Articoli 03/01/2004

ARRIVA LA BEFANA! E NEL SUO SACCO? QUANTO CARBONE C’E’? E A CHI SARA’ DATO? ECCO NOMI E MOTIVAZIONI

Il 2003 non è stato un anno felice, caratterizzato com’è da guerre, attentati e sofferenze estreme; ma noi abbiamo voluto ritagliarci uno spazio meno angosciante, ma non per questo meno nefasto, proponendo un elenco di nomi che in qualche modo hanno contribuito a peggiorare la situazione. Volevate i nomi? Eccoli


Gianni Alemanno. Tante promesse, pochi risultati. Sono troppe le sfilate e le esibizioni in passerella fatte per ogni dove, ma ben poca la sostanza. Sempre sulla scena per questioni interne ad Alleanza Nazionale, è invece poco attento alle problematiche agricole, che forse ignora. Vogliamo un nuovo Marcora.

Paolo Brosio. Ridateci Fazzuoli. Basta scimmiottature in video. L’agricoltura ha bisogni di figure credibili.

Cobas Latte. Lo sciopero selvaggio e le proteste da prima pagina danno i loro frutti, le multe sono state dilazionate a interessi zero, ma ora vogliono di più. Un esempio che altre categorie, come gli autoferrotranvieri, non hanno faticato a seguire.

Sergio Cragnotti. Cirio o calcio? Niente di tutto questo. Si dia piuttosto all’ippica, ma senza far danni.

Antonella Clerici. Era più simpatica e raffinata Moana Pozzi, quanto meno non si cimentava in ricette e TV spazzatura.

Disoccupati di Napoli (e non solo) e lavoratori socialmente utili. La campagna vi attende. Il lavoro non manca.

Franz Fischler. La sua riforma della Pac? Un grande pacco.

Fao. Riunirsi, banchettare e poi non decidere nulla.

Pier Domenico Garrone. Non bastava una “Enoteca Italiana” (che ha festeggiato i settant’anni dalla fondazione), ora c’è chi si è inventato (ma che grande fantasia!) l’ennesimo carrozzone dall’originalissimo nome di “Enoteca d’Italia”. Ovvero come sprecare denaro pubblico mantenendo il volto sorridente e senza nemmeno vergognarsi.

Francesco Guido. Come associazione di olivicoltori l’Aprol Lecce è la più grande d’Italia per numero di soci. Gode perciò di fondi cospicui che puntualmente impegna per sponsorizzare la squadra del Lecce calcio. Ma il danaro impiegato serve a lanciare nell’immaginario collettivo (e nelle vendite) l’olio prodotto dai soci nel Salento o a finanziare e sostenere piuttosto una squadra di calcio?

Enti di bonifica. Utili a chi? Fuori i nomi. Ma saranno un esercito! Mandiamoli a casa allora.

Giornalisti M&M. Ovvero finti pezzi da novanta facili a essere Macchiette e a prestarsi a delle Marchette. Come giustamemte li definisce Edoardo Raspelli. Di anno in anno crescono di numero. Si caratterizzano per ignoranza e saccenteria. Quando chiuderanno bottega?

Istat. L’inflazione inventata.

Pietro Lunardi. Tanto clamore in Italia per la costruzione di nuove autostrade, tanto silenzio per il mancato sfruttamento delle acque come vie di comunicazione. Mancano inoltre gli interporti. Fino a quando?

Nicola Marmo. Ovvero il mago dei numeri. Come ai tempi del Minculpop. La verità è tutta sua. E così si inventa numeri e dati per far primeggiare la Puglia olearia, quanto alle quote di prodotto a denominazione di origine, e pone così in seconda fila la Toscana. Smentito brutalmente anche dai dati più recenti forniti dall’Ismea, che invece vedono quale regione leader la Toscana.

Organizzazioni di categoria. Troppi interessi in gioco. Tanta burocrazia. Troppo danaro nelle loro mani, di cui non si sa nulla. Nessuno le vuole, ma è giocoforza obbligatorio farne parte. Fino a quando? Ci sarà ancora spazio per la libertà?

Parlamentari della Repubblica Italiana. Basta conflitti e messinscene. Siate seri. Usate intelligenza e buon senso.

Quelli del Parmesan. Ovvero, come sfruttare il Made in Italy da perfetti sciacalli.

Alfonso Pecoraro Scanio. Tante sceneggiate, molte delle quali strumentali, sul fronte degli Ogm; ma poca o nulla considerazione verso le tematiche agricole, per le quali non esiste una progettualità politica.

Rai TV. Un regalo per i cinquant’anni? Sì: basta con i programmi spazzatura, da “Al posto tuo” a “L’isola dei famosi”.

Lorenzo Ria. Il presidente dell’ente Provincia di Lecce si congederà quest’anno per aver esaurito i due mandati di presidenza. A Natale, com’è sua abitudine, porge gli auguri ai suoi cittadini dalle televisioni locali. Non sarebbe stato meglio evitare uno spreco così inutile di risorse finanziarie da destinare in altro modo? Ecco un uomo di sinistra che vuole esser pari a Berlusconi nel peggiore dei modi, ma in questa maniera, per eccesso di vanità, può solo essere pari ai governanti dei Paesi del Terzo Mondo. Quanto alla tutela dell’ambiente, la Provincia di Lecce lascia molto a desiderare. Peggio di così neppure in passato.

Ristoratori. Prezzi da capogiro, con ricarichi folli e ingiustificati. Che si mettano a lavare pentole nelle case degli italiani.

Sindacati. Fino al 2003 non si sono accorti che lo scenario è cambiato. Il mondo del lavoro corre su altri binari.

Spedizionieri. Alcuni sono pure certificati Iso. Eppure i disservizi e i danni che recano alle aziende sono incalcolabili. Che facciano i fattorini.

Calisto Tanzi. Ovvero come affossare, senza alcun pudore, un gruppo storico.

Luigi Veronelli. E’ l’uomo delle contraddizioni. Tuona contro le industrie alimentari e poi ne accoglie la pubblicità per sostenere la propria casa editrice. Ritira l’Ambrogino d’oro e il giorno dopo è con i leoncavallini e altri casinisti per la prima della Scala. A gettare uova marce anche lui?

Gianfranco Vissani. La TV gli ha dato proprio alla testa, ormai è in pieno delirio di onnipotenza. Per il bene dei prodotti tipici italiani (extravergine d'oliva e altro) e della cucina nazionale chiediamo il suo permanente internamento a Domenica In, ma nelle vesti di ballerino.

di T N