Associazioni di idee 25/07/2019

Un altro annus horribilis per l'olio d'oliva siciliano

Un altro annus horribilis per l'olio d'oliva siciliano

A salvarsi sarebbe solo l'agrigentino con la varietà Biancolilla. A soffrire maggiormente la Cerasuola, nella Sicilia occidentale. Secondo Oleum: "non siamo ancora ai livelli disastrosi della passata raccolta, la peggiore dell'ultimo triennio, ma poco ci manca"


Non c'è pace per gli olivicoltori siciliani, dopo l'annus horribilis del 2018 anche il 2019 sarà in perdita e le stime prevedono un ammanco per il comparto di circa 150 milioni di euro.  A condizionare la resa delle diverse coltivazioni siciliane è in particolar modo il clima che ha visto una primavera fredda e piovosa e un'estate che sta andando avanti con il caldo torrido e la siccità. 

Ad esprimere la preoccupazione per gli olivicoltori siciliani è Mario Terrasi, presidente della Oleum Sicilia. 

Tra le diverse coltivazioni spiega Terrasi, quella che si salva  è la Biancolilla, presente soprattutto nell'agrigentino. Per le altre varietà  le perdite saranno ingenti, come lo scorso anno, con un calo della produzione del 70% rispetto al 2017.

Soffre di più la Cerasuola, nella Sicilia occidentale. "Al momento ha un trend produttivo prossimo allo zero - afferma Terrasi - mentre tutte le altre qualità - più di 30 - che contraddistinguono il patrimonio di biodiversità siciliano sono ridotte ai minimi termini. Certo, sottolinea Terrasi, "non siamo ancora ai livelli disastrosi della passata raccolta, la peggiore dell'ultimo triennio, ma poco ci manca, visto che il deficit stimato rispetto al 2017 si aggira comunque intorno al 50% (+20% sul 2018)".

LL'ammanco in chili prevede una riduzione di 30 mila tonnellate di olive, mentre in termini di fatturato, "considerando che il prezzo medio di un litro di extravergine si aggira intono ai 5 euro, significa 150 milioni di euro in meno del previsto": l'ennesimo, duro colpo per la terza regione produttrice di olio in Italia (dopo Puglia e Calabria), con una superficie olivicola di 160 mila ettari, 6 Dop e quasi 120mila aziende impegnate nel settore.

di C. S.