Mondo Enoico 05/04/2022

Le cantine italiane investono in digitale per l'enoturismo

Le cantine italiane investono in digitale per l'enoturismo

Enoturismo e vendite dirette rappresentano asset ancora poco sfruttati dai viticoltori italiani. La maggior parte delle cantine riceve meno di 100 ordini all’anno attraverso l’e-commerce


Negli ultimi due anni gli investimenti digitali delle aziende vitivinicole nazionali sono aumentati di oltre il 50%.

Ma gli sforzi sono ancora insufficienti.

In confronto all’Italia a parità di territorio, la Nuova Zelanda, sfruttando meglio il potenziale, posizionerebbe 18 volte il numero di tour ed esperienze enoturistiche nel mercato. La Francia invece, con circa un terzo del numero di visitatori annuali in meno dell’Italia, genera un mercato enoturistico interno che vale quasi il doppio del nostro paese e la Napa Valley in California, con un numero di visitatori annui quasi 4 volte inferiore all’Italia, genera un ritorno di circa 2 miliardi di euro. Questo significa che a parità di numero di visitatori, la Napa Valley potrebbe potenzialmente incassare circa 2,8 volte il valore del mercato enoturistico italiano.

Sono dati contenuti in un report elaborato dalla società Divinea.

Per quanto le attività italiane in cantina si stiano sempre più diversificando, a oggi la proposta è ancora principalmente basata sulla classica degustazione di 3 e 5 vini e comprensiva del tour della cantina che è presente in quasi tutte le aziende e corrisponde al 71% dell’offerta enoturistica complessiva. Dai dati è emerso che il 4,6% delle cantine non ha una struttura predisposta ad accogliere visitatori, mentre il 68,2% svolge degustazioni ma non ha una risorsa dedicata. Poco meno di 1 cantina su 4 presenta una persona focalizzata all’ospitalità mentre solo il 3,1% dispone di un team strutturato per l’enoturismo.

E-commerce, Wine Club e altri canali di promozione (come WhatsApp o newsletter) sono degli strumenti utili a raccogliere dati utili all’ottimizzazione delle vendite. A oggi i dati confermano che la maggior parte delle cantine riceve meno di 100 ordini all’anno attraverso l’e-commerce e il 42,5% delle cantine consegna vino solo in Italia.

Sempre più cantine si stanno avvicinando al Wine Club: il 17,3% delle cantine si è dotato di un Club mentre il 75% di chi non lo ha ancora fatto dichiara che lo realizzerà o lo sta prendendo in considerazione. I Wine Club italiani hanno tanti iscritti ma producono volumi relativamente contenuti e le cantine italiane offrono soprattutto accesso riservato agli utenti registrati e l’eShop con annate e formati speciali mentre solo una su cinque propone l’abbonamento con spedizione periodica.

Per quanto riguarda altri canali di comunicazione l’85% delle cantine investe meno di €200 al mese per promuovere le vendite dirette e quasi la metà di queste non alloca alcun budget. Mentre le comunicazioni con messaggistica istantanea tipo WhatsApp sono ancora poco utilizzate sebbene producano conversioni ben più alte delle email mentre le televendite non sono prese in considerazione dal 94% delle aziende.

di C. S.