Articoli 28/05/2011

Grande successo per l’olio Dop Puglia

Grande successo per l’olio Dop Puglia

Euforia generale per la presenza, sugli scaffali di una grande catena statunitense, delle prime bottiglie a denominazione di origine protetta a marchio Puglia. I mercati reagiscono bene, apprezzando l’idea di una Dop unica per l’intera regione


E’ un falso storico, ma la bottiglia esiste realmente. Presso la catena Shoprite. Addirittura come Private Label. Come ben dimostra la foto l'olio extra vergine a marchio Dop Puglia è ormai realtà. Insomma: di tutto di più. A testimonianza di come il mercato sia effettivamente invaso da molti falsi, e nessuno – e ribadisco a gran voce: nessuno – che si agiti, che intervenga imponendo il rispetto delle Dop.

Sarà pur vero che la Dop ha valore solo a livello comunitario, ma non si può certo restare immobili di fronte agli abusi. Provate a spacciare falsa Coca Cola per rendervi conto della potente reazione del grande colosso americano.

Perché allora non si indaga su tale falso olio Dop Puglia? Perché non ci si impone con forza e determinazione per far valere il valore di una denominazione di origine protetta?

Dov’è FederDop? Perché tace?

Dov'è Aicig, l'Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche? Lancia un esercito di 100 agenti di pubblica sicurezza, come recita un recente dispaccio, certo, ma al di là dei pomposi proclami cosa fa di fatto l'Aicig?
 

Dov’è il Ministero delle Politiche agricole? Perché non interviene?

Dov’è il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro? Perché non studia una seria soluzione al problema?

E’ tempo di agire. Le Istituzioni si sveglino!

E Nichi Vendola, l’abile venditore di sogni? Lui che rappresenta e governa la Puglia, faccia sentire la sua voce, intervenga, si faccia vivo. Non si tiri indietro, come ha fatto con i vari assalti all’olio a mano armata di cui abbiamo dato notizia. Gli uomini delle Istituzioni, e dell’associazionismo tutto, con la loro assenza dimostrano la propria debolezza e - occorre pur dirlo -  in certi casi anche l’indifferenza che li vede quasi estranei al problema.

Non basta denunciare, occorre agire.

Matita rossa e blu per tutti, dunque.

Intanto, a proposito di Puglia, ricordo ancora quando l'esperto di marketing Massimo Occhinegro spronò, in diverse occasioni, Istituzioni e aziende ad attivarsi per lavorare al progetto di una Igp Puglia per valorizzare e tutelare l'olio della regione.

Visto quanto è accaduto negli Stati Uniti, ho voluto sentire per l'occasione Occhinegro. Con un filo d'amarezza, mi confida che la sua idea di una Igp per l'olio di Puglia sia stata in verità ampiamente condivisa, ma...  Sì, c'è un ma, come sempre: "...ma la mia idea - ha ammesso candidamente Massimo Occhinegro - è stata accolta con favore solo a parole. Mai, tuttavia, è stata attuata. la proposi sin dal 2003, e ora noto - e lo dice con una comprensibile punta di sarcasmo -  che la burocrazia all'estero funziona meglio che da noi". Già.

Ora, però, lancio un sasso nelle acque stagnanti del nostro Paese; e pongo un quesito per tutti. Secondo voi, l'azienda che ha confezionato il finto olio extra vergine di oliva Dop Puglia è un'azienda estera o italiana? Bella domanda! Io conosco la risposta.

 

 

di Luigi Caricato

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Commenti 4

massimo occhinegro
massimo occhinegro
08 giugno 2011 ore 16:37

Il problema e' che , sulla base selle leggi europee attuali il nome della Regione non puo' essere menzionato se non nel caso di Dop o Igp regionale. Ad esempio mentre prima, per un prodotto 100% italiano era anche possibile mettere l'immagine dell'Italia con l'evidenza delka Puglua, oggi non si puo' fare giacche' esistono le Dop.

Michele Cannoletta
Michele Cannoletta
02 giugno 2011 ore 22:01

per quello che mi riguarda sarà pure una bestemmia quell'etichetta,però da una parte nel mio cervello c'è un omino che dice menomale,almeno,seppur in maniera obbrobriosa, qualcuno mette negli scaffali d'oltre oceano il nome Puglia, così che si faccia conoscere questa terra e uno dei suoi prodotti principe

massimo occhinegro
massimo occhinegro
30 maggio 2011 ore 18:33

E' vero che non si evince per intero l'etichetta, tuttavia, da quel che mi risulta la normativa europea e quindi il disciplinare , mentre prevede la menzione "Castel del Monte" per la Terra di Bari, non prevede la dicitura evidente nella parte visibile ed alta dell'etichetta "Imported Puglia Region DOP" . In Italia , per quel che mi consta di regionale esisterebbe una IGP (Toscano) ed una DOP UMBRIA. Non esiste una DOP PUGLIA o imported from Puglia region, come si legge. Non vedo purtroppo nella foto, se c'è il logo UE. In ogni caso non mi pare che tale etichetta risponda ai requisiti europei. Il Consorzio della DOP, come tutti i consorzi, dovrebbero autorizzare le etichette e quindi non si capisce bene come tale etichetta abbia potuto superare il vaglio del Consorzio. Ho serie perplessità. Tuttavia è anche possibile che mi sbagli.

Elia Pellegrino
Elia Pellegrino
30 maggio 2011 ore 16:36

Buongiorno Luigi, conosco bene quell'etichetta per aver avuto il piacere di produrla nel 2007. Già da allora riportava la dicitura Puglia con una chiara dicitura sul basso Terra di Bari Castel del Monte; se oggi la menzione della dop di appartenenza e della relativa sottozona sia stata eliminata (dalla foto non si evince l'etichetta nel suo complesso)questo non è dato saperlo! L'azienda è sicuramente italiana e del nord barese
Elia Pellegrino Andria (Bt)