Italia 05/04/2022

L'olio extra vergine di oliva Igp Toscano vale il 63% dell'export olivicolo a denominazione d'origine

L'olio extra vergine di oliva Igp Toscano vale il 63% dell'export olivicolo a denominazione d'origine

Il 70% del prodotto vola nei paesi extra Ue tra cui principalmente Stati Uniti, il 30% nel mercato europeo. La pandemia e la guerra impongono però un cambio di rotta delle strategie commerciali


L’olio Toscano IGP è l’extravergine di qualità numero uno in Italia tra le 49 prodotti ad indicazioni geografiche (42 Dop e 12 Igp). E’ al primo posto per produzione certificata con 2.594 tonnellate, valore alla produzione con 23 milioni di euro, valore al consumo con 39 milioni di euro e valore dell’export con ben 33 milioni dei 53 milioni di euro su base nazionale. Il 70% del prodotto vola nei paesi extra Ue tra cui principalmente Stati Uniti, il 30% nel mercato europeo. La produzione di Toscano IGP contribuisce per il 35% all’impatto economico del settore con circa 25 milioni di euro su 71 complessivi a livello nazionale. A certificarlo è stato l’ultimo Rapporto Ismea-Qualivita sul settore italiano dei prodotti DOP IGP nel 2021. “E’ un primato che esalta dal punto di vista delle statistiche e delle performance un lavoro costante e di metodo del nostro Consorzio, che ha saputo guidare e coordinare le imprese, e dei nove mila soci che continuamente investono su qualità, tracciabilità, sostenibilità, distintività, territorio ed innovazione. La risposta del consumatore ci ha permesso oggi di essere il principale olio di qualità del nostro paese. E di questo la Toscana deve andarne orgogliosa. – analizza Fabrizio Filippi, Presidente Consorzio Olio Toscano IGP – Il modello organizzativo e produttivo del Toscano IGP è riuscito a valorizzare la ricchezza del territorio insieme ad un potenziale olivicolo in parte ancora da esprimere. Ci troviamo oggi nelle condizioni, con l’attuale produzione certificata, di non essere in grado di soddisfare tutta la richiesta che arriva dal mercato che è tre volte superiore”.

La pandemia prima, oggi la guerra con le inevitabili ripercussioni sugli oltre 30 milioni di esportazioni, hanno imposto, ed impongono, un cambio di rotta delle strategie commerciali. “Le imprese – spiega ancora Filippi – hanno dimostrato grandissima capacità di adattamento e di riorganizzazione commerciale durante i due anni di emergenza sanitaria bilanciando le perdite del settore Horeca in particolare con la vendita online e con la vendita diretta; un atteggiamento che ha limitato le contrazioni dell’1,2% nonostante a livello nazionale le vendite nella Gdo siano crollate, nei primi mesi del 2021, del 8,7%. Le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina, e sull’intera area, stanno avendo inevitabili effetti sulle esportazioni di extravergine toscano IGP verso mercati emergenti e in crescita”.

9 mila operatori certificati, tra produttori e trasformatori, su 23.160 totali a livello nazionale e 7 milioni le piante iscritte al Consorzio. Una bottiglia su cinque di extravergine prodotta in Toscana è IGP, pari al 20% della produzione totale regionale. “Oggi il Toscano IGP vale quasi il 26% dell’intera produzione certificata e del il 32% dell’intero valore alla produzione a livello nazionale. – conclude il Presidente del Consorzio di Tutela Toscano IGP, Filippi – La nuova indicazione territoriale di Bolgheri, in questo senso, accolta con grande entusiasmo dalle imprese, rappresenta un ulteriore elemento di crescita in termini di produzione ed immagine del nostro Toscano IGP. Però non dobbiamo fermarci qui: la certificazione è un valore aggiunto sul mercato che ha fatto la differenza proprio nel momento più difficile della nostra storia. Non è solo un investimento sulla qualità e la tracciabilità, ma sul sistema agricolo toscano”.

di C. S.