Bio e Natura 19/03/2018

La ricerca alla base dell'agricoltura bio del futuro

Il Crea a fianco dell'agricoltura bio con la creazione di sette laboratori sperimentali di lungo termine dove si sperimenteranno innovazioni e buone pratiche di processo e di prodotto: dai concimi organici fino a nuove tecnologie. Formazione anche per gli ispettori biologici


Sono 178 i Paesi in cui si pratica l’agricoltura biologica, 87 dei quali con una specifica normativa nazionale, 57,8 milioni di ettari (erano 11 milioni nel 1999, sono 1,8 milioni in Italia), che pesano per l’1,2% della superficie agricola mondiale (ma per il 21,9% in Austria, per il 18,9% in Estonia, per il 19% in Svezia e per il 14,5% in Italia), 2,7 milioni di produttori (72.154 gli operatori in Italia nel 2016), un mercato che vale oltre 80 miliardi di euro, che equivale a un consumo pro capite di 11 euro/anno a livello globale, ma è di 274 in Svizzera, 227 in Danimarca, 197 in Svezia. Nella UE la superficie coltivata senza un grammo di sostanze chimiche di sintesi è aumentata nell’ultimo anno del l’8,2% (del 20,3% in Italia, record assoluto in Europa), i produttori del 7% (del 20,3% in Italia, altro record).

E' in questo contesto che l'Italia deve essere anche un traino culturale per l'Europa. E' questa la ragione per cui l'Italia investe nella ricerca a favore dell'agricoltura biologica.

Saranno sette i laboratori, dispositivi sperimentali di lungo termine (LTE), che faranno parte del progetto Retibio finanziato dal Ministero delle Politiche agricole e coordinato dal Crea. Si tratta di appezzamenti controllati dove i ricercatori condurranno in piena sicurezza esperimenti per testare innovazioni e buone pratiche di processo e di prodotto in agricoltura biologica. Si va dai concimi organici, a frutti in grado di garantire una vita più lunga nello scaffale, dal brevetto di un nuovo attrezzo agricolo a nuovi sistemi di rotazione delle colture orticole, dalle tecniche di gestione dei seminativi biologici in grado di sequestrare il carbonio atmosferico a quelle più efficienti sul fronte della biodiversità e dell'impatto ambientale.

Non solo. Federbio e Cepas hanno siglato un accordo per la formazione degli ispettori bio.

Cpesa ha in particolare ricevuto da Federbio il compito di definire ed elaborare gli schemi di certificazione, interagendo con la Federazione a un tavolo tecnico di lavoro anche nella messa a punto degli standard e dei riferimenti formativi di quei soggetti che saranno le figure determinanti per proporre standard di affidabilità e garantire quindi una crescita qualitativa.

di C. S.