lavori nel senso che il verbale di infrazione era già stato compilato da qualche anno e non rimaneva che attendere l'arrivo della multa che puntualmente è arrivata. Dobbiamo domandarci piuttosto quali sono state in questi anni, mente si aspettava di ricevere la sanzione, le azioni che il nostro paese ha messo in atto, non tanto per tutelare il cioccolato italiano ed i suoi consumatori ma per proteggere la cultura di un prodotto di qualità a livello internazionale. A nostro modesto avviso è mancata una sensibilizzazione politica costante che poteva riportare all'esclusione dei grassi vegetali dalla ricetta originaria del cioccolato, che deve prevedere solo massa e burro di cacao. Temo che la stessa Lobby che ha voluto l'introduzione dei grassi vegetali abbia saputo in questi anni annichilire ogni possibile e doveroso sforzo rivolto alla tutela di uno dei prodotti più rappresentativi della cultura alimentare europea.
"Eurochocolate -conclude il Presidente di Eurochocolate- si è schierata fin dall'inizio a favore di questa dicitura adottata dall'Italia per distinguere il cioccolato fatto con burro di cacao rispetto a quello contenente altri grassi vegetali con l'obiettivo di salvaguardare la qualità del cioccolato artigianale italiano. Anche se questa condanna può rappresentare un passo indietro, siamo certi che i nostri maestri cioccolatieri manterranno inalterata la qualità del loro cioccolato artigianale e che la crescente consapevolezza del consumatore nei confronti del cibo degli dei permetterà loro di scegeliere nel modo giusto."

“Vedi un po’ come vanno le cose del mondo: la Corte di giustizia europea condanna l’Italia per le etichette su cui c’è scritto ‘cioccolato puro’. La Corte di giustizia europea pretende etichette trasparenti, che poi è la nostra stessa ‘pretesa’, quella che mi attendo sia esaudita al più presto dal nostro Parlamento. Insomma, ciò che chiedo è coerenza, una virtù che non emerge ancora in sede comunitaria a proposito di etichette. Sia chiaro che la questione cioccolato ed etichette non rientra nelle competenze della cosiddetta filiera agricola, pertanto non è al commissario Ciolos che mi rivolgo.
Aggiungo soltanto che oramai sono tanti, sono troppi ‘i bidoni’ alimentari che invadono l’Italia e il mondo camuffandosi da genuini prodotti italiani. Ecco perché questa condanna, a mio dire, è corretta ma fino a un certo punto… Un punto che va ben oltre il cioccolato puro”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan.

di C. S.