Articoli 28/05/2011

Maggio 2011. Nasce il Forum dell’agricoltura sociale

Maggio 2011. Nasce il Forum dell’agricoltura sociale

Superata la fase pionieristica ed episodica, ora prende forma il luogo politico del confronto, dell’elaborazione della proposta e della rappresentanza. Un importante traguardo raggiunto


L’agricoltura sociale come esperienza di una nuova frontiera della multifunzionalità del primario, in questi anni è andata sempre più espandendosi in Italia come in Europa. Essa costituisce un momento importante per realizzare esperienze di integrazione culturale, sociale ed economica tra attività produttive agroalimentari in senso stretto e processi di inclusione delle fasce deboli della società con percorsi formativi e occupazionali.

Sono fiorite nel nostro Paese molteplici esperienze che ci fanno dire oramai di aver superato ampiamente la fase pionieristica ed episodica. In questi ultimi anni il dibattito, ricco di stimoli culturali e valoriali, ha tra l’altro messo in evidenza la necessità, non più prorogabile, di realizzare, con la più ampia partecipazione dei reali soggetti impegnati, un luogo politico del confronto, dell’elaborazione della proposta e quindi della rappresentanza dell’Agricoltura Sociale.

Un luogo certamente plurale, nelle esperienze, nelle culture, e nelle funzioni.

Un luogo inclusivo, perché di aggregazione ha bisogno l’agricoltura sociale, per poter contare nelle scelte del futuro della Pac.

Un luogo dell’elaborazione, nel quale portare a sintesi e a livello di proposta le tante esigenze che quotidianamente si registrano nelle imprese agricole che portano avanti questa esperienza. Un luogo della rappresentanza come dato generale e non individuale.

Tutto questo ha portato a coagulare le molte sensibilità intorno all’obiettivo della costituzione del Forum Nazionale. Ed è quanto è stato fatto a Firenze, nell’ambito di Terrafutura, il 21 maggio scorso.

L’Assemblea, fortemente partecipata, espressione di quel pluralismo a cui facevo riferimento prima, ha intensamente sviluppato un confronto anche tra sensibilità diverse, arrivando però all’unanimità nella decisione, che considero estremamente importante, della nascita del Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale.

Abbiamo così favorito un importante processo di aggregazione delle tante realtà nate nel nostro Paese intorno all’Agricoltura Sociale.

Spetta adesso al Forum, dopo l’iniziale fase di strutturazione con la definizione delle responsabilità gestionali e l’indicazione dei Portavoce, far decollare un’ampia azione di informazione, di conoscenza e di sensibilizzazione istituzionale e sociale delle politiche per l’agricoltura sociale, ed aprire concrete interlocuzioni con il Governo nazionale e quelli regionali per un’ampia definizione normativa di sostegno e di crescita sul piano economico anche con un’adeguata e riconosciuta valorizzazione dei prodotti materiali ed immateriali propri dell’agricoltura sociale.

E’ rilevante inoltre che il Forum si doti di una specifica Carta dei Principi dell’Agricoltura Sociale nel nostro Paese, come fonte valoriale di riferimento per gli aderenti, gli operatori economici e culturali.

Essa, frutto di un’autonoma elaborazione dei soggetti coinvolti , deve rappresentare il reale discrimine tra agricoltura sociale e generica multifunzionalità delle attività nel primario.

Così come è importante che il Forum si ponga l’obiettivo di relazionarsi in chiave europea con le esperienze degli altri paesi della Unione europea, ove già oggi esistono importanti attività in questo campo. Il Forum tra i suoi obiettivi dovrà promuovere periodiche conferenze delle Comunità di pratiche in sede nazionale ed europea, per far vivere e rafforzare uno scambio di informazioni e far sviluppare una rete di relazioni.

Così come il sistematico confronto con il mondo accademico e scientifico non potrà che costituire un utile e positivo processo di crescita reciproca e di allargamento degli orizzonti culturali, sociali ed economici di questa esperienza.

Infine, il Forum in una leggera, ma non evanescente struttura organizzativa, dovrà articolarsi a livello regionale e sub-regionale, per una moltiplicazione dei luoghi del confronto e dell’elaborazione, rendendo così più forte, più pressante e più incisiva l’azione di tutti a favore di un positivo futuro dell’agricoltura sociale, che non è né alternativa né vagamente inclusa nella pur importante politica di sviluppo rurale.

Proprio nel rapporto fra Agricoltura Sociale e politiche di sviluppo rurale già oggi emerge come l’assenza di una specifica titolarità nel confronto con le Regioni, su come far vivere l’Agricoltura Sociale anche nello sviluppo rurale, abbia di fatto affievolito se non annullato gli spazi per una forte azione in favore della diffusione dell’Agricoltura Sociale in molte realtà territoriali, agricole e periurbane.

 

di Antonio Carbone

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