Associazioni di idee 15/07/2021

Sostenibilità, competitività e unità per il futuro dell'olio di oliva italiano

Sostenibilità, competitività e unità per il futuro dell'olio di oliva italiano

La Filiera Olivicolo Olearia Italiana pronta a collaborare sinergicamente a tutti i livelli, con gli altri attori e le Istituzioni, per valorizzare il settore e raccogliere le sfide della Pac e del Pnrr


Nella mattinata del 14 luglio si è tenuto il webinar dal titolo “Le sfide della filiera olivicolo-olearia: Pac e Ricovery Fund per dare futuro al settore” promosso e organizzato da FOOI e primo di una serie di iniziative in programma che hanno lo scopo di analizzare gli aspetti della filiera olivicola olearia in un mercato in continua evoluzione che richiede un’elevata capacità progettuale e la definizione di una politica interprofessionale di qualità in grado di valorizzare i tratti autentici per aumentare le performance della produzione nazionale.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre opportunità importanti al settore olivicolo-oleario. “Il via libera di queste ore da parte dell’ECOFIN al piano italiano - sostiene Dario Stefàno, Presidente della Commissione Politiche Ue di Palazzo Madama - apre la strada a occasioni di crescita collettiva che ora sono a portata di mano e che possiamo cogliere associando alla riconosciuta qualità che caratterizza le produzioni Made in Italy una quantità di risorse nuove e strumenti nuovi come quelli offerti dal settore digitale”.

Secondo Filippo Gallinella, Presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio, la nuova PAC è una sfida per l''agricoltura e l'olivicoltura italiana: “sostenibilità è e deve essere la priorità del futuro, perché è un concetto, una visione apprezzata dai consumatori nazionali e internazionali.” Occorre quindi smettere di lamentarsi e rimboccarci le maniche, avendo il coraggio di percorrere sentieri diversi da quelli battuti fino a qui: “bene Dop/Igp e biologico, ma oggi competitività fa rima con sostenibilità.”

“La sostenibilità ambientale - ha detto nel suo intervento conclusivo Paolo Mariani, Presidente FOOI - è elemento centrale per il rilancio del settore olivicolo. Siamo pronti a collaborare sinergicamente a tutti i livelli, con gli altri attori e le Istituzioni, per valorizzare il settore e offrire il giusto riconoscimento all’impegno e alle ambizioni della filiera”.

Gli interventi di Dino Scanavino, Presidente CIA e Giampaolo Bonfiglio, in rappresentanza di Alleanza delle Cooperative Italiane, hanno offerto al dibattito un contributo originale ribadendo il sostegno all’iniziativa programmatica del FOOI e raccogliendo l’invito a lavorare congiuntamente per obiettivi comuni.

Il contesto infatti è quello di un settore dalle grandi potenzialità in prospettiva ma ancora da migliorare. Lo ribadiscono gli interventi in cifre di Tiziana Sarnari di Ismea, che ha messo in luce i punti di forza del settore, dalla biodiversità alla diffusione delle denominazioni d’origine senza dimenticare i punti di debolezza su cui agire, come la polverizzazione delle aziende olivicole e l’incostanza produttiva nazionale. PAC e Recovery Fund sono stati illustrati da Ermanno Comegna, esperto di settore.

Spunti di riflessione interessanti sono arrivati inoltre dal contributo di Giovanni Rodia, responsabile delle relazioni esterne dell’ICE, Istituto Commercio Estero, che ha ribadito quanto sia determinante il settore agroalimentare italiano sui mercati internazionali e quanto vi sia la voglia da parte delle imprese del food italiano di proiettarsi all’estero, con 4.000 delle 7.000 aziende interessate dalle attività ICE che appartengono proprio all’agroalimentare del Belpaese.

Certo, l’Italia deve affrontare il mercato dei falsi che, secondo quanto raccontato da Luca Veglia dell’ICQRF, si muove lungo due direttrici: spacciare olio vergine per extra vergine e spacciare olio estero per olio verde nostrano. Per contrastare queste truffe il ruolo del panel test, l’esame organolettico è fondamentale.

di C. S.