Mondo Enoico 03/12/2015

Etichetta nutrizionale per il vino: i produttori tremano

Nei paesi anglosassoni, ma anche in Francia, le ricerche sulle calorie nel vino spopolano sul web. Un bicchiere di vino ha un contenuto calorico superiore alle 100 calorie. Può essere un forte deterrente al consumo anche di un semplice vino a pasto


Si torna nuovamente a parlare di vino e calorie, di vino ed etichette.

L'Unione europea sta seriamente pensanso di escludere il vino dai cibi per cui vale l'esenzione dall'obbligo dell'etichetta nutrizionale.

Ne ha parlato, a margine dei lavori di Wine2Wine, Denis Pantini, direttore di Winemonitor di Nomisma. Basti pensare che su Google, ha sottolineato Pantini, l'interesse per le ricerche che incrocino le parole ''calories'' e ''wine'' vedono gli Stati Uniti (100) al primo posto, seguiti dal Regno Unito (66), Canada (63), Australia (50) e Francia (25); tutti mercati di forte interesse per l'export di vino made in Italy.

Il fabbisogno giornaliero di un adulto di circa 70 kg di peso è di circa 2.170 calorie al giorno. Una bottiglia di Amarone, con una gradazione pari a 16°, presenta un contenuto pari a 885 calorie, equivalente a circa 134 calorie per un bicchiere da 150 ml. Un vino più leggero, con gradazione alcolica di 13°, fornisce un apporto calorico per bicchiere di 109 calorie, abbattendo così il contributo energetico di circa il 20%.

''Per consumatori e le consumatrici più attenti alla silhoutte può essere un forte deterrente al consumo anche di un semplice vino a pasto - ha osservato Pantini - trovare in etichetta un warning sull'apporto calorico del nettare di Bacco''.

L'introduzione dell'obbligo di indicazione del valore nutrizionale sulle etichette di vino ''sarebbe un altro disastro - ha commentato Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini - soprattutto per i piccoli produttori che hanno come unico strumento di comunicazione l'etichetta. In generale, sarebbe una comunicazione che snatura una tradizione di consumo moderato di cui siamo i primi portavoce. Inoltre sarebbe per il mondo del vino una impropria omologazione ai rischi di un food poco salutare nel quale non ci riconosciamo. Non si può buttare via la nostra cultura del bere moderato con scelte politiche sbagliate''.

di C. S.