Articoli 19/11/2011

Il volto sociale dell'agricoltura

“L’agricoltura non ha solo una funzione produttiva, ma è anche e soprattutto un modello di vita”. Lo ha dichiarato Alfonso Pascale alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige


“L’agricoltura non ha solo una funzione produttiva, ma è anche e soprattutto un modello di vita”. Alfonso Pascale, fino a ieri presidente della Rete italiana delle fattorie sociali e membro del tavolo di partenariato della rete rurale presso il Ministero delle Politiche Agricole, è fortemente impegnato nel promuovere l’agricoltura sociale e a supportare quanti intendono avviare o consolidare esperienze in questo ambito. Aprendo il seminario che si è svolto oggi alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, ha sottolineato l’importante il ruolo delle fattorie sociali, più di duemila in tutta Italia.

L’incontro intitolato “Agricoltura sociale, una tradizione innovativa” è stato un momento di confronto tra associazioni, gruppi di volontariato e imprese agricole, su un nuovo modo di interpretare l’agricoltura e quindi di sensibilizzare la società, soprattutto le nuove generazioni, verso questa nuova opportunità sociale e lavorativa.

“Le fattorie sociali sono strutture operative dell’agricoltura sociale – ha spiegato Pascale- che si propongono di ricostruire i legami comunitari dei territori rurali attraverso lo sviluppo di attività agricole produttive volte all’inserimento lavorativo delle persone in difficoltà, come detenuti, tossicodipendenti e disabili, e la fornitura di servizi terapeutici e riabilitativi come l’ippoterapia (cavalli), l’onoterapia (asini) e l’ortoterapia. In Trentino esiste una solida rete di cooperative sociali, alcune di loro sviluppano attività agricole, ma c’è bisogno di un adeguato riconoscimento istituzionale e legislativo”.

Agricoltura, dunque, come strumento di riabilitazione e cura, formazione e inserimento lavorativo, più in generale di integrazione sociale, per aiutare chi è in difficoltà o ai margini della società, garantendo allo stesso tempo uno sviluppo del settore con la creazione di nuove figure professionali. Si è parlato della “BioFattoria Sociale Conca D’oro” di Bassano del Grappa, che utilizza la produzione agricola, zootecnica e le attività ad esse connesse per offrire alla comunità locale servizi formativi, occupazionali, educativi, culturali a vantaggio di fasce deboli della popolazione, e di Progetto 92, cooperativa sociale trentina che rivolge il proprio impegno nei confronti di bambini, ragazzi, giovani e famiglie, con particolare attenzione per le situazioni di disagio e difficoltà. Al centro del seminario anche la storia di “Coopeagro”, piccola cooperativa di agricoltori brasiliani creata dall’Associazione trentina “Semear a Vida” che si occupa di progetti per lo sviluppo di piccole comunità di agricoltori brasiliani. Prima di lasciare spazio al dibattito è stata presentata l’esperienza di “Villa Rizzi”, centro trentino di socializzazione al lavoro e fattoria didattica specializzato nella produzione e confezionamento di erbe officinali biologiche, tisane e sali aromatici.

L'agricoltura sociale racchiude tutte le attività agricole che generano benessere nei confronti di persone svantaggiate e il Centro istruzione e formazione della Fondazione Mach ha deciso di attivarsi anche questo ambito sensibilizzando gli studenti, portandoli a vistare le fattorie sociali e coinvolgendo esperti. “L’idea di organizzare il seminario nasce dal progetto scolastico sviluppato in classe –spiega il docente Alessandro Di Martino -. Vogliamo sensibilizzare soprattutto gli studenti, futuri imprenditori e tecnici che dovranno affrontare nel futuro sfide economiche, politiche e sociali sempre più complesse”.

 

 

Fonte: Silvia Ceschini

 

di C. S.

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