Italia 18/04/2018

L'agricoltura del futuro? Sostenibilità globale e totale

Al centro della cerimonia di inaugurazione del 211° Anno Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura focus sul rapporto tra ambiente, economia e mondo dell’agroalimentare


Nella storica cornice della Sala dello Stabat Mater dell’Archiginnasio di Bologna si è tenuta, nel pomeriggio del 16 aprile 2018, la cerimonia d’inaugurazione del 211° Anno Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura. L’evento ha visto la presenza delle principali autorità politiche, civili e academiche cittadine ed è stata l’occasione, non solo per celebrare uno dei più antichi sodalizi a livello bolognese e nazionale, ma anche un momento di riflessione sui temi più attuali legati alle nuove sfide che l’agricoltura deve affrontare in campo globale.

Grande attenzione è stata rivolta ai temi più attuali della sostenibilità ambientale legati a due tematiche tra loro strettamente correlate come la tutela del suolo, la più importante risorsa non rinnovabile presente sul pianeta, e le forti ripercussioni sulla disponibilità alimentare mondiale in rapporto ai cambiamenti climatici e alla produzione agroalimentare.

“Negli ultimi anni, ormai, è stato ben compreso come le attività agricole che l’uomo compie sulla terra, sono direttamente legate sia alla sua salute, derivante dalla qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari, che alla gestione dei luoghi e dell’ambiente – ha detto il Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente dell’Accademia nazionale di Agricoltura nella sua relazione Suolo e agricoltura tra storia e futuro - Oggi l’agricoltura rappresenta uno dei campi d’azione più attuali per le nuove politiche di tutela ambientale e produzione agroalimentare e si lega
strettamente alle Scienze agrarie, alle Scienze della vita e alle Scienze dell’Ambiente. L’agricoltura ha il dovere di impegnarsi a dare una risposta, con approccio multidisciplinare e trasversale, ai gravi problemi dell’aumento della popolazione e al conseguente degrado dell’ambiente”.

Il Prof. Giorgio Cantelli Forti ha poi concluso sostenendo che - “La tutela del suolo, ricordiamolo una delle risorse naturali più importanti per l’uomo e, soprattutto, una risorsa non rinnovabile e a forte rischio esaurimento nel futuro, rappresenta uno dei punti cardine di questo processo. Sappiamo cosa si intende per suolo? Ancora di questi tempi diversissime sono le sue definizioni e incerta ne diviene la natura del contendere. Nonostante ciò tutelare il suolo, evitarne il consumo scellerato, ottimizzare l’utilizzo di quello adoperato per le produzioni agricole, inserirlo all’interno di un virtuoso processo produttivo, economico e sociale che aiuti l’uomo a essere attore primo della sua gestione, sia traendo beneficio dai suoi prodotti che rendendolo attore primo della sua tutela e valorizzazione, può essere il passo decisivo verso una corretta sostenibilità ambientale”.

Successivamente il Prof. Stefano Zamagni, Già Ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna e Adjunct Professor presso la Johns Hopkins University SAIS Europe, ha esposto la prolusione Accademica Il dilemma etico dell’agricoltura di oggi: proposte per il suo scioglimento.

“Quando si affronta il tema del cambiamento climatico in rapporto all’alimentazione – ha sostenuto il Prof. Stefano Zamagni – si considera quest’ultima per lo più come vittima piuttosto che come una delle cause del fenomeno di degrado ambientale. Ne deriva che quando si ammette la responsabilità dell’alimentazione nei confronti del cambiamento climatico, si guarda di solito all’aspetto agricolo dell’alimentazione e alle emissioni di gas serra prodotte dall’agricoltura”.

E perciò molto importante ricordare ha continuato il Prof. Stefano Zamagni che - “L’agricoltura è responsabile del 24% circa delle emissioni derivanti dall’attività umana. Ecco perché per ridurre l’effetto nocivo sul clima proveniente dalla nostra alimentazione non basta cambiare il modo di produzione del cibo che consumiamo. Nei prossimi decenni, infatti, non sarà solo la crescita demografica ad incoraggiare l’aumento della domanda: all’aumentare del reddito, nei paesi emergenti si registrerà un maggiore consumo pro-capite, sempre più allineato al modello dei paesi ricchi e orientato verso cibi ad alto contenuto di grassi, zuccheri e proteine animali. La cosiddetta transizione alimentare – termine che denota l’evolversi della dieta in funzione di una serie di fattori socio-economici, epidemiologici e demografici – potrà dunque avere effetti fortemente destabilizzanti sull’equilibrio ecologico, se non si interviene fin da ora con misure radicali”.

“Sostenibilità ambientale, sostenibilità nutrizionale e alimentare e sostenibilità della pressione migratoria costituiscono i tre vertici dell’odierno triangolo politico-istituzionale. Quel che è urgente porre in campo è una vasta e approfondita campagna culturale di alfabetizzazione – ha concluso il Prof. Stefano Zamagni - e su questi temi c’è troppo chiacchiericcio e troppo poca informazione veramente scientifica. Quel che occorre fare è focalizzare di più l’attenzione sui sistemi alimentari sostenibili, i quali possono costituire il punto di partenza di un nuovo modello di ordine sociale capace di sciogliere il trilemma di cui sopra. Purtroppo, si continua invece a pensare a politiche agricole separate dalle politiche alimentari”.

La cerimonia d’inaugurazione del 211° Anno Accademico è stata aperta dai due interventi di Simona Caselli, Assessore Agricoltura Caccia e Pesca Regione Emilia-Romagna e Antonino Rotolo, Prorettore per la Ricerca Università di Bologna.
“Un sentito grazie all’Accademia Nazionale di Agricoltura – ha detto l’Assessore Simona Caselli - un sodalizio col quale abbiamo un rapporto strutturato di convenzione e collaborazione, in termine di politiche regionali d’innovazione. Il tema trattato oggi, ovvero il suolo, è molto importante e la riflessione che viene fatta, in questi tempi su di esso, riguarda uno dei punti chiave dell’agricoltura del futuro e anche uno dei suoi dilemmi. Di fronte a uno scenario cha dal punto di vista sociale, in prospettiva 2050, ci porterà a dover trovare cibo per 9 miliardi di persone, dall’altro porterà a un forte consumo delle risorse a nostra disposizione (l’assorbimento del 70% delle risorse idriche, il 30% delle risorse energetiche, e l’emissione di gas nell’ordine del 25% di quelli emessi in atmosfera)”.

“Tale situazione – ha poi continuato l’Assessore Caselli - porta con sé grandi contraddizioni, tra milioni di persone sovrappeso o obese e quasi un miliardo sottopeso e malnutrite, con un 33% di spreco nella produzione alimentare. Lo sviluppo sostenibile futuro consegna, dunque, all’agricoltura, un ruolo sociale molto forte e il suolo rientra in tutto questo. Infatti, il giusto bilanciamento tra le parti dedicate alla produzione alimentare, alle attività produttive e industriali, alle zone abitative e alle aree verdi è certamente decisivo per il futuro della terra e della vita umana”.

“Tutta la comunità accademica – ha esordito il Prorettore Rotolo - da sempre ha un rapporto stretto di collaborazione e amicizia con l’Accademia Nazionale di Agricoltura. I progetti dell’agri-food che porta avanti l’Università di Bologna legando agricoltura, benessere e salute coinvolgono i nostri diversi dipartimenti e, se oggi Bologna è al primo posto nel campo della ricerca alimentare, lo si deve anche collaborazioni come quelle con l’Accademia che resta un punto di riferimento imprescindibile per qualità e ricerca scientifica. Lo sesso vale anche per il suolo e la sua tutela e come Università di Bologna ci stiamo impegnando, sempre di più, a sostenere attività di studio e ricerca in questi ambiti oggi fondamentali per la tutela dell’ambiente e la tutela dell’ecosistema. Ringrazio, anche a nome del Magnifico Rettore, l’Accademia per la attività certo di continuare nel rapporto comune che ci lega”.
Infine, al termine della cerimonia il Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura, ha espresso la sua soddisfazione per la sottoscrizione dei Protocolli d’intesa tra l’Accademia e diverse istituzioni cittadine e regionali.

di C. S.