Articoli 13/03/2004

UN PO' DI SESSO, UN POCO DI AMORE. CON QUALCHE INTRIGO

Le donne televisive credono di essere "topos", luoghi, e invece si scoprono "ratos", ratti. La bellezza del burka avvolge in un'aurea di mistero. Il taglio lampeggiante degli occhi, l'eleganza di un piede. La scrittrice Elvira Battaini giudica per noi la TV


Quando la sera mi affondo nella TV, sono in genere sopraffatta da un timore. Ha ragione la mia amica Rita che, ridendo, dice di donne che credono di essere dei “topos” e invece sono dei “ratos”, grossi topi, dei ratti. Bellezza del burka dove tutto è avvolto in un’aurea di mistero: solo una mano, il taglio lampeggiante degli occhi, l’eleganza di un piede. Qui invece un’indigestione di veline e di velone, educazione al gusto dell’orrido, sconfitta del buon gusto.

Un tempo avevamo pochi canali ma c’erano rassegne di film d’autore e sceneggiati tipo “Il mulino del Po” di Bacchelli, la cui visione fermava tutta l’Italia. Il giorno seguente tutti ne parlavano. Ora si sono allegramente accampati programmi leggeri, più leggeri – così leggeri che la testa ti vola via: non esiste proprio, la testa. D’accordo: si tratta di scegliere. Infatti, interessanti sono i documentari: scientifici e storici, i resoconti di viaggi. Belle le historiae naturalis; splendide le carrellate archeologiche. (Indovinata e disinvolta la coppia di “Turisti per caso”; non so ancora se lei è bella o brutta: è di certo di una simpatia impagabile).

Per le “fiction” del dopo cena o dopo pranzo: le "soap opera" sono in genere costruite tutte allo stesso modo: un po’ di sesso e un poco d’amore mescolato il tutto con qualche intrigo famigliare o poliziesco. Tonalità d’insieme: giallo-nero o rosa. Gli attori, che ancora si trovano, sono obbligati a spiccare capriole o salti mortali d’interpretazione. Più sicuri i documentari, o le lezioni di medicina del Dottor Mirabella! Io sono facilmente suggestionabile, e quindi è meglio evitare di sentirsi addosso tutti i mali dell’universo. Cambio canale ed eccomi “La storia siamo noi”: sorprese - dolorose sorprese quali ad esempio la sorte dei soldati dispersi dopo la guerra nel Vietnam, in Cambogia e finiti in Siberia o in Oriente dopo i grandi conflitti mondiali? Chi li ricupererà mai! Ormai dimenticati tranne che dai familiari. Il “Chi l’ha visto”? nostrano è una ricostruzione “dubbia” e dubitosa, vicende ricostruite, in che modo? In studio; capisco che può essere d’utilità, poiché molte persone sono state così ritrovate. Più convincenti le interviste agli “invisibili” (per gli occhi della grande città). Sono storie autentiche di vita vissuta, narrata direttamente da uomini e donne raminghi: i classici “barboni”. Mentre i barboni sono persone interamente libere fuori dai “cliché”, al contrario, c’è gente tipo il "Gande fratello" che si chiude nei “cliché” i più disdicevoli. Pessima pedagogia. Molto più utili le interviste in carcere ai detenuti (anche se il pericolo del protagonismo è sempre latente in ogni situazione) è però una mano tesa, a recuperare.

Insomma la TV può essere, come la scuola, un mezzo per esplorare il mondo all’intorno: un tastare il polso della situazione; ah!, dimenticavo del telegiornale, una finestra aperta nel mondo. Il “meteo” è però più sicuro.




Bibliografia

Elvira Battaini ha pubblicato:
Lettere agli amici, Artstudio, Pinerolo 1986;
Fiabe Bizantine, Orfeo, Milano 1990;
Interrogare le Immagini, Solfanelli, Chieti 1993;
Fiabe dell’angelo, Solfanelli, Chieti 1995.

Libri di prossima pubblicazione:
Variazioni in Si Minore per Solfanelli, Chieti;
Lettere da un maestro (Ezio Franceschini) per Edizioni Spes, Messina.

di Elvira Battaini