Bio e Natura 09/12/2015

Fertilità dei suoli a rischio: solo l’11% a disposizione dell’agricoltura mondiale

Se da un lato il terreno fertile diminuisce, d’altra parte l’agricoltura, che usa già il 70% dell’acqua dolce disponibile, dovrebbe essere capace di incrementare del 50% la produzione globale senza usare più acqua e tagliando drasticamente l’utilizzo dei concimi


“E’ solo dell’11% l’area di suolo fertile a ‘disposizione’ della produttività agricola mondiale, una percentuale che fra l‘altro si sta rapidamente riducendo. Ogni anno, infatti, l’agricoltura mondiale perde 10 milioni di ettari di terreno, a causa dell’erosione e dell’avanzata del deserto e del mare. Altri 20 milioni di ettari vengono abbandonati perché la qualità del terreno è troppo degradata per coltivarlo, in larga misura per colpa delle tecniche agricole intensive. La perdita di fertilità del suolo porta alla riduzione della produttività: un calo del 50% della materia organica porta a un taglio del 25% dei raccolti”. E’ quanto ha sottolineato Rosanna Zari, vice presidente CONAF in apertura della Giornata Mondiale del Suolo, in programma quest’oggi a Roma, alla Citta dell’Altra Economia. Evento organizzato, oltre che dal Consiglio dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali, anche dall’AISSA, ISPRA, Commissione Europea (JRC), Slow Food e Legambiente.
“La fertilità del suolo – ha spiegato Zari - è direttamente collegata alla sua produttività, ossia alla capacità di essere idoneo per la coltivazione e per la produzione di alimenti, di foraggio, di fibre, di biomassa e di energia rinnovabile”.

Se da un lato il terreno fertile diminuisce – sottolinea il CONAF -, d’altra parte l’agricoltura, che usa già il 70% dell’acqua dolce disponibile, dovrebbe essere capace di incrementare del 50% la produzione globale senza usare più acqua e tagliando drasticamente l’utilizzo dei concimi che avvelenano il suolo.
Oggi la fertilità dei suoli del pianeta è a rischio, infatti, un terzo dei terreni mondiali sono degradati, a causa dell’erosione, della compattazione, dell’impermeabilizzazione, della salinizzazione, dell’erosione di materiale organico e di nutrienti, dell’acidificazione, dell’inquinamento e di altri processi causati da pratiche insostenibili di gestione dei terreni.
I suoli sono in pericolo anche a causa dell’urbanizzazione crescente, della deforestazione, del sovrasfruttamento, dell’inquinamento, del sovra-pascolo e del cambiamento climatico. Il tasso attuale di degrado dei suoli minaccia la capacità di rispondere ai bisogni delle generazioni future. La promozione della gestione sostenibile dei suoli è essenziale per un sistema alimentare produttivo, per dei mezzi di sussistenza migliori e per un ambiente sano.

“Per gestire i suoli in un’ottica di sostenibilità – ha spiegato la vicepresidente CONAF -, le opzioni sono diverse. La diversificazione delle colture, praticata nella maggioranza delle aziende agricole familiari del pianeta, è una di queste; le rotazioni agronomiche mantengono inalterato il valore dei suoli in quanto prevedono riposo e fertilizzazione organica. Non è un caso che la pratica del maggese con diverse opzioni agronomiche sia stato il sistema più utilizzato in Europa in tutta l’epoca storica permettendo, tramite innovazioni via via applicate da agronomi lungimiranti, una produttività tale da essere la premessa alla rivoluzione industriale”. Un altro aspetto da evidenziare è quello della qualità dei suoli: “Per mantenere elevati i livelli di produttività, i suoli devono essere sani. I suoli sani – ha illustrato Rosanna Zari - non solo costituiscono la base per la produzione di cibo, combustibili, fibre e prodotti medici, ma sono anche essenziali per gli ecosistemi, visto che ricoprono un ruolo fondamentale nel ciclo del carbonio, immagazzinano e filtrano l’acqua e aiutano a fronteggiare inondazioni e siccità”.
Si stima infatti che il 95% del cibo è direttamente o indirettamente prodotto grazie ai terreni. Ne consegue che la qualità del suolo è anche direttamente collegato alla qualità e alla quantità di cibo che viene prodotta.
La produttività dei suoli è inoltre garantita dalla presenza della materia organica la cui decomposizione influenza le proprietà fisiche, chimiche del terreno ed il suo stato di salute generale. Un elevato scambio di nutrienti tra materia organica, acqua e suolo è essenziale per la fertilità e la qualità del suolo. Quando il terreno viene sfruttato senza ripristinare la sua materia organica ed i suoi micronutrienti, il ciclo dei nutrienti viene spezzato, la fertilità diminuisce, l’equilibrio nell’ecosistema agricolo viene distrutto e la produttività si riduce.

“Il ruolo dell’agronomo – ha aggiunto Zari – è proprio quello di conservare la fertilità del suolo che può essere preservata e migliorata con opportune tecniche e pratiche di coltivazione, come la concimazione, l'irrigazione e le lavorazioni. Se vengono effettuate delle lavorazioni razionali non solo si ripristina e si migliora la struttura del terreno, ma si migliora anche il circolo dell'aria importante per i microorganismi e il circolo dell'acqua per facilitare l'assorbimento degli elementi nutritivi”.
Da ricordare per quanto concerne il suolo le competenze a livello professionale delle proprietà fisiche, chimiche e biologiche; la conoscenza delle proprietà del suolo, sotto tutti i diversi aspetti, deve essere un argomento centrale a livello internazionale; la capacità di omogeneizzare i diversi linguaggi di uso del suolo e le normative inerenti la valutazione delle capacità d’uso dei suoli

Inoltre, il sottosuolo ospita circa un quarto della biodiversità mondiale; questi organismi agiscono da agenti primari per il funzionamento del ciclo dei nutrienti ed aiutano il loro assorbimento da parte delle piante, favorendo al tempo stesso la biodiversità in superficie. Una migliore gestione può aiutare questi organismi invisibili a migliorare la capacità dei suoli di assorbire carbonio e di mitigare la desertificazione, contribuendo a compensare le emissioni di gas serra dovute all’agricoltura.
Fra gli interventi della Giornata mondiale del suolo, anche quello dei dottori agronomi Massimo Paolanti e Maurizio Uniformi sulle Buone pratiche di gestione del suolo: applicazioni concrete nella professione dell’agronomo.

di C. S.