Italia 25/05/2018

La sostenibilità e qualità ambientale del Prosecco è solo un mito?

La sostenibilità e qualità ambientale del Prosecco è solo un mito?

Il prosecco è uno dei vini più amati, ma nei suoi vigneti si fa uso ancora di troppi fitofarmaci, come dimostrano le analisi del Salvagente: fino a sette fungicidi nella stessa bottiglia. Nessun campione era esente da fitofarmaci. Onnipresente il Folpet, sospettato di essere cancerogeno per l'uomo


Il Salvagente ha sottoposto a test approfonditi uno dei fiori all’occhiello del panorama enogastronomico italiano: il Prosecco.
I risultati e l’inchiesta saranno pubblicati integralmente sul numero in edicola a giugno.

Intanto alcune gustose anticipazioni.

Quello che ha coinvolto il Prosecco, infatti, è un autentico e sorprendente boom verticale.

Il prodotto italiano ha fatto registrare ogni anno un incremento nelle vendite costantemente in doppia cifra rispetto ai dodici mesi precedenti, superando di gran lunga la quota di 500 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo, ed arrivando a proporsi come alternativa credibile e gettonatissima all’intramontabile mito dello champagne francese.

Un successo planetario che ha inevitabilmente generato gelosie e conseguenti giochi di potere; un’inchiesta del Guardian, quotidiano del Regno Unito (dove la bevanda nostrana è addirittura riuscita a superare le vendite in patria), ha cercato di dimostrare come le bollicine di origine veneta possano avere un effetto negativo sui denti e il loro smalto.

“Chi sostiene che il Prosecco faccia male ai denti perché è acido, gasato e zuccherato, sta già descrivendo una qualunque bevanda gassata”, spiega Alberto Ritieni, docente di chimica degli alimenti all’Università Federico II di Napoli, interpellato dal Salvagente.

Intenzionato a verificare in maniera indipendente la quantità di componenti e residui chimici che caratterizzano le bollicine italiane, Il Salvagente ha deciso di selezionare dodici bottiglie tra le più diffuse e vendute al grande pubblico nelle corsie dei supermercati.

Agli esperti dei laboratori incaricati dell’analisi, è stato domandato di rilevare e misurare in maniera oggettiva la presenza di 352 sostanze potenzialmente dannose per l’uomo tra quelle appartenenti alle categorie dei solfiti, erbicidi, fungicidi e diserbanti.

Il risultato dell’indagine approfondita ha evidenziato come tutte e dodici le bottiglie presentassero almeno un residuo di pesticida, per una media totale di sei a testa. Preoccupa il fatto che in una bottiglia siano state rilevate anche sette sostanze diverse: “Il fatto di trovare una sostanza potenzialmente interferente endocrina o cancerogena al di sotto dei limiti massimi, quando è in associazione con altre molecole, non dà garanzia di sicurezza e salubrità” ha spiegato al Salvagente il dottor Celestino Panizza, dell’Associazione medici per l’ambiente,

In nessuno dei prosecchi messi sotto esame è stata rilevata una percentuale di residui superiore al limite massimo consentito, ciononostante la tendenza a ricorrere a sostanze pesticide desta preoccupazione tra gli addetti ai lavori che operano secondo una filosofia bio.

L’assemblea dei soci che compongono il Consorzio Prosecco Doc ha votato per la rimozione di glifosato, Folpet e Mancozeb nel 2017, riuscendo a convincere i produttori ed i consorzi ad intraprendere la strada della riconversione verso un tipo di produzione più sostenibile ed etica nei confronti della natura. Ma, come dimostrano le analisi del Salvagente, proprio il Folpet, sospetto cancerogeno per l’uomo, è stato trovato in dodici bottiglie su dodici esaminate.

di C. S.