Associazioni di idee 01/04/2019

Ora Di Maio prende le redini della crisi olivicola nazionale

Ora Di Maio prende le redini della crisi olivicola nazionale

Coldiretti, Agrinsieme, Gilet Arancioni e Unaprol dal Ministro dello Sviluppo economico per chiedere più risorse per rilanciare un settore in preda a una grave crisi strutturale. Dalle sigle sindacali un coro perchè i milioni promessi arrivino il prima possibile a olivicoltori, frantoiani e vivaisti


Sono stati persi centomila posti di lavoro in Italia nella filiera dell’olio extravergine di oliva con un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare l’emergenza e rilanciare il settore che lo scorso anno ha fatto registrare una delle peggiori annate di sempre con produzione di olio di oliva a 185 mila tonnellate, più che dimezzata per il clima e la Xylella. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione dell'incontro con il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi di Maio sull’emergenza olivicola in Puglia, dove si produce piu’ della metà dell'extravergine italiano. E’ in crisi la più grande industria green del Sud.

In Puglia – sottolinea la Coldiretti - si è verificato il crollo del 65% del raccolto che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie nei campi e nei frantoi mentre la Xylella continua ad avanzare verso nord due chilometri al mese e il contagio ha già colpito 21 milioni di piante e il conto dei danni ha raggiunto 1,2 miliardi di euro.  A rischio un patrimonio economico, occupazionale, ambientale e turistico che sotto la pressione dei cambiamenti climatici che compromettono i raccolti e dell’avanzare della Xylella rischia ora di sparire bruscamente senza l’adozione di adeguate misure.

Sono evidenti le responsabilità a livello regionale con errori, incertezze e scaricabarile che – continua la Coldiretti - hanno favorito l’avanzare del contagio che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente proprio a Monopoli, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione. Lo stesso decreto emergenze pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo ben 20 giorni dall’approvazione del Consiglio dei Ministri - precisa la Coldiretti - deve essere riempito di contenuti e risorse prima della conversione in Legge perché è una scatola vuota che non affronta tra l’altro il dramma degli agricoltori colpiti da xylella che non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per mantenere le proprie famiglie.

In questo contesto è importante l’impegno diretto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro per il Sud Barbara Lezzi che nel recente incontro di Lecce – continua la Coldiretti - hanno garantito 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, oltre ai 100 milioni già stanziati con la Delibera CIPE, che è necessario ora arrivino realmente agli agricoltori, ai frantoiani e ai vivaisti oltre ad attuare una reale e concreta semplificazione del mercato del lavoro.

Per affrontare l’emergenza – conclude la Coldiretti - serve una strategia condivisa tra il Ministero all’Agricoltura, il MISE e il Ministero per il Sud per rendere operativo il Piano, approvato il 13 febbraio scorso in Conferenza Stato-Regioni che, partendo dalla moratoria sui mutui per garantire la sopravvivenza dei frantoi, preveda urgenti e necessarie misure per l’integrazione al reddito per 5 anni per i frantoi cooperativi, aziendali e industriali, che dimostrino di restare attivi e produttivi e interventi economici a supporto della rottamazione degli impianti, per le aziende che vogliono dismettere o riconvertire l’attività, oltre al sostegno all’occupazione attraverso l’esonero dei contributi previdenziali e gli sgravi dei contributi per i lavoratori.

“Il D.L. emergenze, che ha accolto molte delle nostre ripetute sollecitazioni, è una buona base di partenza per rilanciare il comparto olivicolo pugliese, anche se va implementato in termini di risorse dedicate e di misure contenute; proprio a questo scopo abbiamo preparato una serie di emendamenti che presenteremo in occasione dell’audizione di domani in Commissione agricoltura della Camera”. Così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e che ha partecipato oggi al Ministero dello sviluppo economico al vertice con la filiera olearia convocato dal ministro Luigi Di Maio per affrontare l’emergenza olivicola della Regione Puglia.

“Auspichiamo ora una rapida conclusione dell’iter di conversione parlamentare del provvedimento, dal momento che gli olivicoltori pugliesi sono allo stremo e non possono più permettersi di aspettare le lungaggini burocratiche e i tempi della politica, che hanno già fatto slittare lungamente l’approvazione e la pubblicazione del Decreto-legge”, afferma Agrinsieme.

“Durante il vertice al Mise, particolare attenzione è stata dedicata ai contenuti del D.L. con disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale venerdì 29 marzo e che inizierà domani in Commissione Agricoltura della Camera il suo iter di conversione”, spiega il coordinamento.

“Durante l’incontro, alla presenza del sottosegretario all’agricoltura Alessandra Pesce, dell’assessore all’agricoltura della Puglia Leonardo Di Gioia e di rappresentanti del parlamento, dei sindacati e di tutta la filiera olearia, abbiamo evidenziato l’urgenza di intervenire per risollevare le sorti di un comparto di fondamentale importanza per l’economia regionale e nazionale, messo a dura prova dalla Xylella e dal maltempo, con le gelate prima e la siccità poi, che hanno portato la produzione ai minimi storici, con sensibili ripercussioni sulla redditività dei produttori”, prosegue Agrinsieme.

“Ricordiamo che stiamo parlando di un settore che conta oltre 350mila imprese e rappresenta il 13,59% del totale delle aziende agricole italiane, per un valore della produzione di circa 4 miliardi di euro l’anno”, conclude il coordinamento.

Tutelare gli operai agricoli attraverso la conferma delle giornate lavorative dell’anno precedente nei territori colpiti da gelate e xylella, defiscalizzazione dei tributi, degli oneri previdenziali e blocco delle rate dei mutui per i frantoi, cooperative agricole di trasformazione e frantoi aziendali, rottamazione dei frantoi oleari con adeguato ristoro a chi sceglie di uscire definitivamente dal sistema di trasformazione, proroga di 24 mesi per adeguamenti strutturali necessari al comparto.

Sono queste le richieste principali presentate dai Gilet Arancioni questa mattina durante il vertice al Mise col Ministro Luigi Di Maio.

Folta la delegazione in rappresentanza degli agricoltori: oltre al portavoce Onofrio Spagnoletti Zeuli e al Presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, c’erano il Presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, il rappresentante dei frantoiani, Elia Pellegrino, e il rappresentante degli agricoltori salentini, Mimino Primiceri.

I dati della campagna 2018/2019, riportati dai gilet arancioni nel documento consegnato a Di Maio, sono noti: 50mila gli operai agricoli che lavorano in olivicoltura in Puglia, 1 milione le giornate lavorative perse nel territorio compreso tra le province di Bari, Bat e Foggia distrutte dalle gelate, mentre sono 1,5 milioni le giornate lavorative perse nella zona infetta da xylella del Salento.

L’olivicoltura in Puglia, in termini di operai assunti, vale il 200% della Fiat ed il 300% dell’Ilva.

I frantoi che a causa della xylella hanno totalmente dismesso la propria attività sono quasi 200 ed almeno altri 100 sono in procinto di fare altrettanto.

“Le chiediamo di intervenire per salvare l’industria pugliese più ecosostenibile che ci sia, l’unica in grado di dare futuro ai giovani, e di non farli andar via, grazie ad una tradizione millenaria, l’unica che per la sua alta specializzazione è lontana anni luce da fenomeni di capolarato, il polmone economico green di un settore che vale in termini di assunzioni il 200% della Fiat ed il 300% dell’Ilva”, ha sottolineato il portavoce dei gilet arancioni, Onofrio Spagnoletti Zeuli.

“Le chiediamo di venire in Puglia a visitare la realtà economica più importante della nostra Regione, il traino economico di una terra abituata a non chiedere aiuti dello Stato ma a lavorare per portare ogni giorno il pane a casa - ha sottolineato Spagnoletti Zeuli -. Vogliamo che sia garantita ai lavoratori della terra e ai frantoiani la dignità che purtroppo non ci viene riconosciuta”.

“Occorre individuare misure per i frantoi che ristorino la perdita di attività economica, la difficoltà a supportare il credito bancario, gli oneri previdenziali e la necessità di rivedere alcune importanti procedure normative - ha sottolineato Spagnoletti Zeuli -. Agli operai agricoli, che sono i più specializzati che ci siano, forse ancor prima che alle aziende, è necessario garantire la “sopravvivenza”: il 2018 è stato devastante per tutti loro, giorni tristi con redditi inesistenti. A loro bisogna garantire il futuro e bisogna dare dignità”.

Durante l’incontro di oggi, convocato dal vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio sull’emergenza olivicola in Puglia, David Granieri, presidente di Unaprol, ha ribadito la necessità di interventi immediati e concreti per rilanciare il settore dopo un’annata disastrosa con il crollo record della produzione provocato dalla gelate e dalla Xylella fastidiosa.

“Per uscire dall’emergenza servono programmazione strutturale, strategie condivise, fondi adeguati, strumenti operativi e iter burocratici più snelli. Per questo ho chiesto una deroga nelle procedure di assunzione della manodopera e l’utilizzo del regolamento UE n. 702 del 2014 che disciplina gli aiuti di Stato nel settore agricolo – spiega Granieri - Se si continuerà a tergiversare, aspettando solo i fondi europei, si decreterà la morte di migliaia delle oltre 400mila aziende agricole specializzate che operano nel settore”.

“Un Piano olivicolo 2.0 non può prescindere dalla ripresa della produttività della regione, dal contrasto alla rapida diffusione della Xylella e dagli incentivi sia per la rottamazione dei frantoi obsoleti sia per l’efficientamento di quelli esistenti, oltre alla possibilità di indennizzi per chi ha visto ridotto il proprio reddito – conclude Granieri - Il comparto si poggia su solidi pilastri, perché l’olivicoltura italiana è leader per qualità e biodiversità, che però senza investimenti adeguati e norme appropriate rischiano di crollare. Le conseguenze sotto il profilo economico, ambientale e occupazionale sarebbero tragiche e irreversibili”.

di C. S.