Gastronomia 22/03/2019

Olivicoltori e frantoiani, scendete dai piedistalli!

Olivicoltori e frantoiani, scendete dai piedistalli!

L'annata 2018/2019 rimarrà negli annali per tanti motivi, alcuni positivi, altri poco piacevoli. E' accresciuta invece la cosapevolezza che è questo il momento dell'olio extra vergine d'oliva di eccellenza. Non è più tempo di rimandare. Domandatevi cosa potete fare per la filiera e mettetelo subito in atto


Positivi sempre, Cosa potete fare per la filiera olivicola?

Amo il mio lavoro, amo l’olio extravergine d’oliva perché è sincero, un discreto assaggiatore potrebbe capire le sue certezze, le scelte del produttore ma anche le sue mancanze. È schietto, diretto e mette a nudo le sue emozioni. Doti rare nella nostra società!

Lavoro con la ristorazione, formo consumatori consapevoli, assaggiatori curiosi e chef creativi.

Credo che l’annata 2018/19 rimarrà nei miei ricordi per tanti motivi, alcuni positivi altri poco piacevoli, viste le tante domande che mi sono sorte.

Oggi voglio essere solo positivo, è arrivata la primavera, il freddo ci lascerà presto. Arriveranno i fiori e poi i frutti che saranno raccolti con cura per diventare emozioni.

Quindi scendete dai piedistalli, uscite dai frantoi e dalle aziende, dalle vostre zone di comfort e divulgate l’olio extravergine d’oliva quello vero e sincero, quello di tutti, non soltanto il vostro.

Se non ci uniamo presto ci rimarrà poco da diffondere …

Domandatevi cosa potete fare per la filiera e mettetelo subito in atto.

Rifiutate l’olio cattivo al ristorante.

Snobbatelo al supermercato e premiate i bravi produttori e i ristoratori illuminati.

Regalate olio buono in ogni occasione.

Va messo alla gogna Il rappresentante che vende una bottiglia senza tappo antirabbocco ad un ristoratore, è un cattivo cultore dell’olio.

L’olio cattivo nelle belle bottiglie va rispedito al mittente.

Dobbiamo diventare l’antidoto ai nostri mali, altrimenti soccomberemo.

Diventate paladini della qualità!

Nonostante la mancanza di oli di quest’anno vi posso assicurare che il mio mercato di riferimento ha risposto bene regalandomi emozioni inaspettate.

Le consulenze sono aumentate e anche i loro consumi (in corrispondenza al loro guadagno).
1. Un ristorante che seguo su Roma ha scelto e ordinato un olio che costa 22€ al ½ litro dimostrando di essere maturo nelle scelte e nelle proposte.
2. Un secondo ristorante mi ha chiesto di proporli degli oli per una precisa situazione sottolineando l’assenza di fascia di prezzo, deve essere il migliore in assoluto aggiungendo la frase “Adesso ho capito cosa rappresenta l’olio di qualità, lo possiamo variare ogni tre mesi?”
3. E non ultimo il pizzaiolo creativo che mi ha chiesto una seduta di prove di abbinamento per scegliere l’olio migliore per la pizza del mese e con l’occasioni ha aggiunto altre due referenze ai sei scelti in precedenza, avendo cosi 8 fantastici oli a disposizione .

Sono chiari segnali che per la qualità esiste un enorme mercato
Cosa potete fare per la filiera?

di Piero Palanti

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Commenti 3

Frank Geffers
Frank Geffers
23 marzo 2019 ore 19:00

Caro Piero,

“Non ti domandare cosa il tuo paese può fare per te, ma cosa puoi fare tu per il tuo paese”. Grande citazione che sicuramente si addice anche al nostro microcosmo. Scendere dal mio piedistallo personale in cima al mio poggio con i miei quasi 1300 olivi tutti sotto di me e il sole maremmano che mi scalda, mi crea comunque qualche difficoltà. Specie se sto bevendo un bicchiere di vino amorevolmente prodotto dal mio confinante. Lo stesso amore che ci metto io nel produrre il mio olio. Dal 2013, anno in cui mi sono avventurato sul cammino dell’olio, a pochi mesi fa, dal mio piedistallo non sono potuto scendere. Troppe le questioni da sistemare in questo uliveto impiantato da poco e molto trascurato. Ma le amorevoli cure hanno portato i primi risultati e quindi era necessario passare alla fase 2: Migliorare, migliorare e ancora migliorare! Il nostro olio italiano, quello toscano poi …, è il migliore ma è necessario che ne siano convinti anche gli altri. Ma prima di tutto me ne devo convincere io di persona. E devo imparare tanto sull’olio. Non basta sapere quello che impari sul campo. Serve altro. Quindi ho fatto un Corso per Sommelier dell’Olio e per assaggiatore acquisendo le nozioni minime sull’olio EVO. Nozioni fondamentali sopra tutto per essere in grado di migliorare il mio “blend toscano”.
Tra pochi giorni in azienda faremo una sessione di allenamento di assaggio con 12 oli toscani. Non con il mio. Con quello dei grandi. Quindi, alla fine, dal mio piedistallo sono sceso ed è questo che sto facendo per la filiera. Per adesso.
Un caro saluto anche se non ci conosciamo,

Frank
(Geffers)

Piero Palanti
Piero Palanti
23 marzo 2019 ore 18:36

Sig. Luigi Tega, capisco le sue affermazioni ma non condivido i tempi né la soluzione .
È chiaro che la fortuna di un prodotto dipenda dal suo mercato di riferimento e in questi anni si è fatto molto per l’olio di qualità ma non abbastanza per creare consumatori consapevoli e fedeli, per invogliare una crescita di investimenti e aumentare la produzione .
Sono convinto che la ristorazione sia l’interlocutore ideale per assolvere a queste mancanze.
Forse quell’olio spagnolo con i prezzi in caduta libera condizionano troppo il mercato della qualità … ciò avrebbe giustificazioni soltanto se i due oli si incontrassero in qualche bottiglia …
Lei cosa può fare per la filiera?

Luigi Tega
Luigi Tega
23 marzo 2019 ore 16:19

Mi dispiace proporre delle considerazioni pessimistiche in risposta a questo articolo.
L'olio extravergine ed in particolare italiano è finito, nei prossimi 5/6 anni assisteremo alla chiusura di moltissimi piccoli frantoi seguiti successivamente da quelli di medie dimensioni.
Inutile illudersi, troppi segnali marciano in quella direzione, è tempo di disinvestire dal comparto per evitare di rimanere con il cerino in mano.
In questo numero di teatro Naturale ci sono 3 articoli che confermano la mia tesi.
- il biologico italiano rimane nelle cisterne
- Francia e Gran Bretagna boicottano l'olio di oliva
- Incubo della Spagna per i prezzi in caduta

Fuggire prima che sia troppo tardi è l'unica soluzione.