Italia 06/03/2019

Maxi operazione della procura di Foggia contro falso aceto balsamico di Modena

Maxi operazione della procura di Foggia contro falso aceto balsamico di Modena

Al termine delle operazioni sono stati sequestrati 91.000 quintali di mosti e prodotti vinosi per un valore di circa 15 milioni di euro: uva da tavola trasformata in mosto per la produzione di prodotti vinosi e conseguenti fittizie movimentazioni dalla Puglia alla Sicilia, per giungere, infine, in alcuni stabilimenti emiliani


I Carabinieri dei NAS e il personale dell’ICQRF (Ispettorato Centrale Repressione Frodi) territorialmente competenti, collaborati da militari dei rispettivi Comandi Provinciali, hanno eseguito in Puglia, Sicilia, Campania, Lazio ed Emilia Romagna, 21 decreti di perquisizione disposti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia presso alcuni stabilimenti di trasformazione e commercializzazione di prodotti vinosi.

Le operazioni hanno costituito lo sviluppo di una complessa e articolata attività d’indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Foggia, ed eseguita congiuntamente dai Carabinieri del NAS di Bari e dagli Ispettori del locale ICQRF Sud est.

L’ipotesi investigativa riguarda l’utilizzo fraudolento di uva da tavola trasformata in mosto per la produzione di prodotti vinosi e conseguenti fittizie movimentazioni dalla Puglia alla Sicilia, per giungere, infine, in alcuni stabilimenti emiliani – dove era impiegato per la produzione di aceto e derivati anche di noti marchi – i cui responsabili non risultano allo stato coinvolti nell’attività di indagine.

In particolare é stato accertato che uno stabilimento del foggiano, grazie all’opera di aziende intermediarie e di trasporti, commercializzava migliaia di quintali di mosto facendo uso di documenti di trasporto dei prodotti vitivinicoli attestanti falsamente la qualità del prodotto e la provenienza del mosto da uve da vino Trebbiano e Sangiovese idonee alla produzione di Aceto Balsamico Modena, mentre in realtà si trattava di mosto di dubbia origine e provenienza e/o ricavato da uve da mensa. I medesimi documenti indicavano, altresì, un luogo di carico diverso da quello effettivo, corrispondente alle sedi di compiacenti stabilimenti di trasformazione di uve da tavola del sud-est barese. La contraffazione del prodotto veniva, quindi, completata presso un’azienda salentina la quale, a sua volta, dopo ulteriori operazioni di sofisticazione, lo rimetteva in commercio destinandolo ad aziende acetaie al momento estranee all’illecita attività.

Al termine delle operazioni sono state sequestrati 91.000 quintali di mosti e prodotti vinosi per un valore di circa 15 milioni di euro, 15 mila euro in contanti e copiosa documentazione commerciale utile al prosieguo delle indagini.

di C. S.