Bio e Natura 12/10/2016

Antibiotici in alimentazione animale: un'alternativa è possibile


Si è svolto il 6 ottobre u.s. all’Accademia dei Georgofili una giornata di studio su: “Gli antibiotici in alimentazione animale: un contributo importante al problema globale della resistenza acquisita da parte dei batteri. Che fare?”

Dalle relazioni presentate da studiosi delle Università di Firenze e Pisa, è emerso che le alternative all’utilizzo di antibiotici per l’alimentazione animale negli allevamenti intensivi esistono. E sono molteplici.

Fra queste, vanno segnalate due classi di prodotti naturali: gli acidi grassi a corta catena, fra i quali il butirrico merita il posto d’onore e i tannini, fra i quali gli idrolizzabili come quello di castagno. Queste sostanze si sono dimostrate oltreché efficaci batteriostatici e battericidi, anche capaci di indurre effetti collaterali positivi nei metabolismi dell’animale e della sua micro popolazione ruminale ed intestinale.

L’impiego dei polifenoli nell’alimentazione dei ruminanti si rivela utile inoltre per abbattere l’emissione di gas serra, limitare l’escrezione azotata attraverso un miglior bilanciamento energia-proteina della razione, nella cura delle diarree nei vitelli nonché per modulare le bioidrogenazioni ruminali favorendo l’arricchimento in componenti funzionali della frazione lipidica di latte o carne.

L’acido butirrico, invece, promuove lo sviluppo dei villi intestinali creando i presupposti per una migliore assimilazione dei principi nutritivi.

I monogliceridi sintetici, che hanno una struttura chimica differente da quelli naturali, offrono una buona opportunità nell’abbattimento dei patogeni avicoli come la Salmonella Typhimurium e Enteriditis ed il Clostridium Perfringens.

I tannini di castagno si sono rivelati utili nell’alimentazione delle ovaiole per produrre uova a basso contenuto di colesterolo, senza andare in contro agli effetti negativi che spesso i polifenoli generano in questa tipologia produttiva. Infine, in prove in vitro, i tannini di castagno hanno dimostrato una valida attività antibatterica nei riguardi del Clostridium perfringens, Escherichia coli, Salmomella typhimurium e Campylobacter jejuni.

di C. S.