Mondo Enoico 11/09/2019

Ansia e preoccupazione per il mondo del vino italiano

Ansia e preoccupazione per il mondo del vino italiano

E' iniziata una nuova fase di rallentamento dell'export del vino Made in Italy. Troppo concentrati su Usa, Germania, Inghilterra e Svizzera e Canada. Occorre approcciare nuovi sbocchi, dalla Cina all'Est Europa


"I tassi di crescita del vino italiano all'estero sono inferiori a quelli di cinque anni fa e oggi la dinamica di crescita è legata solo allo spumante. Nei primi sei mesi del 2019 vediamo una crescita degli Usa, primo mercato di riferimento, dove l'import di vini è aumentato dell'8%, mentre l'Italia è cresciuta solo del 4%. La Cina è in sofferenza e anche qui l'export del vino italiano ne risente, mentre cresciamo in Giappone, a doppia cifra, e in Canada. Per il futuro l'obiettivo è certamente quello di diversificare i mercati". Così Denis Pantini di Nomisma Wine Monitor, a Firenze, per la presentazione di una ricerca 'sull'evoluzione dell'export enoico tricolore'. E' stata illustrata in occasione della consegna di un premio dell'Istituto Grandi marchi al giornalista americano Burton Anderson.

"Al momento siamo concentrati solo su Usa, Germania, Inghilterra e Svizzera e Canada - ha osservato Pantini -. La vera sfida è allargarci in altri mercati, in primis la Cina e poi l'Est Europa dove cresciamo ma non agli stessi ritmi dei nostri concorrenti".

Il presidente di Federvini Sandro Boscaini ha osservato che "da tre o quattro anni purtroppo abbiamo una situazione di incertezza e instabilità internazionale che non aiuta il vino italiano. Con il fenomeno Prosecco e le bollicine più in generale abbiamo tamponato e siamo continuati a crescere ma i prodotti che ci hanno accreditati nel mondo anche se non calano sono stabili. Questi sono lo zoccolo duro del vino italiano. Non dobbiamo stracciarci le vesti ma neanche dormire sugli allori".

di C. S.