Articoli 20/10/2012

Il turismo religioso sposa il cibo del territorio

Il turismo religioso sposa il cibo del territorio

Il turista-pellegrino non indirizza più il suo interesse solo alla destinazione finale del viaggio rappresentato dal fatto religioso, ma è attento anche ai percorsi che si svolgono lungo il suo cammino e ai prodotti locali che gli vengono presentati. Il punto di vista della presidente della Casa dell'Olivo


Sulla scorta del successo raccolto con il primo Congresso Internazionale sul Turismo religioso (Tourism, Religious & Culture: Regional Development through Meaningful Tourism Experiences. Lecce, Poggiardo, 27-29 Ottobre 2009), l’insegnamento di Geografia Economico Politica del Dipartimento di Beni Culturali dell’Ateneo salentino ha organizzato un secondo evento internazionale dal titolo: Sustainable Religious Tourism – Commandments, Obstacles & Challenges, che si giova ancora una volta della collaborazione dell’Università di Haifa, di Ludwig Maximilians Università di Monaco, Alma Mater Università di Bologna, ATLAS alle quali si aggiungono l’Università diWaikato, Nuova Zelanda, l’Associazione Via Francigena Pugliese e l’Accademia delle Belle Arti di Lecce.

Il Congresso si svolge a Lecce, splendida città barocca (e non solo) e già sede della passata manifestazione, e a Tricase, graziosa cittadina sita tra le candide pietre e i secolari ulivi del Salento delle Serre e terra di antico transito verso l’Oriente: di popoli e merci, ma anche di pellegrini cristiani.

Nel Salento, come altrove nel mondo, il turismo religioso è un settore in crescita ed attrae sempre più l’interesse di amministratori ed operatori culturali, che hanno individuato in esso un’importante occasione di promozione territoriale. Il turista/pellegrino non indirizza più il suo interesse solo alla destinazione finale del viaggio rappresentato dal fatto religioso, ma è attento anche ai percorsi e alle cerimonie che si svolgono lungo il suo cammino, al prodotto locale che gli viene offerto.

Il turismo legato alla frequentazione/visita di siti religiosi costituisce, pertanto, un’importante occasione di conoscenza non solo del singolo bene d’interesse religioso, ma anche delle qualità del territorio che ospita l’oggetto di culto. Porre attenzione al turismo culturale/religioso significa, quindi, creare nuove occasioni di sviluppo locale, diversificando i “motivi di visita” del turista, e collegando i luoghi sacri ad altri fattori di interesse paesaggistico-culturale ed economico.

E’ un tipo di turismo, che non solo ha importanti implicazioni sotto il profilo sociologico e antropologico ma che produce anche forti impatti a livello di attività economiche e sviluppo locale.

Tramontato l’interesse per una distinzione tra pellegrino e turista, divenuto ormai un argomento obsoleto, non solo appare importante conoscere la tipologia, il carattere e le motivazioni del turista al quale dimensionare l’offerta, ma è altrettanto necessario conoscere le dinamiche sociali ed economiche che genera e i problemi di e gestione che ne conseguono.

L'unicità del turismo religioso e dei suoi ambienti di accoglienza sollecita quindi una speciale attenzione agli effetti che esso genera sul territorio come attività “turistica.l

Il turismo religioso può influenzare positivamente ma anche negativamente l'ambiente ospite.

La matrice degli impatti è complessa, in quanto il turismo religioso interagisce contemporaneamente con gli ambienti fisici, socio-culturali ed economici.”. Il turismo religioso funge da acceleratore dello sviluppo infrastrutturale e, più in generale, della riqualificazione del territorio in cui viene a manifestarsi. Attiva processi di co-evoluzione degli spazi territoriali, facilitando lo sviluppo di reti complesse ed articolate capaci talvolta di proiettarsi al di là dei confini locali, dotando il territorio di funzioni specifiche e qualificate, sebbene non di rado poco sostenibili. Il turismo religioso, al di là delle motivazioni diverse che lo determinano (siano esse religiose, spirituali o culturali), attiva interessi diversi che coinvolgono una variegata congerie di soggetti che dal mondo religioso si allarga a quello laico (associazioni, fondazioni, imprese..., operatori economici, progettisti, faccendieri), e che operano secondo una complessa dinamica di cooperazione e competizione.

Sono questi i temi d’interesse proposti dal Congresso internazionale dal titolo: Sustainable Religious Tourism – Commandments, Obstacles & Challenges, che ha voluto focalizzare l’attenzione degli studiosi sulle relazioni tra turismo religioso e contesto ambientale in cui esso opera, sull’impatto che tali relazioni producono sul territorio ospite e sui rapporti che si generano tra turisti e comunità, policy maker, stakeholder ed enti locali.

Il Congresso vuole avviare un dibattito sugli aspetti teorici e pratici di queste particolari relazioni, considerate a livello trasversale e multi-dimensionale, con riferimento anche a casi di studio. Infine, e non ultimo, ha cercato di raccogliere indicazioni operative per favorire la pianificazione, lo sviluppo e la gestione sostenibile del turismo religioso a beneficio di tutte le parti interessate.

 

di Anna Trono

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