Economia 28/09/2018

Meno carboidrati e più proteine nelle scelte alimentari degli italiani

Nel primo semestre 2018 l'incremento della spesa alimentare sfiora l'1%. In aumento la spesa di piatti pronti, vino e spumanti, ortofrutta di IV gamma e prodotti proteici animali.


Il primo semestre del 2018 segna un incremento della spesa per consumi alimentari che sfiora l'1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, evidenziando però un progressivo rallentamento della crescita nel secondo trimestre.

Dalle elaborazioni Ismea, emerge che tale crescita è dovuta principalmente all'aumento del valore unitario dei prodotti nel carrello della spesa ed è accompagnata da volumi stabili.

Risulta più sostenuta la spesa per i prodotti confezionati, soprattutto nelle aree del Nord Est, Nord Ovest e Centro, mentre i prodotti sfusi, con una quota del 32% sul totale, hanno subito una contrazione del 2%.

Rispetto all’analogo semestre dello scorso anno: si è speso meno per bevande analcoliche e ortaggi e di più per carne, uova e vini. Si delineano le scelte dei consumatori circa il mutato modo di alimentarsi; i dati più evidenti sono “meno carboidrati e più proteine”; e per quanto riguarda i vini, se ne sono acquistati meno, ma con prezzi in netto aumento che hanno determinato un complessivo aumento della spesa.

Nel primo semestre 2018 gli italiani hanno speso, solo presso la Distribuzione Moderna, oltre un miliardo per l’acquisto di vino e spumanti, ben 48 milioni in più rispetto al primo semestre 2017. Anche per la birra sono stati spesi in soli sei mesi e nella sola Distribuzione Moderna, quasi 680 milioni di euro, con incrementi del 3,2% rispetto al 2017, quando già si registrava un +8,4 rispetto al 2017.

Per quanto riguarda il vino va sottolineato, però, che non sono stati i volumi a crescere (-3,6%) bensì i prezzi unitari, infatti la produzione della scorsa annata era stata particolarmente scarsa determinando un aumento del valore della materia prima. Nello specifico sono calati di oltre 7 punti i volumi acquistati di vini comuni (senza denominazione), ma sono aumentati di 2,7 punti i volumi di vini DOC/DOCG. In aumento nel primo semestre anche l’interesse per gli spumanti per i quali, a fronte di un incremento del 3% dei volumi, si rileva una spesa superiore a quella dell’analogo periodo 2017 del 6,4%.

Tra i prodotti freschi per i quali la spesa risulta in aumento emerge il comparto delle uova, per le quali nel primo semestre si ha un + 16,7% dopo la già buona performance del 2017 (+4% rispetto al 2016). Il trend è anche in questo caso da ascriversi esclusivamente all’aumento dei prezzi medi dovuto da un lato alla minor disponibilità di offerta, dall’altro lato alla maggior presenza in assortimento di uova provenienti da allevamenti “a terra” e biologici, che hanno prezzi più alti.

In notevole aumento anche la spesa per il burro, per il quale però, a fronte di un aumento del 22% dei prezzi, i volumi acquistati restano pressoché stabili (+0,6%).

In aumento la spesa per tutte le carni, per le quali però i volumi venduti risultano nel complesso stabili, con intonazione leggermente positiva per le bovine (+0,2%) e leggermente flessiva per le suine (-0,8%), mentre restano stabili i volumi delle avicole; per tutte in sensibile aumento i prezzi.

Riguardo i carboidrati le tendenze sono evidenti: rispetto al primo semestre 2017 le vendite di pasta di semola secca registrano una flessione del 2,4% in volume con una riduzione della spesa del 3% che si aggiunge a quella dell’1,4% già rilevata nel 2017 rispetto al 2016. Anche tra le farine, quella di frumento tenero registra flessioni in termini di volume del 4% (-2,7 in spesa dopo il -2,9% del 2017).

Forte incremento, nei primi sei mesi del 2018, dopo un 2017 già in crescita, per i consumi di prodotti della IV gamma. Rispetto a giugno 2017 la crescita nelle vendite di ortofrutticoli di IV gamma è stata del +5,2% a volume e del +4,5% a valore. Un successo che si deve in primo luogo dalla crescita del parco acquirenti. Secondo i dati Nielsen aggiornati a giugno 2018, infatti, il numero di famiglie che acquista prodotti di IV gamma risulta cresciuto di circa 300 mila unità, toccando quota 19,6 milioni.

di C. S.