Mondo Enoico 17/05/2019

On line la prima banca dati isotopica privatistica dei vini italiani

On line la prima banca dati isotopica privatistica dei vini italiani

L’accesso alla nuova banca dati è disponibile per gli addetti e rappresenta uno strumento prezioso a disposizione del settore al fine di contenere i rischi da incauto acquisto nel caso di contraffazione dei prodotti


Dopo la prima edizione tenutasi in Toscana nel 2015 e la seconda edizione in Veneto nel 2017, si chiude oggi in Trentino, presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (TN), la terza MS-WineDay. La conferenza ha offerto un'opportunità agli specialisti di aziende private, istituzioni e università di incontrarsi e discutere lo stato dell'arte e le innovazioni che coinvolgono la spettrometria di massa (MS) in enologia che, migliorando l'efficacia di identificazione e quantificazione dei componenti chimici e biochimici dell'uva e dei prodotti vitivinicoli, svolge un ruolo chiave nel supportare le decisioni agronomiche e il controllo qualità.

In occasione del convegno è stata presentata la prima banca dati isotopica privatistica dei vini a livello italiano nata dalla sinergia tra Fondazione Edmund Mach e Unione Italiana Vini. Tale banca dati permette una più efficace verifica dell’autenticità dei prodotti vinosi e della corretta applicazione della normativa vitivinicola, anche al fine di assicurare la massima tutela nell’ambito degli scambi commerciali, a livello nazionale e internazionale.
Ogni vendemmia, come si sa, è caratterizzata da un andamento climatico specifico e tuttavia molto variabile nel corso delle diverse annate. Poiché per l’accrescimento e la produzione dei frutti la vite assorbe, oltre ai microelementi, soprattutto acqua e anidride carbonica, è possibile osservare una variazione naturale dell’abbondanza isotopica degli elementi C, H e O in specifici componenti delle uve.

In particolare, i rapporti isotopici dell’ossigeno variano naturalmente in base all’altitudine, alla latitudine, alle cultivar e alle condizioni climatiche nell’area di provenienza. Questo rende quindi possibile l’utilizzo di questo parametro come tracciante dell’origine delle uve e dei prodotti della trasformazione.

Quindi, per interpretare adeguatamente il dato analitico isotopico è necessario riferirsi direttamente banche dati, aggiornate annualmente, che descrivano in maniera rappresentativa, l’areale geografico d’interesse, in questo caso nazionale.

La collaborazione tra Unione Italiana Vini e Fondazione Edmund Mach ha permesso di offrire la necessaria professionalità ed esperienza nella costituzione del database sia dal punto di vista della raccolta che dell’analisi dei campioni con metodologie accreditate.

L’accesso alla nuova banca dati è già disponibile per gli addetti e rappresenta uno strumento prezioso a disposizione del settore al fine di contenere i rischi da incauto acquisto nel caso di contraffazione dei prodotti.

di C. S.