Gastronomia 04/03/2022

L’olio extra vergine di oliva, prima si presenta, poi si mangia

L’olio extra vergine di oliva, prima si presenta, poi si mangia

L’armonizzazione dell’olio al cibo è una questione di chimica ma quando si arriverà a districare il nodo non potremo mai chiedere al consumatore di avere con sé una tavola periodica per acquistare l’olio


Presentare l’olio extravergine e consumarlo sono argomenti spinosi per il nostro comparto, un capitolo della nostra realtà tutto da scrivere.

 Personalmente quando presento un olio punto tutto sui sentori ma, quando lo mangio, il discorso cambia.

Vado contro corrente? Non sarebbe la prima volta.

Ho letto con interesse l’articolo “Far scegliere i consumatori sulla base dei sentori dell'olio extra vergine di oliva è un errore” su Teatro Naturale.
Un titolo volutamente provocatorio, ma il contenuto va esaminato e commentato.

È comunque curioso questo articolo e anche riduttivo, olio toscano e del Garda è troppo generico. 

Con più di 500 varietà di olive e infinite combinazioni di blend fare un test con solo due scelte di oli è generalizzare un argomento serio, base della futura formazione dei prossimi consumatori.

Il campione di consumatore preso in riferimento è una persona consapevole?

Quali potrebbero essere le abitudini alimentari?

Chi ha valutato l’esito del test, che conoscenza ha sull’olio extravergine?

Sicuramente l’armonizzazione dell’olio al cibo è una questione di chimica e quando si arriverà a districare il nodo non potremo mai chiedere al consumatore di avere con sé una tavola periodica degli elementi per acquistare l’olio.

Dobbiamo partire dall’analisi del piatto e selezionare oli con struttura simile e sentori compatibili, la componente culturale ed emozionale non è da trascurare.

Metteresti sui pomodori un olio con sentori di noce?

Metteresti sui gamberi crudi un olio con sentori di radicchio?

Sulla cioccolata? Sentori di pomodoro?

Sul pesce da 50€ al kg un olio da 4€?

È un argomento complesso.

Presentare un olio e insegnare ad usarlo è un’arte che va trasmessa con passione e non con i grafici.

Altrimenti continuerete a lubrificare i vostri piatti senza valorizzare il cibo.

di Piero Palanti