Eventi 19/05/2016

Oltre il gusto c'è Terra Madre, per chi vuole bene alla terra

Cambia format Terra Madre dispiegandosi in vari luoghi della città di Torino dal 22 al 26 settembre. Soprattutto, però, vuole essere cultura del cibo a tutto tondo, dal centro alla periferia, di Torino, d'Italia e del mondo


Sarà un'edizione diversa dal solito, ambiziosa, persino rivoluzionaria.

A Torino la tradizionale kermesse di Slow Food - Terra Madrea Salone del Gusto - andrà in scena in tutta Torino dal 22 al 26 settembre prossimo.

"Sappiamo che stiamo realizzando qualcosa che rimarrà nell’immaginario della nostra Torino per molto tempo. Se sapremo portare la cultura alimentare dentro il tessuto cittadino sarà un esito culturalmente e politicamente importante per tutti dal centro alle periferie. Il diritto al cibo deve essere trasversale, non venire riconosciuto solo a chi ha più soldi" ha dichiarato Carlo Petrini.

Il tema dell'edizione sarà "voler bene alla Terra".

La riaffermazione del diritto alla qualità del cibo, per il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale, non può che passare attraverso il principale appuntamento dell’associazione: "Terra Madre Salone del Gusto storicamente costituisce il momento in cui Slow Food presenta il proprio lavoro di tutti i giorni. Portiamo alla ribalta, a contatto col grande pubblico, tutti i progetti su cui siamo impegnati: le attività sul fronte dell’educazione, le iniziative per la salvaguardia della biodiversità, le collaborazioni con soggetti istituzionali, associativi e imprenditoriali. E vogliamo farlo con un linguaggio semplice e coinvolgente. Perché lo scopo principale è sensibilizzare il maggior numero di persone sulle tematiche legate al cibo, alla produzione e alla distribuzione, sui coinvolgimenti sociali, economici e sulla salute di cui esso è portatore".

Nel corso dei giorni della manifestazione verranno sperimentate collaborazioni inedite e instaurare, attraverso le numerose e vivaci realtà culturali torinesi, un dialogo con il mondo dell’arte, della letteratura, del cinema, nell’ambito di un programma più creativo e partecipato che mai.

"Slow Food ha gli stessi anni della mia esperienza in cucina: nell’86 cominciavo a sperimentare con la tradizione italiana ma portare un piatto di pasta a un congresso internazionale era una vergogna, ti sentivi il cuoco con la valigia di cartone" racconta Davide Scabin, chef del Combal.Zero di Rivoli.

A vent’anni dal primo appuntamento con la kermesse torinese, Slow Food crede che la battaglia più importante per il nostro futuro si giochi ancora sul cibo, sull’ambiente, sulla biodiversità, ovvero sulla relazione dell’uomo con la terra.

di C. S.