Salute 05/09/2017

Cibo e salute, il ruolo chiave del microbiota intestinale

Cosa capita al complesso di microrganismi del nostro intestino quando stiamo male? Possiamo prevedere patologie, magari legate a una cattiva alimentazione, grazie a mutamenti del microbiota? Decollati alla FEM due progetti di ricerca finanziati da Unione Europea sul tema alimenti e salute


Doppio successo della Fondazione Edmund Mach sul piano dei finanziamenti alla ricerca. I due progetti Healthmark e Cabala_Diet & Health sul tema nutrizione e salute, sottomessi nella call dell’Iniziativa “Programmazione Congiunta” hanno ottenuto un cospicuo finanziamento dall'Unione Europea.

I ricercatori FEM saranno impegnati in ricerche innovative volte identificare e validare biomarcatori modulati dalla dieta indicativi di cambiamenti nello stato di salute o di rischi di malattie legate all’alimentazione.

Il progetto europeo Healthmark si propone di investigare le complesse associazioni tra il microbiota intestinale, la disponibilità di triptofano e di metaboliti microbici bioattivi del triptofano e la tipologia di dieta e salute metabolica. Cosa è il triptofano? E' uno degli otto aminoacidi essenziali dell'alimentazione dell'uomo. “Oltre a partecipare alla costituzione delle proteine dell'organismo -spiega Fulvio Mattivi responsabile del progetto per l'Italia-, interviene in numerose reazioni chimiche, in particolare nella sintesi di serotonina, melatonina e niacina (vitamina PP) svolgendo per queste vie un ruolo importante nell’asse di comunicazione tra intestino e cervello. L'organismo umano non è in grado di sintetizzarlo e dunque il triptofano deve essere ricavato dagli alimenti, in particolare dalle proteine”.

Nel corso del progetto sarà analizzata la salute metabolica in soggetti obesi e in soggetti sani, partecipanti a quattro studi clinici condotti in Germania (DONALD study e Rhineland study), Francia (Obesity study) e Irlanda (MUCOL study). Il microbioma intestinale sarà studiato in relazione alla sua capacità di modulare, attraverso la dieta, la presenza nei biofluidi umani di metaboliti di origine microbica capaci di influenzare lo stato di salute. Il progetto coinvolge cinque enti partner con competenze specializzate, ognuno visto come esempio di eccellenza scientifica nel proprio comparto di riferimento.

Il secondo progetto, di durata triennale, è Cabala_Diet&Health e si pone l’obiettivo di verificare in che modo la circolazione enteroepatica degli acidi biliari ed il profilo delle molecole segnale nel sangue possano essere impiegati come biomarcatori dello stato di salute. Il progetto è coordinato da FEM e coinvolge Regno Unito (Università di Reading), in Italia (Università dell’Insubria), Irlanda (Università di Cork) e Israele (Università del Negev Ben Gurion). “Il progetto mira a correlare la circolazione degli acidi biliari con l’assunzione di una dieta di tipo mediterraneo. In particolare si prevede uno studio controllato randomizzato a breve termine, in cui si misurerà la capacità di alimenti probiotici, prebiotici e polifenoli di modulare gli acidi biliari durante la fase di digestione” sottolinea Kieran Tuohy.

In uno studio controllato randomizzato a lungo termine (18 mesi) che include un’ampia scala (300) di modelli di dieta e stile di vita, si potrà quindi valutare come l’esercizio fisico e gli alimenti ricchi di polifenoli, attraverso le molecole segnale, possano promuovere la salute metabolica in individui suscettibili.

di C. S.