Economia 28/07/2017

Si polarizza il mercato del vino e le strategie delle aziende vitivinicole

Di fronte a consumi stagnanti, continua la crescita del mercato americano che guarda da una parte al vino sfuso australiano a basso costo, dall'altra parte a Prosecco, rosè provenzale e Sauvignon blanc della Nuova Zelanda


Il mercato mondiale del vino è ormai stagnante da alcuni anni, secondo il recente rapporto Rabobank, ma non dappertutto si registrano le solite dinamiche.

Le importazioni di vino statunitense continuano ad aumentare, con una crescita del valore (6%) che supera la crescita del volume (2%). Prosecco, rosé provenzale e Sauvignon Blanc della Nuova Zelanda sono i vini premium più amati. Diminuisce l'importazione di vini a basso prezzo in bottiglia ma aumentano quelle bulk, in particolare dall'Australia.

Il mercato statunitense, quindi, rappresenta il modello di riferimento non solo perchè molto dinamico nelle scelte e nei gusti ma anche perchè è l'unico che registra una crescita lenta e costante, di fronte a una domanda aggregata stabile.

A fronte di questo scenario di mercato, la produzione si è rapidamente adeguata con vendemmie sostanzialmente stabili in Europa negli ultimi anni. E' infatti proprio il Vecchio Continente il player più importante, con il 65% della produzione, il 57% del consumo e il 70% delle esportazioni globali.

I cambiamenti del mercato, secondo Rabobank, hanno però portato a cambiamenti significativi, anche se poco visibili, nella struttura vitivinicola europea.

Alcune aziende vinicole hanno risposto investendo in beni e acquisizioni, altra hanno ridotto gli investimenti per diventare più leggere, altre ancora sono rimaste ferme. Quelle che hanno investito nella crescita hanno visto miglioramenti dei ricavi e dei margini. Quelle concentrate sulla riduzione degli investimenti hanno visto un miglior ritorno sul capitale. Ovviamente peggiori performance per quelle che non hanno adottato alcuna strategia, con bilanci sottoperformanti.

Una dinamica destinata a durare per alcuni anni, in mancanza di un cambiamento profondo del sistema economico globale.

di C. S.