Italia 03/05/2019

La Puglia olivicolo-olearia ha ancora qualcosa da offrire all'Italia?

La Puglia olivicolo-olearia ha ancora qualcosa da offrire all'Italia?

Oltre al dramma Xylella, con polemiche annesse, il mondo dell'extra vergine pugliese può offrire percorsi innovativi per valorizzare questo prodotto e il suo paesaggio ma si passa attraverso un nuovo approccio all'informazione e la nascita di un turismo dell'olio


La Puglia dell'olio extravergine di oliva è stata protagonista di un incontro promosso e organizzato da Buonaterra, l'associazione dei produttori artigianali di olio extravergine di oliva di qualità che da tre anni promuove diverse iniziative culturali di respiro nazionale, sotto il brand Movimento Turismo dell'Olio Puglia.

Il 13 Aprile si è svolta a Bari,  nella sala Vitti dello storico Albergo delle Nazioni, un'anteprima degli Evo Camp, ovvero i tavoli di discussione aperti a giornalisti, produttori associati, esperti del settore e altri interessati che si svolgeranno nel corso dell'evento "ABC Olio: la piazza degli extravergine in festa" l'11 Maggio in Piazza del Ferrarese a Bari. Obiettivo finale degli Evo Camp è deliberare alcune proposte concrete che verranno incluse nel programma del "Manifesto 2019 di Buonaterra".

Come addetta ed esperta del settore sono stata invitata a partecipare a questo incontro per poter condividere le competenze  e le esperienze sui temi proposti, in un confronto molto interessante.

Questi nell'ordine i temi, alquanto attuali: xylella, salute, formazione e turismo dell'olio. Per ogni tema un tecnico del settore ha brevemente esposto lo stato dei fatti, sui quali aprire le discussioni.

Per la Xylella- batterio che per la sua azione dannosa sugli olivi costituisce una minaccia per tutto il settore olivicolo-oleario nazionale e comunitario- è intervenuto Donato Boscia, ricercatore e responsabile del CNR-Ipsp (Istituto per la protezione sostenibile delle piante) di Bari. Nella sua lunga esperienza da fitopatologo, Boscia ha raccontato che mai si era trovato davanti a una situazione del genere.

La Xylella fastidiosa sottospecie pauca, batterio da quarantena arrivato nello specifico da piante ornamentali di caffè del Costa Rica, porta al disseccamento degli olivi ed è diffusa da un insetto vettore, la "cicalina sputacchina". Il batterio, scoperto nel 2013 negli oliveti del Salento ha determinato una vera strage di olivi diffondendosi rapidamente verso il nord della Puglia.

"Attualmente"- ha precisato Boscia- "la demarcazione ufficiale segna una zona infetta che comprende le province di Lecce e di Brindisi nella quale risulta inutile contrastare il batterio ma serve solo eradicare e una zona tampone, ormai arrivata alle porte di Bari, dove il monitoraggio è costante e si lavora per contenere l'azione del batterio, posto che per ora la sua eliminazione risulta impossibile".

Ciò che abbiamo condiviso come osservatori di questa situazione è la sensazione di un pesante immobilismo generale, vissuto con rabbia dai produttori salentini che, oltre ad essere stati accusati di essere incapaci di fare olivicoltura, si sono trovati soli nell'affrontare le emergenze. La xylella emerge come un problema di difficile gestione sia all'interno che fuori dai confini regionali.

Il professore, insieme a numerosi gruppi di ricerca europei e mondiali, è impegnato in prima linea nello studio di azioni efficaci a contrastare il batterio e i suoi vettori e nella ricerca di un germoplasma immune al batterio.

I produttori del territorio, alcuni dei quali presenti al tavolo, hanno raccontato il loro grande disagio nell'affrontare diverse esigenze da quella più banale, ma non per questo irrilevante, di dover spiegare ai consumatori che la xylella non si trova nell'olio, a quella più urgente di dover ricreare un sistema produttivo da cultivar resistenti (finora solo la leccino e la favolosa).

Sul tema della Salute abbiamo ascoltato Maria Luisa Clodoveo, tecnologo alimentare, docente dell'Università degli Studi di Bari, che ha spiegato l'importanza degli effetti salutistici per l'organismo umano derivanti dal consumo di olio extravergine di oliva. Da subito la Clodoveo ha precisato che "al contrario di quanto si crede, non tutti gli extravergini fanno bene alla salute allo stesso modo" e che da appena venti anni, grazie al progresso delle conoscenze e delle tecnologie sempre più performanti, si possono estrarre oli ricchi di sostanze biofenoliche che possono essere definiti nutraceutici, ovvero in grado non solo di nutrire ma anche di prevenire l'insorgenza di alcune malattie degenerative. Lo confermano i numerosi studi scientifici al riguardo.

Nell'olio si possono vantare preziose virtù salutistiche che riguardano i polifenoli, l'acido oleico e la vitamina E prese in considerazione anche dall'Efsa (European Food Safety Authority) che nel 20012 ha  regolamentato i  claim  salutistici ammessi in etichetta, riferiti alla presenza significativa di queste sostanze. Rispetto alla normativa  in atto, abbiamo discusso soprattutto sulla dificoltà del linguaggio tecnico specifico con cui i claim salutistici devono esere comunicati, che risulta poco chiaro e immediato perché venga compreso dal consumatore.

Al tempo stesso però "L'informazione salutistica- argomentava la Clodoveo- rompe la simmetria dell'informazione che mette sullo stesso livello bottiglie di extravergine da 2,99 euro e da 8,00 euro e offre al consumatore una ragione valida per scegliere l'olio dal prezzo più alto".

In vista di questa opportunità di marketing, abbiamo proposto un'azione efficace a livello istituzionale affinché i claim salutistici possano essere tradotti in un linguaggio più semplice. Inoltre, abbiamo ritenuto opportuna l'dea di fornire ai consumatori un vademecum sulle proprietà nutraceutiche degli oli di alta qualità, che contenga anche una guida all'assaggio per poterne riconoscere e apprezzare le caratteristiche sensoriali.

Sull'importanza di conoscere e riconoscere la qualità di un olio extravergine di oliva  Silvano Alicino, docente della Fondazione Italiana Sommelier Puglia, ha messo al centro dell'attenzione la figura professionale del Sommelier, che  sappia comunicare il valore dell'olio contenuto nella bottiglia e  offrire con la degustazione un'esperienza piacevole ed emozionante. Egli ha constatato con piacere che sono sempre più numerosi i produttori che si iscrivono ai corsi di formazione per promuovere al meglio il proprio olio in occasioni fieristiche e in azienda, dove serve personale preparato plurilingue in grado di condurre in poco tempo un tour degli oliveti e una degustazione di olio per  grupppi numerosi di turisti.

Vittoria Cisonno, direttore del Movimento Turismo del Vino Puglia, ha presentato alcune delle iniziative che nei prossimi mesi andranno a promuovere il turismo enogastronomico lungo le strade della Puglia, in stretta collaborazione con i consorzi di  Buonaterra- Movimento Turismo dell'Olio Puglia e de la Puglia è servita.

Tra gli appuntamenti in agenda è ormai prossimo quello dell'Ulivo Day (4-5 Maggio e 11-12 Maggio) :

quattro giornate di visite guidate e degustazioni a rotazione nei frantoi e negli oliveti delle aziende aderenti socie di Buonaterra  per offrire agli appassionati un suggestivo tour attraverso le terre dell'olio di Puglia, alla scoperta dei paesaggi mozzafiato, delle dimore e masserie storiche nel periodo più bello dell'anno in cui avviene la fioritura degli olivi, nell'idea di valorizzare l'olio extravergine di oliva in tutti i suoi aspetti, "non solo come prodotto d'eccellenza, ma anche come traino per il turismo enogastronomico" (Donato Taurino il presidente di Buonaterra). Intorno all'argomento Elvia Gregorace, esperta giornalista del settore, ha suggerito l'idea di incentivare le le diverse aziende associate del territorio, già impegnate nell'offerta di servizi turistici, a promuoversi offrendo ai clienti, al posto dello sconto promozionale, un'"emozionante esperienza di valore, come ad esempio la degustazione guidata di olio o di vino o ancora una lezione di cucina nei luoghi visitati".

La giornata degli Evo Camp si è conclusa in linea con gli obiettivi prefissati, in attesa della riapertura dei lavori che si completeranno con la lettura del nuovo manifesto-programma di Buonaterra.

La bontà degli Evo Camp, vissuti in questo modo, sta nella capacità di creare un sistema dinamico, informale e funzionale adatto a generare soluzioni innovative e concrete intorno a delle tematiche critiche che riguardano il settore olivicolo-oleario. Si avverte ormai urgente la necessità di lavorare su più livelli per trovare un modello, anzi diversi modelli di crescita che siano competitivi, originali e adattabili su quelle che sono le attuali risorse disponibili dei territori rurali italiani, nel rispetto delle loro identità geografiche e culturali.

di Simona Cognoli