Ambiente 22/11/2012

L'ambiente si tutela con l'impegno attivo degli agricoltori


“Confagricoltura concorda in pieno con il ministro Clini sulla necessità di un ‘cambio di paradigma’ – come l’ha definito - delle politiche ambientali e della salute, da strumenti di controllo dello sviluppo, a motore dello sviluppo stesso. L’agricoltura vuole inserirsi a pieno titolo in quest’ottica”. Lo ha detto il vicepresidente di Confagricoltura Ezio Veggia, intervenendo ad Arezzo al “1° Forum internazionale Sviluppo, Ambiente e Salute”.

“Dice il ministro – ha aggiunto Veggia - che bisogna riportare l’ambiente al centro delle politiche di crescita ma con una nuova mentalità, con una politica ambientale che non è diversa, magari contrapposta a quella produttiva. In questo quadro si può coniugare (in una logica coordinata e concatenata, ambiente, salute e sviluppo agricolo)”.

Il vicepresidente di Confagricoltura ha poi detto: “Occorre produrre cibo per sempre più persone (9 miliardi di persone entro il 2050), sempre più sicuro (i principi di food security e food safety) ed in maniera sostenibile La nostra agricoltura lo fa. Abbiamo regole di tutela ambientali e di protezione dei consumatori e di benessere degli animali che non hanno uguali al mondo, tant’è che stanno rischiando di diventare fattori di non competitività. E che comunque hanno consentito di raggiungere traguardi non trascurabili”.

Veggia ha quindi posto in evidenza come, negli ultimi anni, il consumo di fungicidi, insetticidi, erbicidi e concimi minerali sia calato considerevolmente. Segno di efficienza nell’utilizzo (coltiviamo praticamente la medesima superficie usando meno fattori) e di una maggiore considerazione dell’ecosistema. Ed ha fatto presente come si stia vincendo anche la sfida della safety alimentare: “La sicurezza alimentare, non è legata solo agli aspetti quantitativi ma anche qualitativi; requisito, quest’ultimo, che ormai il consumatore riconosce come intrinseco al prodotto”.

Un’altra grande sfida è in arrivo – ha ricordato il vicepresidente di Confagricoltura – che prevede che dal 1 gennaio 2014 potranno essere utilizzate solo le tecniche di difesa integrata delle colture.

Infine Ezio Veggia si è soffermato sul clima che ha grande influenza nella produzione agricola sia per le rese che per l’insorgenza di fitopatologie che possono avere ripercussioni sulla salute umana. “Nei prossimi anni – ha osservato - il cambiamento climatico costituirà una sfida importante in quanto comporterà minori precipitazioni e un aumento delle temperature estive, accentuando risorse già scarse, senza contare i ripetuti fenomeni alluvionali. L’imprenditore agricolo deve saper dosare l’uso dell’acqua, ma non esiste una tecnica che possa andar bene per ogni condizione climatica. E’ un dato di cui bisogna tener conto ogni volta che si impongono limiti o riduzioni di apporti idrici agli agricoltori.

“L’agricoltore - ha quindi concluso il vicepresidente di Confagricoltura – va messo nelle condizioni di rimanere nel territorio di cui è il primo difensore. Senza l’impresa agricola competitiva il territorio, abbandonato dall’uomo, non ha futuro”.

di C. S.