Italia 28/05/2019

I ricercatori su Xylella del CNR ora difendono il loro lavoro e onorabilità

I ricercatori su Xylella del CNR ora difendono il loro lavoro e onorabilità

Nel 2014 c'era la necessità di definire, in un periodo in cui si sapeva poco o nulla della Xylella su olivo, ipotesi di lavoro che indicavano per Ogliarola e Cellina una probabile elevata suscettibilità ed invece per Coratina, la possibile resistenza


Uno stralcio di mail di Donato Boscia a Maria Saponari DEL 15 MARZO 2014 (a soli 5 mesi dalla scoperta del batterio!) presente nel decreto di archiviazione della Procura di Lecce è stato utilizzato nelle ultime settimane da qualche organo di stampa, pubblicato su diverse pagine dei canali social ed utilizzato per produrre manifesti denigratori, in tutti i casi speculando sul passaggio “se usiamo la coratina, la infettiamo con la fastidiosa, la osserviamo asintomatica per uno, due, tre,.... quindici anni, poi” “pubblicherai che non è patogenica (ma questo lo sappiamo già): embè?” facendo passare il concetto che i ricercatori già prima di effettuare gli studi sulla verifica della patogenicità considerassero la “Xylella non patogenica”.
Si tratta di un uso distorto e strumentale di un testo tra l’altro incompleto e citato senza contestualizzarlo e, ignorando per l’appunto che nel decreto di archiviazione gli investigatori non riportano l’intero contenuto del messaggio in questione, ma la citazione si chiude con un “OMISSIS”, che sta a significare che la mail non si chiude con “embè?” ma prosegue.

Ecco invece il contenuto dell’omissis: “L'originalità di questa prova deve invece stare nel dimostrare che l'infezione della fastidiosa FAVORISCE ED ACCELLERA l'invasione dei fungacci, ma per questi ultimi…… non ha visto proprio un bel nulla sulla coratina, LA PROVA VA FATTA SU OGLIAROLA/CELLINA IN PRIMIS, in parallelo, se c'è possibilità, va fatta SU ALTRE CULTIVAR, CORATINA INCLUSA, per la ricerca di eventuali resistenze”.

Questo era il cuore del messaggio, che nella sua interezza è chiarissimo, riportando la necessità di definire, in un periodo in cui si sapeva poco o nulla della Xylella su olivo, ipotesi di lavoro scaturite dalle osservazioni di campo, che indicavano per Ogliarola e Cellina una probabile elevata suscettibilità ed invece per Coratina, come su poche altre varietà, potevano indicare la possibile presenza di resistenza, ma che richiedevano necessarie verifiche sperimentali.

In perfetto accordo con il contenuto INTEGRALE della mail, l’ipotesi della elevata suscettibilità di Cellina e di questa possibile resistenza fu successivamente sottoposta ad esame rigoroso con inoculazioni in serra, nonchè a successivi e periodici rilievi di campo, da cui però, purtroppo, la presenza di fenomeni di resistenza in Coratina non è stata confermata in condizioni di campo; così come è stata anche successivamente smentita l’ipotesi – formulata nella mail, a dimostrazione che non vi erano posizioni preconcette da parte dei ricercatori – che il batterio si limitasse ad esaltare l’azione di altri patogeni.

Come è evidente, intanto la non patogenicità sulla Coratina veniva indicata come ipotetica (notare il “se” anche nel testo strumentalmente riportato); e soprattutto la parte di testo omesso riguarda proprio il fatto che si dovessero effettuare dei test di patogenicità (completati con successo e pubblicati nel 2017), con l’obiettivo prioritario di accertare il ruolo patogenico di Xylella nel disseccamento degli ulivi e contestualmente la ricerca di EVENTUALI resistenze.

Pubblicare lo stralcio di una e-mail ed usarla strumentalmente per dire che si dava per assodato la non patogenicità su CORATINA è dunque fuorviante, e strumentale su chi, correttamente, prima di comunicare risultati pubblici vuole fare sperimentazione a 360°, sia sulla resistenza, sia sul concorso di altri fattori al disseccamento che si osservava.

Il proseguire la speculazione su quelle parole ha esclusivamente un intento denigratorio nei confronti di ricercatori la cui posizione nell’indagine è stata archiviata.

I sottoscritti, ovviamente, riservano tutte le opportune azioni nelle competenti sedi giudiziarie per le condotte poste in essere, a tutela della propria immagine personale e professionale.

Donato Boscia e Maria Saponari
Ricercatori dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR

di C. S.