Articoli 10/09/2011

La crisi spazza via il bio dalle mense scolastiche

La crisi spazza via il bio dalle mense scolastiche

Gli enti locali, dovendo far quadrare i bilanci, non rispettano la legge che impone l'uso quotidiano di prodotti bio. Troppo costosi e di difficile gestione


Ancora una volta, a pagare le conseguenze di una crisi dalle radici profonde e remote, sono i comuni cittadini che quotidianamente si trovano di fronte alle nuove difficoltà di fornitura da parte delle pubbliche amministrazioni di servizi ritenuti fino a poco tempo fa un diritto .

Ma quando a pagare delle conseguenze della crisi sono i bambini, e la loro nutrizione, la cosa diventa più problematica e inaccettabile.

Il problema, sollevato al Sana al Convegno dedicato al tema del biologico e la ristorazione collettiva, è un problema che sta acquisendo dimensioni importanti con riflessi negativi sulla salute e l’educazione alimentare dei bambini in età scolare e prescolare. La legge nazionale 488/99, una delle più avanzate d’Europa, impone agli enti gestori di ristorazione scolastica e ospedaliera l’uso quotidiano di prodotti biologici; qualche legge regionale rafforza l’obbligo, in particolare per le mense scolastiche, altre norme mettono a disposizione finanziamenti alle amministrazioni più virtuose.

Attualmente gli enti pubblici locali devono dotarsi di un capitolato che tenga conto della riduzione dei trasferimenti del governo centrale ma garantisca massima qualità e sicurezza per gli utenti.

E dai capitolati sparisce il biologico, ritenuto troppo costoso e di complessa gestione. In molti plessi scolastici i comitati dei genitori mostrano preoccupazione per il calo di qualità dei pasti.

La scelta di inserire alimenti biologici nei pasti quotidiani dei bambini è una scelta di grande responsabilità e di grande attenzione per il benessere dei bambini ma ancor di più va considerato il valore – educativo/didattico di tale scelta che consente di realizzare in ambito scolastico percorsi di conoscenza degli alimenti e delle modalità di produzione estremamente importanti per l’educazione dei futuri consumatori adulti.

Si dovrà tenere presente che la scuola, svolge un ruolo di fondamentale importanza sul fronte della educazione alimentare dei bambini che oggi troppo spesso sono soggetti ad un bombardamento mediatico intenso che favorisce il consumo di alimenti e bevande ipercalorici e che favoriscono l’obesità. Oggi l’obesità infantile è diventata anche in Europa, oltre che negli USA una vera e propria epidemia.

La scelta di alimenti biologici, e di una dieta ricca di frutta e verdura coltivate senza l’uso di sostanze chimiche di sintesi è un percorso educativo che avrà senza dubbio risvolti positivi anche per le finanze pubbliche considerati i costi che le pubbliche amministrazioni devono sostenere per l’ampia diffusione delle malattie cardio vascolari e diabete legati all’obesità e a cattive abitudini alimentari.

L’elemento chiave per poter mantenere e consolidare le forniture di biologico nelle mense aziendali sarà legato ad una analisi accurata e approfondita della gestione del sistema delle forniture, cercando di individuare strategie in grado di comprimere alcuni costi soprattutto di logistica e organizzazione ma la qualità delle materie prime e la sicurezza delle preparazioni dovrà essere la priorità assoluta.

di Alessandra Ravaioli

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

Commenti 4

Amedeo Pietri
Amedeo Pietri
12 settembre 2011 ore 18:09

Ringrazio la Sig.ra Ravaioli per l'attenzione al mio commento. Condivido pienamente la sua opinione sul ruolo educativo della scuola e sulla necessità di aumentare il consumo di frutta e verdura; quello che contesto è il collegamento tra "La scelta di alimenti biologici" e "l'ampia diffusione delle malattie cardio vascolari e diabete". Dal Suo articolo si evince che l'obesità infantile può essere contrastata con l'impiego del biologico: questa non è informazione corretta. I lavori da Lei citati (che ho controllato) trattano di altro e non supportano affatto le Sue affermazioni. Cordialmente. A. Pietri

Alessandra ravaioli
Alessandra ravaioli
12 settembre 2011 ore 15:13

Mi dispiace per la punteggiatura che può avere affaticato il lettore ma non mi soffermo in una disquisizione sull'uso delle virgole e dei punti. Rispondo invece, con piacere, alle altre osservazioni con alcuni riferimenti scientifici che possono essere facilmente rintracciabili:
c7-Year Neurodevelopmental Scores and Prenatal
Exposure to Chlorpyrifos, a Common Agricultural Pesticide
Virginia Rauh, Srikesh Arunajadai, Megan Horton,
Frederica Perera, Lori Hoepner, Dana B. Barr, Robin Whyatt
doi: 10.1289/ehp.1003160 (available at http://dx.doi.org/)
Online 21 April 2011


OP Pesticides in
Children’s Bodies
The Effects of a Conventional versus
Organic Diet
VOLUME 114 | NUMBER 2 | February 2006 • Environmental Health Perspectives

Organic Diets Significantly Lower Children’s Dietary Exposure to
Organophosphorus Pesticides
Chensheng Lu,1 Kathryn Toepel,2 Rene Irish,2 Richard A. Fenske,2 Dana B. Barr,3 and Roberto Bravo 3
1Department of Environmental and Occupational Health, Rollins School of Public Health, Emory University, Atlanta, Georgia, USA;
2Department of Environmental and Occupational Health Sciences, University of Washington, Seattle, Washington, USA; 3National
Center for Environmental Health, Centers for Disease Control and Prevention, Atlanta, Georgia, USA

Questi sono solo alcuni articoli scientifici di riferimento.
Quello che invece mi sembra l'elemento più importante, su cui occorre trovare la massima condivisione è il ruolo educativo della scuola nelle scelte alimentari. E' noto che il mancato consumo di frutta e verdura è uno dei principali fattori predisponenti al rischio di malattie cardio vascolari ( fonte WHO).
La frutta e la verdura biologiche, coltivate senza uso di sostanze chimiche di sintesi, sono una risorsa dell'agricoltura italiana ed un valore per i consumatori.

Amedeo Pietri
Amedeo Pietri
12 settembre 2011 ore 13:22

L'articolo abbina uno scorretto uso della punteggiatura (che danneggia quasi solo chi l'ha scritto) ad una scorretta informazione scientifica (molto più grave, perchè danneggia tanti lettori poco informati). Cosa c'entra il consumo di frutta e verdura biologiche, con l'ampia diffusione di malattie cardio vascolari e diabete legati all'obesità e a cattive abitudini alimentari? Mah! Cordialmente. A. Pietri

Giuaeppe Bertoni
Giuaeppe Bertoni
10 settembre 2011 ore 17:57

Voglio esprimere tutta la mia "sorpresa" per quanto scritto in questo contributo. Mi chiedo: è possibile confondere dieta corretta con dieta composta da alimenti biologici? Evidentemente si, ma chi confonde questi concetti dovrebbe scrivere altrove. Ciò premesso, era ora finisse questa ipocrisia secondo la quale solo i ricchi possono mangiare senza essere avvelenati; gli alimenti di agricoltura convenzionale sono altrettanto o più sicuri dei bio (è dimostrato dalla ricerca, non dal "politicamente corretto"). Cordialmente. G. Bertoni