Associazioni di idee 09/05/2023

Alluvione in Emilia Romagna: le frane si mangiano 500 ettari di frutteti e campi

Alluvione in Emilia Romagna: le frane si mangiano 500 ettari di frutteti e campi

Danni senza fine in collina: molti campi gravemente danneggiati nella Romagna Faentina. Strade impraticabili e ponti sbarrati


Un disastro dopo l’altro nel Ravennate e l’allarme non cessa perché si prevedono nuovi, intensi piovaschi nei prossimi giorni. Il dissesto idrogeologico si trascina dietro frutteti, vigneti e campi a seminativo sulle colline che cingono le vallate dei fiumi e dei torrenti esondati: Senio, Sintria, Lamone e Marzeno.  Salendo lungo le vie transitabili - nei comuni di Faenza, Castel Bolognese, Solarolo, Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme -, lo scenario lascia basiti, si incontrano anche 5 frane nel tratto di un solo chilometro.

«Impossibile fare il bilancio: è senza fine. Riceviamo continue segnalazioni dalle aziende associate – sintetizza il presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti – stimiamo circa 500 ettari di impianti frutticoli, filari di vite, terreni coltivati gravemente danneggiati da frane e smottamenti nell’area collinare della Romagna Faentina». E lancia l’allarme: «Bisogna intervenire subito altrimenti si rischiano danni irrecuperabili, movimenti franosi profondi e diffusi. Molte strade, incluse quelle poderali, sono impraticabili e alcune zone inaccessibili in particolare a Casola Valsenio, Modigliana e Brisighella. In località Marzeno il ponte è impercorribile».

Dramma che merita più di una riflessione: «Secondo la normativa vigente, l’agricoltore non può neanche occuparsi direttamente della pulizia di torrenti e corsi d’acqua laddove si presentasse incuria e scarsa manutenzione: davvero un paradosso», tuona Betti.

Il quadro apocalittico che emerge poggia su un sistema agricolo fortemente indebolito, dove coltivare è sempre più difficile e la frutticoltura di eccellenza tende a scomparire. C’è un numero crescente di aziende agricole alle prese con una crisi finanziaria mai vista, che faticano a ripianare i mancati introiti delle ultime annate; altre hanno già chiuso i battenti o si accingono a farlo.

«L’alluvione sta sfiancando il tessuto economico e sociale della provincia, le sue produzioni agricole. Chiediamo alle Istituzioni di non abbandonare le imprese, servono aiuti immediati e poi – sottolinea infine il presidente di Confagricoltura Ravenna – siamo in stato di allerta per le piogge in arrivo. Il ripristino di interi versanti franati, di piante abbattute e strutture divelte, non è economicamente sostenibile per gli agricoltori in un momento così delicato».

di C. S.