Associazioni di idee 15/11/2018

Raddoppiare la superficie olivicola nazionale con innovazione che non snaturi identità

No di Unaprol alle varietà straniere in Italia, "perché ciò significherebbe snaturare la nostra identità e cancellare un patrimonio unico a livello storico, culturale e paesaggistico" ma la vera sfida per il futuro del settore passa attraverso lo sviluppo di una politica basata sul valore


“Il futuro dell’olivicoltura italiana si basa su un presupposto fondamentale: coniugare innovazione e modernità con il patrimonio storico e culturale di questo settore che ha sempre fatto della biodiversità e della qualità due fattori imprescindibili. Da tempo sosteniamo sia necessario ridurre i costi di gestione degli oliveti e chiediamo al governo un Piano olivicolo nazionale 2.0 che preveda nei prossimi 4 anni l’aumento della superficie coltivata da 1 a 1,8 milioni di ettari, anche con l’incremento delle aree irrigue e tecniche innovative di risparmio idrico. Aumentare la quantità è necessario ma la vera sfida per il futuro del settore passa attraverso lo sviluppo di una politica basata sul valore. Per fare questo è necessario lavorare con strumenti di filiera che possano creare stabilità produttiva e quindi mercato, anche in termini di esclusività. Le capacità per attuare una politica del genere le abbiamo e affondano le radici nella nostra storia, nella sapienza nella trasformazione e nella ricchezza di biodiversità. E’ importante intraprendere un processo che porti all’ammodernamento degli impianti di trasformazione e al miglioramento delle capacità di stoccaggio del prodotto, ma tutto ciò deve procedere parallelamente alla difesa di un settore che rimane un punto di riferimento nel mondo per qualità e diversità con più di 500 cultivar, la nostra vera ricchezza. E’ impensabile quindi immaginare un futuro basato solo su impianti super-intensivi di cultivar straniere perché ciò significherebbe snaturare la nostra identità e cancellare un patrimonio unico a livello storico, culturale e paesaggistico. Siamo aperti al confronto con tutti coloro che siano intenzionati a impegnarsi per migliorare la produzione olivicola italiana e a cercare soluzioni che possano conciliare sviluppo, identità, biodiversità e sostenibilità dal punto di vista paesaggistico, agronomico e ambientale” afferma David Granieri, presidente di Unaprol.

 

di C. S.